Progetto d'arte con finalità
terapeutiche attraverso i sensi ideato dal reparto di
Ematologia del presidio ospedaliero "Andrea Tortora" di
Pagani (SA), curato dall'associazione Nasi Rossi Clown
Therapy di Scafati (SA), con la collaborazione
dell'associazione UniverARTE di Maddaloni (CE).
Comunicato stampa
Ideato dal reparto di Ematologia del presidio
ospedaliero "Andrea Tortora" di Pagani (SA) diretto
dal prof. Catello Califano con la
collaborazione della coordinatrice dott.ssa
Carmela Trezza, "Arte che cura" è un percorso
terapeutico attraverso i sensi, del quale la parte
progettuale che riguarda la vista è curata
dall'associazione Nasi Rossi Clown Therapy di
Scafati (SA), presieduta dalla dott.ssa Francesca
Colombo, con la collaborazione dell'associazione
UniverARTE di Maddaloni (CE), diretta
dall'artista Antonella Botticelli.
La finalità dell'iniziativa è quella di offrire ai
pazienti in degenza presso il reparto di Ematologia
dell'ospedale di Pagani la possibilità di integrare
la cura farmacologica con la visione di manufatti
artistici che, nelle varie forme, interagisce
positivamente con l’organismo attraverso i sensi.
L'arte - lo confermano numerosi studi scientifici -
agisce nel miglioramento del morale, nella riduzione
dello stress dovuto alla degenza, nell’aumento delle
capacità di affrontare la malattia.
"L’integrazione dell’arte negli ospedali -
spiegano i promotori dell'iniziativa - non solo
arricchisce gli spazi fisici, rendendoli più
accoglienti e piacevoli allo sguardo, ma svolge un
ruolo attivo nel processo di guarigione, favorendo
il benessere psicofisico dei pazienti: le opere
d'arte, attraverso i loro colori brillanti e il loro
stile gioioso, comunicano emozioni positive e
sensazioni piacevoli che aiutano a superare momenti
difficili, a migliorare la qualità dell’esperienza
ospedaliera e a mantenere un legame vivo con la
bellezza. Numerosi studi scientifici hanno
evidenziato l'efficacia dell'arteterapia nel
miglioramento del morale, nella riduzione dello
stress dovuto alla degenza, nell’aumento delle
capacità di affrontare la malattia. La donazione
delle opere fatta dagli artisti, inoltre, è
fondamentale non solo per il contributo dato al
contesto sanitario ma per diffondere la cultura del
dono: la generosità e la solidarietà sono
espressione di una cittadinanza attiva per una
società solidale e umana e il dono delle opere vuole
servire anche a sensibilizzare l'opinione pubblica
sull'importanza dell'arte nella cura e nel sostegno
ai pazienti".
Al progetto hanno aderito 67 artisti di ogni parte
d'Italia, donando una propria opera pittorica, che
verranno allocate nelle stanze della degenza, nei
corridoi e nel DH del reparto di ematologia. Tutte
le opere saranno recensite dalla critica d'arte
prof. ssa Antonella Nigro e verranno inserite in un
catalogo che verrà realizzato per questo lodevole
evento.
Gli artisti partecipanti sono: Marinella Albora,
Francesco Annunziata, Silvia Armenio, Rosalba
Ascione, Alfredo Avagliano, Anna Basile, Leonardo
Basile, Lorenzo Basile, Marianna Battipaglia,
Giovanni Boccia, Maria Brillante, Laura Bruno,
Alicja Helena Buezynska, Tina Calabrese, Concetta
Carleo, Antonella Catalano, Melina Cesarano, Chiara
Cicala, Nello Coliaro, Carmen Colonna, Carla
Colombo, Lilliana Comes, Agnese Contaldo, Giuseppe
Crescenzo,Giovanni Cuofano, Emilia Dalla Vecchia,
Carmen D'Auria, Giorgio Della Monica, Emilio Della
Veccia, Paolo De Santi, Mariarosaria Di Marco,
Rosanna Di Marino, Cesare Fontana, Biagio Gallo,
Milena Gallo, Nunzia Gaudino, Simona Giglio,
Benedetta Iandolo, Renato Iannone, Vincenzo
Imperatore, Donata Imperio, Elvira Landi, Angela
Lapadula, Ketty La Rosa, Ida Mainenti, Michela
Marasco, Angela Marotti, Gerardo Marzullo, Pietro
Mingione, Jole Mustaro, Annamaria Panariello, Maria
Antonietta Palmieri, Luigi Pappacena, Anna
Pellegrino, Enzo Piatto, Antonella Prosperi, Lello
Ronca, Adele Ruggiero, Nicola Russo, Hylde Salerno,
Antonio Salzano, Rocco Scattino, Maria Teresa
Sgueglia, Orsola Supino, Assunta Tammaro, Domenico
Terenziano, Totka Todorova, Giuseppe Zotti.
Il progetto “L'Arte che cura”, nella sezione dedicata al senso
della Vista, si è realizzato grazie alla donazione di sessantasette
opere d’arte che hanno spaziato in varie tecniche: dalla fotografia
all’olio su tela, dall'acrilico al materico. Tutti gli artisti hanno
espresso la loro personale concezione, soprattutto in riferimento alle
tematiche della generosità e della speranza, utilizzando stili
tradizionali e contemporanei, che vanno dal Realismo all’ Astratto,
dall’Illustrazione all’Informale, dal Pop al Surrealismo. In maniera
originale, talentuosa ed efficace, ogni artista ha indagato argomenti
pregnanti e profondi attraverso una vena originale, sovente ricca di
pathos e partecipazione: protagonista di molti dipinti è la Natura,
nella sua accezione di madre ancestrale portatrice di rigoglio e
fertilità, ma anche il mare sconfinato e i suoi abissi profondi e
misteriosi, nel senso di agognata libertà, di viaggio dell’esistenza, di
conoscenza di sé, dei propri limiti e delle sfide continue facenti parte
del percorso di ciascuno; non mancano raffigurazioni inerenti la grazia,
tenera e fragile, dell’infanzia, letta con l’auspicio che la meraviglia
e l’incanto, caratterizzanti questa fase della vita, possano essere
sempre presenti in ogni essere umano; altresì si è veicolato,
frequentemente, il messaggio che la dimensione della solitudine e della
sofferenza può essere combattuta e vinta dall’amore, dall’impegno e
dalla cura altrui, che l'egoismo e l’autoreferenzialità non sono gli
unici sentimenti che dominano questo nostro tempo; l’amicizia, la
gentilezza, l’aiuto sono concetti che, in molte tele, ricalcano le
fattezze di animali buffi, luoghi ameni e fantastici, giocattoli
colorati, abbracci coinvolgenti, sguardi curiosi e allegri, slanci di
affetto e premura. Il clown e i personaggi delle fiabe, spesso, danzano
tra colori e dinamismi e, sempre, sono iridata manifestazione di magia e
metamorfosi, testimoni di un tempo sospeso, ove tutto è possibile, nel
quale il dono, atto coraggioso, intenso, dal potere rivoluzionario,
possiede la sacralità della creazione, e, nella veste, limpida,
dell’anima che oblìa diversità, distacco e apatia, diviene cuore
pulsante del sorriso e della vita. Ammirando questa magnifica collezione
d’immagini tanto diverse ma accomunate dall’intento d’infondere fiducia,
augurio e bellezza, non è mai pleonastico citare il Sommo quando, in
maniera incisiva e memorabile, ricorda la perfezione e la forza insita
nel Bene, poiché è stato e sarà sempre “l’ Amore che move il sole e
l’altre stelle”,
Antonella Nigro, Critico d’arte