Sintesi dell’introduzione
Il Neoclassicismo inizia alla metà del XVIII sec., per concludersi con la fine dell’impero napoleonico nel 1815. Ciò che contraddistingue lo stile artistico di quegli anni fu l’adesione ai princìpi dell’arte classica. Quei principi di armonia, equilibrio, compostezza, proporzione, serenità, che erano presenti nell’arte degli antichi greci e degli antichi romani. Arte che fu riscoperta e ristudiata con maggior attenzione e interesse, grazie alle numerose scoperte archeologiche. I caratteri principali del Neoclassicismo sono diversi: esprime il rifiuto dell’arte barocca e della sua eccessiva irregolarità. Fu un movimento teorico, grazie soprattutto al Winckelmann che teorizzò il ritorno al principio classico del bello ideale; fu una riscoperta dei valori etici della romanità, soprattutto in David con la sua opera pittorica Il giuramento degli Orazi. I principali protagonisti del neoclassicismo furono Antonio Canova, Giovan Battista Piranesi che, con le sue incisioni a stampa, diffuse il gusto per le rovine e le antichità romane. L’Italia nel Settecento fu per la nobiltà e gli intellettuali europei, una fondamentale esperienza di formazione del gusto e dell’estetica artistica. Roma, in particolare, ove si stabilirono scuole e accademie di tutta Europa, diventò la città dove avveniva l’educazione artistica di intere generazioni di pittori e scultori. Con l’opera del David il neoclassicismo divenne lo stile della Rivoluzione Francese e ancor più diventò, in seguito, lo stile ufficiale dell’impero di Napoleone. Dalla fine del Settecento, la nuova capitale del Neoclassicismo non fu più Roma, ma Parigi. Il Neoclassicismo tende a scomparire subito dopo il 1815 con la sconfitta di Napoleone. Nei decenni successivi fu progressivamente sostituito dal Romanticismo che, dal 1830, soppiantò il Neoclassicismo. Tuttavia sopravvisse come fatto stilistico per quasi tutto l’Ottocento, soprattutto nella produzione aulica dell’arte ufficiale e di stato e nelle Accademie di Belle Arti.
Uno dei motivi di questo rinato interesse per il mondo antico furono le scoperte archeologiche che segnarono tutto il XVIII secolo. In questo secolo furono scoperte prima Ercolano, poi Pompei, quindi Villa Adriana a Tivoli e i templi greci di Paestum; infine giunsero dalla Grecia numerosi reperti archeologici che finirono nei principali musei europei: a Londra, Parigi, Monaco.
Il Neoclassicismo nacque come desiderio di un'arte più semplice e pura rispetto a quella barocca, vista come eccessivamente fantasiosa e complicata. Il Barocco apparve allora come il frutto malato di una degenerazione stilistica che, pur partita dai principi della classicità rinascimentale, era andata deformandosi per la ricerca dell’effetto spettacolare e illusionistico.
Il principio del razionalismo è una componente fondamentale nel Neoclassicismo. È da ricordare che il Settecento è stato il secolo dell’Illuminismo. Di una corrente filosofica che cerca di «illuminare» la mente degli uomini per liberarli dalle tenebre dell’ignoranza, della superstizione, dell’oscurantismo, attraverso la conoscenza e la scienza. Per far ciò bisogna innanzitutto liberarsi da tutto ciò che è illusorio: l’arte barocca ha sempre perseguito l’illusionismo come pratica artistica. Il Neoclassicismo ha diversi punti di similitudine con il Rinascimento: come questo fu un ritorno all’arte antica e alla razionalità. Le differenze, però, sono sostanziali: la razionalità rinascimentale era di matrice umanistica e tendeva a liberare l’uomo dalla trascendenza medievale, la razionalità neoclassica è invece di matrice illuministica e tendeva a liberare l’uomo dalla retorica, dall'ignoranza e dalla falsità barocca.
Massimo teorico del Neoclassicismo fu il Winckelmann. Nel 1755 pubblicava le Considerazioni sull’imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura, nel 1763 pubblicava la Storia dell’arte nell’antichità. Le sue teorie artistiche trovarono un riscontro immediato nell’attività scultorea di Antonio Canova e di Thorvaldsen.
La scultura, più di ogni altra arte, sembrò adatta a far rivivere la classicità. Le maggiori testimonianze artistiche dell’antichità sono infatti sculture. E nella scultura neoclassica si avverte il legame più diretto ed immediato con l’idea di bellezza classica.
Una figura a noi molto vicina fu l’architetto Luigi Castellucci nato a Bitonto che operò in terra di Bari ed anche in S.Spirito con opere di grande pregio tra cui la Chiesa dello Spirito Santo dove resta ancora ben conservata la cupola in camorcanna recentemente restaurata. Egli iscritto al Regio Istituto di Belle Arti nel corso di Architettura si distinse subito per le sue superbe qualità nel disegno, iniziando la sua attività professionale a Napoli all’interno del quale trassero apprendimento molti allievi di origine pugliese. Da quel momento una sequenza interminabile di progetti di straordinaria fattura, fece crescere intorno a lui un interesse da parte di aristocratici illuminati in tutto il Regno di Napoli anche nella sua Bitonto.
Si ricordano alcuni lavori in S.Spirito : Villino Castellucci; villa Ventafridda–Tarantino; Villa Messeni-Petruzzelli in Torricella; Cancellata sul prospetto di Villa Sylos Labini; Villa Cioffrese; Villa Ferrara; Progetto della canonica e dei seminaristi attigui alla Chiesa. Anche se da tanti dimenticato, lo ricordiamo per l’impronta neoclassica, indelebile, che ha lasciato a S.Spirito e che ci onoriamo di ammirare ancora oggi. -
Testo a cura dell'Architetto Gerardo Milillo |