Lucano di nascita ma barese di adozione , fin da giovanissima età
Rocco Barbarito ha iniziato la sua attività artistica a Bari , dove ha
frequentato gli studi artistici.
La sua prima apparizione in pubblico lo vede partecipare , nel 1957 , ad una
collettiva di giovani pittori pugliesi presso il Palazzo dell'arte" di Foggia.
Da allora la sua carriera artistica è stata costellata di successi e
significativi riconoscimenti .
Innumerevoli i premi e le segnalazioni speciali legati alla sua partecipazione a
vari concorsi e mostre internazionali di pittura ; numerosissime le mostre
personali .
Il suo interesse per gli aspetti e le tradizioni folcloristiche della città di
Bari lo hanno , infine , portato ad essere il punto di riferimento più
significativo delle rappresentazioni religiose e , in particolar modo ,
presepiali .
Hanno parlato di lui: M. Sansone, R. Nigro, P. Marino, G. Delgado, M. Campione, M. Marcone, L. Mancini, A. D'Elia, P. Silvestri, P. De Giosa, V. Fiore, E. Accatino, P, Parini, E.F. Accrocca, L. Spinelli, V. Magnavacca, E. Toso, I.. De Maria, M. De Pasquale, G. Manacorda, Peter Zeller, Vittorio Stagnani, ed altri.
(...) "A monte di tutte le esperienze di Barbarito c'è Van Gogh . L'amore per il
colore forte e la graffiatura , le mille coltellate , come gocce di pioggia che
lambiscono una parte , un modo di dipingere che impressionò il nostro Carlo Levi
.
Barbarito forse è approdato a van Gogh attraverso Levi . Diciamo intanto che
Rocco è nato ad Accettura , il paese del Maggio. I contadini salgono alla
foresta di Gallipoli-Cognato e scelgono l'albero più alto , gli fanno la festa e
lo trasportano in paese sui buoi .
Da Accettura si fa presto a raggiungere Aliano , oltre una serie di montagnole.
Anche se oggi Matera fa ombra ad Aliano , perchè è lì che puoi visitare le opere
di Levi . Da Accettura si guarda anche Grassano , l'altro luogo leviano , sul
costone del Basento .
Questi amori ancestrali non potevano restare senza rinnovamenti . Dovuti a una
faccenda di trasferimento . Barbarito vive a Bari , infatti , dall'infanzia . E
la Basilicata non è che una voce interiore , un richiamo materno .
Bari , città del figurativo ad oltranza , ha imposto al pittore di Accettura
nuove esperienze , anche se non è riuscita ad imporgli la sua geometria urbana .
Nel mare di Bari , Barbarito si è concesso un bagno picassiano e poi un
innamoramento sconsiderato per il geometrico Campigli .
Insomma un percorso che porta al melange e che non esclude la presenza , almeno
nella frastagliatura gessosa di alcuni supporti , di Ortega , un cileno che per
qualche tempo credette di trovare la patria persa , nelle calcine di Matera ..."
- Raffaele Nigro
"Sulla tavolozza di Rocco Barbarito si è posato il gabbiano
Jonathan. Si è soffermato un attimo e poi ha spiccato il volo verso le
dimensioni azzurre del cielo nella felicità di sentirsi libero, proiettato in
direzione del sole.
La libertà del gabbiano Jonathan è la nuova libertà espressiva di Rocco
Barbarito.
La sua pittura appare più fluida e più dinamica, più corposa anche per la sua
dilatazione cromatica ma allo stesso tempo più tesa per le suggestioni che
racchiude.
Queste suggestioni marciano in un doppio senso: verso l'artista e verso il pubblico. All'artista hanno conferito una capacità espressiva più ampia sulla scala dei cromatismi tradizionali, hanno portato alla ribalta splendori espressivi che parevano in un certo senso opacizzati dalla costruzione formale delle donne immote nel tempo e nello spazio come totem o divinità egizie. Non che Barbarito abbia rinunciato in tutto o in parte alla sua predilezione per gli schemi essenzializzati del profilo femminile, ma le sue donne vivono in una dimensione diversa.
Come se avessero abbandonato la collocazione statica entro gli
archi delle costruzioni medievali, una immobilità quasi da idolo barbarico, per
ritrovarsi invece nel contesto di quelle architetture più fascinose che Venezia
ripropone con la sua civiltà e la sua cultura.
Non dai campielli sale il ciacolare delle comari, ma il chiacchierare sottile
filtra dalle bifore orlate, ha per schermo i vetri smerigliati delle finestre,
il sottile incantamento degli appuntamenti segreti da un ponte all'altro, nel
guscio delle sete, il gorgheggiare delle risate a piena gola, lo sciabordio
complice delle gondole dipinte di nero come la notte, regina dei segreti e delle
trame d'amore.
E di Venezia si è innamorato Rocco Barbarito avvinto dal
sortilegio delle costruzioni, dall'elegante equilibrio delle balconate, degli
archi, dei merletti di trine marmoree.
Una Venezia rivisitata con la compatta tenacia di un pittore pugliese che si
porta dentro dovunque e comunque la civiltà della pietra, la cultura murgiana
aspra e scontrosa, difficile e avara. E non appena Venezia scompare nel tocco
finale di uno specchio di Murano color fragola istoriato sulla larga cornice
entro la quale si rifrange ancora l'immagine di una donna, ecco riaffacciarsi il
solido paesaggio dell'architettura pugliese, spogliata però di quel tanto di
gravità che serve ad alleggerire costruzioni e muri.
L'impaginazione che Rocco Barbarito ha dato ai suoi dipinti più
recenti è vivace, con le cesure operate negli spazi pittorici, da quinte e
controquinte, da strutture orizzontali e verticali che si inseguono e si
dipanano sul filo logico dell'assetto iniziale.
Al fondo in genere emerge come dai giardini di Sherehazade, una vegetazione
minuta e colorita, vivace e multiforme che illeggiadrisce ancora di più, in
senso dinamico, il dipinto nella sua ultimazione. Da tutto questo e riprendendo
il discorso verso il pubblico, si ricava l'impegno di una continua ricerca che è
il nesso fondamentale di queste recenti prove di Rocco Barbarito. Una ricerca
puntigliosa e tenace che porta l'artista a tentare moduli nuovi espressivi,
impaginazioni insolite con l'ausilio efficace di una tavolozza dilatata dall'uso
sapiente del colore, da impasti cromatici calibrati e riusciti in una sintesi
ricca di implicazioni notevoli. Vola dunque alto il gabbiano Jonathan sulla
tavolozza di Rocco Barbarito ed annuncia presagi di compiuta felicità."
Michele Campione
Questa pagina è un mio
personale e gratuito omaggio al maestro Rocco Barbarito, veterano della pittura
barese. Le immagini dei
dipinti del Maestro presentate in questa pagina sono state
recuperate da cataloghi cartacei, così come pure i testi. Questo sito non è in
grado di dare informazioni in merito alle opere tantomeno di mediare alcuna
compra/vendita delle stesse.
Leonardo Basile