Blonda nasce a Bari nel 1939. I suoi scatti fotografici raccontano un percorso di vita che, da “nomade delle istituzioni” (l’evoluzione del cammino professionale lo conduce in giro per l’Italia presso la presidenza del Consiglio dei Ministri prima, e poi, da prefetto, a Matera, Parma, Catania e, di nuovo nella sua terra, a Bari), lo porta a scoprire terre e luoghi diversi, ognuno definito dai propri elementi caratterizzanti, un viaggio lungo i paesaggi, la storia, la tradizione. Appassionato e dotato di energia creativa e grande forza intuitiva, Blonda è un artista che sente profondamente le sue radici meridionali.
"Tommaso Blonda raccoglie nelle immagini di sfuggenti scenari le radici del cuore: la fotografia abbandona gli abiti consueti di un apparente semplice ricordo per indossare quelli della complessità misteriosa di una opalescente memoria, gonfia di perdute visioni. Le sue Opere riscoprono, così, il senso del divenire che dolorosamente affiora attraverso forme, spazi e cromatismi mentre sullo sfondo appare l’essere umano nella sua solitudine (…) ci riconducono in quella area misteriosa che si inscrive tra il sonno e la veglia, in quella area di transizione in cui percepiamo in modo indistinto l’anima delle cose. Tutto diventa a noi familiare e si stabilisce un dialogo tra la nostra vita e quella dell’altro, finanche dell’alterità assoluta.
Invero in ogni fotografia, in ogni opera d’arte vi è sempre il ritorno di quell’unico sogno che non possiamo vedere sino in fondo senza correre il rischio di esserne travolti. In una realtà dominata dal visuale, meglio dall’accecamento mediatico, dalla accelerazione di ogni evento e relativa rapida dissoluzione, Tommaso Blonda attraverso lo “scatto” fotografico afferra la luce che genera gli oggetti, i paesaggi, gli esseri umani , rivestendoli di simboli, significati e metafore, nel tentativo di scrivere la sua vicenda di uomo alla ricerca del senso del proprio essere al mondo, in una realtà naturale avviluppata da plastiche, mortiferi derivati dell’avidità umana. Come se in quell’istante egli si e ci chiedesse del futuro del mondo: ed è così che prova, ogni istante della sua vita , a catturare quella minima parte di tutto ciò che il suo sguardo coglie per renderlo condivisibile e consegnarlo all’eternità. Di qui le sue escursioni, il suo proiettarsi fuori di sé alla ricerca di uno spazio-tempo diverso, forse dell’innocente luogo primigenio “al di là del bene e del male”.(…)
Le Opere fotografiche di Tommaso Blonda, al di là della loro stessa peculiare e consueta aria metafisica , introducono a spazi sconosciuti, all’arcano mistero della terra e del cielo, dell’uomo. Le strutture urbane, le città e le campagne diventano il teatro della vicenda umana e del vissuto sociale dell’Autore che pone in scena perdite e speranze, mentre cerca di restituire tutto ciò che appare perduto a ogni volto che incontra, a ogni paesaggio che “inquadra”, alla sabbia, al mare, agli alberi.(…)
La mostra appare complessa e carica di attraversamenti etici. L’indicibile si annida in silenzio in un angolo imprecisato del campo visivo. Blonda, tra reale e irreale, legge fra le dimensioni del tempo e le pieghe del destino, scritto nello spazio cosmico per noi infinito. D’altra parte in ogni foto si manifesta il segno inequivocabile del nostro limite e del mistero delle origini.(…)L’universo di Blonda si nutre, dunque, di percorsi inconsueti e non contempla eroi e condottieri, ma la fragilità della vita delle cose, la bellezza fugace di un albero in fiore, lo splendore abbacinante del mare, i viottoli dei campi, l’inquietudine della tempesta… In tal senso la fotografia si fa poesia tra le mura screpolate come pelle al sole, i tagli architettonici, i ricordi colmi di amarezze che narrano sommessamente la tessitura di scelte segrete, desideri inespressi(…)". - Santa Fizzarotti Selvaggi
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