LUPERCALIA - Opere di Andrea Luzi


Secondo appuntamento nella sede di Isorropia Homegallery (in Piazza Napoli, 11 a Milano) con la mostra personale di Andrea Luzi dal titolo LUPERCALIA. La mostra, con testo critico di Domenico De Chirico inaugura il 20 ottobre 2025 ed è visitabile su invito fino al 1° dicembre 2025. L’esposizione nasce da una collaborazione tra Isorropia Homegallery e Prisma Art Prize. Andrea Luzi, finalista della 13a edizione, è stato il vincitore del premio speciale offerto dall’associazione culturale no-profit co-fondata da Marco Pelligra, membro della giuria del Prisma Art Prize.

LUPERCALIA - Opere di Andrea Luzi

08 ottobre 2025 - Comunicato stampa

 
La mostra è il secondo appuntamento di un ciclo di mostre nella splendida cornice dell’appartamento privato, da qualche mese sede dell’associazione culturale che da anni si occupa della promozione e della diffusione dell’arte, in tutte le sue forme, consentendo la conoscenza dei fenomeni più contemporanei, che si manifestano attraverso modalità multidisciplinari (dall’arte visiva a quella multimediale).
Lupercalia, titolo della mostra, non è soltanto un richiamo alla celebrazione pagana dell’antica Roma, ma anche una chiave d’accesso al rinnovato universo simbolico di Andrea Luzi. Originariamente dedicata alla fertilità, alla purificazione e alla protezione, la Lupercalia si celebrava nel mese di febbraio – tempo di transizione e di rinnovamento, consacrato al dio Fauno nella sua accezione di Luperco, protettore del bestiame ovino e caprino dagli attacchi dei lupi. Una celebrazione arcaica e viscerale, attraverso la quale si cercava un contatto diretto con la dimensione più istintiva e selvaggia dell’esistenza, al di là dello spazio, del tempo e della civiltà.

La Lupercalia diventa, nella visione di Luzi, un vero e proprio archetipo: una potente metafora del processo artistico stesso, inteso come rito di passaggio, invocazione di un conglomerato di forze invisibili e canalizzazione di un’energia cosmica che si manifesta attraverso un moto armonico nella materia pittorica – afferma Domenico de Chirico -. Il suo è un linguaggio che non narra, ma evoca; non rappresenta, ma trasmette. Lupercalia è, in definitiva, più di una mostra: è un campo rituale, uno spazio-tempo altro, in cui lo spettatore è chiamato a entrare non come osservatore, ma come partecipante attivo. Un invito a sospendere la distanza critica, per farsi corpo sensibile, in risonanza con ciò che l’opera trasmette. È un ritorno al sacro non religioso, al mistero che non chiede di essere spiegato, alla pittura inequivocabilmente intesa come gesto ancestrale e visionario. Un modo per abitare, ancora una volta, quel luogo ignoto, oscuro, fertile e sempre più caotico da cui tutto ha origine”.

La tavolozza cromatica di Andrea Luzi si muove principalmente tra il nero profondo, il rosso intenso e il verde marmoreo. Le opere sono attraversate da venature o fasci di luce vibranti che emergono a contrasto dagli sfondi spesso tenebrosi, creando un’atmosfera carica di tensione e mistero. Questa stratificazione nasce da una tensione continua tra chiarore e ombra. Il fulcro simbolico della pratica di Luzi è il legame tra i quattro elementi primordiali – terra, aria, acqua e fuoco – intrecciati con l’Etere: il quinto elemento, impalpabile e invisibile, che connette e sostiene tutto ciò che esiste. Nella visione dell’artista, l’Etere non è solo uno spazio metafisico, ma una sostanza vibrante che attraversa ogni cosa, fungendo da conduttore di energia e intuizione. Questi elementi non sono entità statiche, ma principi dinamici che si trasformano e si contaminano reciprocamente.

L’influenza del graffitismo e delle subculture degli anni ’90 — in particolare punk, musica elettronica e psichedelia — si intreccia con simboli arcaici provenienti dalle civiltà precolombiane, egizie e, più in generale, mediterranee. Da questo insolito incrocio nasce una composizione esotica e stratificata, un ponte visionario che collega mondi opposti, sospeso tra naturale e onirico, sacro e profano, cosmologia antica e culture urbane contemporanee. Il lavoro di Andrea Luzi non nasce dalla volontà di rappresentare il reale, ma dal desiderio di canalizzare un impulso. Il gesto pittorico diventa così un atto rituale, un’esperienza liminale che si manifesta quasi in uno stato di trance meditativa.

Andrea Luzi (Ancona, 1997) vive e lavora tra Vienna e Filottrano (AN). Si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. La sua ricerca artistica nasce sia da un profondo legame con la musica (avendo preso parte a diversi progetti collettivi) che dalle estetiche grafiche legate a questo ambito ed in particolare dalle copertine di dischi psichedelici, hardcore punk ed elettronici che costituiscono un importante bagaglio culturale e visivo del suo lavoro. Con il tempo questo retroterra si è ibridato con la pratica del writing affrontandolo con un’attitudine profondamente punk. Oltre alla dimensione visiva e musicale la sua pratica si è gradualmente ampliata includendo interessi letterari in campo teologico, teosofico e spirituale con un particolare interesse verso le tradizioni simboliche e sapienziali di civiltà diverse.

Isorropia Homegallery è un'associazione culturale no profit, con sede a Milano. Promozione, diffusione e conoscenza dell'arte costituiscono i principi cardine su cui si fonda, con una peculiare attenzione alle variegate forme d’arte contemporanea nell’ambito figurativo, espressivo e multimediale. Gli scopi associativi vengono perseguiti tramite l'ideazione e l’organizzazione di eventi, mostre e iniziative volte alla sensibilizzazione del pubblico verso il mondo dell’arte. La promozione degli artisti si effettua mediante la sovvenzione e il sostegno dei loro progetti ricorrendo anche alla collaborazione con le gallerie che li rappresentano, favorendone l'incontro e il reciproco scambio di esperienze. La diffusione delle arti figurative avviene senza preconcetti e le riguarda in toto, spaziando dalla pittura alla scultura, fino alla fotografia, alla videoarte e all’arte digitale.

Andrea Luzi “Lupercalia”

A cura di Domenico de Chirico


Al fondamento della pratica artistica di Andrea Luzi (classe 1997, nato ad Ancona; vive e lavora tra Milano, Filottrano e Vienna) pulsa un’energia viscerale e arcaica, che attraversa materia e spirito come un élan vital astrale, sconfinato e senza tempo.

Lupercalia, titolo della sua nuova mostra personale, non è soltanto un richiamo alla celebrazione pagana dell’antica Roma, ma anche una chiave d’accesso al suo rinnovato universo simbolico.

Originariamente dedicata alla fertilità, alla purificazione e alla protezione, la Lupercalia si celebrava nel mese di febbraio – tempo di transizione e di rinnovamento, consacrato al dio Fauno nella sua accezione di Luperco, protettore del bestiame ovino e caprino dagli attacchi dei lupi. Era un momento liminale dell’anno, sospeso tra il buio dell’inverno e la promessa della rinascita primaverile, in cui la comunità si riconnetteva con le forze primordiali della natura attraverso rituali orgiastici, sacrifici animali e danze selvagge.

La festività raggiungeva il suo apice il 15 febbraio, quando l’inverno era nel pieno della sua morsa e i lupi, affamati, si avvicinavano pericolosamente agli ovili. Per invocarne la protezione, gli abitanti del Palatino correvano nudi – con le pudenda coperte solo dalle pelli degli animali appena sacrificati – in onore di Pan Liceo, il “dio dei lupi”. Una celebrazione arcaica e viscerale, attraverso la quale si cercava un contatto diretto con la dimensione più istintiva e selvaggia dell’esistenza, al di là dello spazio, del tempo e della civiltà.

Non trattandosi, in questa circostanza, di un’operazione di recupero archeologico o folclorico, la Lupercalia diventa, nella visione di Luzi, un vero e proprio archetipo: una potente metafora del processo artistico stesso, inteso come rito di passaggio, invocazione di un conglomerato di forze invisibili e canalizzazione di un’energia cosmica che si manifesta attraverso un moto armonico nella materia pittorica. Il suo è un linguaggio che non narra, ma evoca; non rappresenta, ma trasmette.

La pittura fitta di Luzi, la cui tavolozza cromatica si muove principalmente tra il nero profondo, il rosso intenso e il verde marmoreo, è attraversata da venature o fasci di luce vibrante che emergono a contrasto dagli sfondi spesso tenebrosi, creando un’atmosfera carica di tensione e mistero. Questa stratificazione nasce da una tensione continua tra chiarore e ombra, tra energia materica e riflessività meditativa.
Le sue opere astrali, caratterizzate da un senso di sospensione e trasformazione, esplorano l’interazione profonda tra realtà fisica e percezione sensoriale, tra organico e inorganico. L’immagine si trasforma in un’atmosfera brumosa, un campo tellurico vibrazionale: uno spazio in cui la luce – con le sue infinite sfumature, talvolta filtrate – agisce come agente trasformativo, dissolvendo progressivamente la linea di demarcazione tra il figurativo e l’astratto.

Il fulcro simbolico della pratica di Luzi è il legame tra i quattro elementi primordiali – terra, aria, acqua e fuoco – intrecciati con l’Etere: il quinto elemento, impalpabile e invisibile, che connette e sostiene tutto ciò che esiste. Nella visione dell’artista, l’Etere non è solo uno spazio metafisico, ma una sostanza vibrante che attraversa ogni cosa, fungendo da conduttore di energia e intuizione. Questi elementi non sono entità statiche, ma principi dinamici che si trasformano e si contaminano reciprocamente, in una danza continua che genera tensione tra armonia e caos, tra creazione e dissoluzione, seguendo il ritmo del tempo vissuto nella sua accezione bergsoniana.

Il proscenio che ne scaturisce, talvolta frenetico e convulso, talaltra ascetico e rarefatto, ma sempre permeato da un’essenza dionisiaca, si struttura secondo logiche frattaliche, organicamente disordinate, dove la ripetizione ossessiva si trasforma in un ritmo circolare e la forma si apre allo stravolgimento. L’influenza del graffitismo e delle subculture degli anni ’90 — in particolare punk, musica elettronica e psichedelia — si intreccia con simboli arcaici provenienti dalle civiltà precolombiane, egizie e, più in generale, mediterranee. Da questo insolito incrocio nasce una composizione esotica e stratificata, un ponte visionario che collega mondi opposti, sospeso tra naturale e onirico, sacro e profano, cosmologia antica e culture urbane contemporanee.

Per di più, come sottolinea lo stesso artista, il suo lavoro non nasce dalla volontà di rappresentare il reale, ma dal desiderio di canalizzare un impulso. Il gesto pittorico diventa così un atto rituale, un’esperienza liminale che si manifesta quasi in uno stato di trance meditativa, eppure proficua. Ogni immagine è una soglia, un varco verso presenze non fisiche ma spirituali, che emergono solo quando lo spettatore entra in perfetta sintonia con la loro frequenza distintiva. In questa dimensione intuitiva, la pittura di Luzi non comunica significati fissi né definitivi, ma attiva stati di percezione: apre spazi ulteriori di contemplazione, meditazione e vibrazione, in cui affiorano possibilità di esistenza alternative.

Lupercalia è, in definitiva, più di una mostra: è un campo rituale, uno spazio-tempo altro, in cui lo spettatore è chiamato a entrare non come osservatore, ma come partecipante attivo. Un invito a sospendere la distanza critica, per farsi corpo sensibile, in risonanza con ciò che l’opera trasmette. È un ritorno al sacro non religioso, al mistero che non chiede di essere spiegato, alla pittura inequivocabilmente intesa come gesto ancestrale e visionario. Un modo per abitare, ancora una volta, quel luogo ignoto, oscuro, fertile e sempre più caotico da cui tutto ha origine.
 

LUPERCALIA. Opere di Andrea Luzi
Dal 20 ottobre al 1° dicembre 2025. Solo su invito nelle date che verranno comunicate
Piazza Napoli 11, Milano

ISORROPIA HOMEGALLERY
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