L’Associazione
Culturale
Novart
con il Patrocinio del
Comune di Bitritto (BA) |
e con la collaborazione
de
|
|
|
|
Centro Studi
Europeo Spinelli |
Il Sito dell'Arte |
Centro
d'Arte "Leonardo da Vinci" |
organizza
En Dix Enchante
Rassegna d'Arte Contemporanea
Continua il
viaggio di ENDIX attraverso i luoghi storici della Puglia. L’arte
contemporanea incontra il Medioevo negli spazi del prestigioso
Castello baronale di Bitritto dal 28 ottobre al 4 novembre 2009 con
"EN-DIX Enchante, Percorsi di riflessione”, mostra d'arte
contemporanea curata da Antonella Colaninno, critico d'arte
nonchè Presidente dell'Associazione Culturale "Novart", in
collaborazione con il Centro Studi Europeo "Spinelli", Il Sito
dell'Arte, il Centro d'Arte e Cultura "Leonardo da Vinci"di Bari e
la rivista storica "Pensiero & Arte". Esporranno gli artisti
Leonardo Basile, Cesare Cassone, Umberto Colapinto, Amedeo Del
Giudice, Salvatore Fiume, Roberto Masia, Massimo Nardi, Francesco
Silvestri, Emanuele Rubini e Jovan Vulic.
L'inaugurazione avverrà mercoledì 28 ottobre alle ore 19.00 e sarà
tenuta dal Sindaco della Città Vito Lucarelli. Presenterà il
noto storico e critico d'arte Lello Spinelli. Fra gli ospiti
della serata la scrittrice barese Anna Sciacovelli.
Dal catalogo della mostra - curato dal critico
d'arte Antonella Colaninno
"Enchante, un suono delicato per una parola che racchiude nel suo
significato anche l’incanto del valore estetico di ogni forma d’arte
che affascina con l’intimità dei suoi linguaggi densi di simbologie
velate. In “Percorsi di riflessione”riprende il cammino di “En-dix”
attraverso i luoghi storici della nostra regione, ponendo a
confronto sulla linea del tempo, alcune espressioni dell’arte
contemporanea con le architetture del passato. Nelle“Riflessioni”di
Leonardo Basile la ricerca introspettiva apre nuovi orizzonti.
Superfici luminose e trasparenze celesti inducono il fruitore alla
meditazione aprendo le porte ad una dimensione profonda. Una sottile
linea all’orizzonte si dilata alle estremità della tela dividendo ad
emiciclo due zone luminose che si rispecchiano vicendevolmente, dove
le ombre sono impercettibili aloni di oscurità. Ragione e sentimento
si riflettono nella foschia degli azzurri nebulosi e nel dinamismo
di sottili pennellate gialle che seguono una traiettoria vorticosa
che converge verso il centro della “riflessione”. In Umberto
Colapinto la sequenza di piccole case dai toni caldi e pastosi crea
morbidi volumi che la luce scompone come facce di un cristallo.
Presenze delicate di un mondo quasi chagalliano che riflette
un’apparente adesione ad un vissuto senza ombre nel quale il
silenzio regna sovrano e lascia immaginare un paesaggio atemporale.
Il bianco predomina, quasi luce pura, nelle tele di Cesare Cassone
dando in chi osserva la percezione di spazi infiniti. Astrazioni
geometriche si sfiorano sospese in equilibrio in uno spazio senza
tempo, nell’impenetrabile oscurità di uno sfondo in cui tutto si
perde lasciando vita solo al “nulla”. Presenze enigmatiche si
muovono nella ricerca figurale di Francesco Silvestri come ombre
colorate tra vaste campiture luminose di verde e di azzurro. Un
flashback cromatico per cogliere l’attimo di una azione collettiva
che sublima il tempo di un istante. Corpi pregni di un dinamismo
cromatico dove la luce scompone il dato formale creando un ritmo
veloce di libere fusioni tonali. Amedeo Del Giudice rappresenta il
mistero stesso della vita nell’universo femminile. La donna è per
l’artista il completamento di una dimensione complessa a cui la
natura affida il dono della vita.. Anche la simbologia dell’opera
“Nido”lascia affiorare l’idea della fecondità e della protezione.
L’uovo fecondato che si schiude alla vita all’interno di una cavità
che ricorda il pube della donna. In Massimo Nardi il blu è il colore
dell’armonia, della pace, dello spirito, mentre la filosofia
orientale lo associa all’idea di immortalità. Schefling, nella sua
“Filosofia dell’Arte”, asserisce che “ il silenzio è la condizione
propria della bellezza come la calma di un mare tranquillo”. La
luminosità e la magia di questa atmosfera sognante, la simbologia
della sfera evocano messaggi nascosti. Nel continuo mutare delle
cose, la perenne ricerca di punti di riferimento prevede l’esistenza
di un “Codice della strada”, una segnaletica guida che è metafora
del nostro libero arbitrio. Il colore rosso rappresenta nell’opera
il “filo di Arianna”che indica la strada nel labirinto della vita.
Colore questo, che rappresenta il simbolo della nostra volontà e che
indica il percorso metafisico delle sfere e l’incedere sensuale
della donna che spesso percorrono strade diverse. Per questo, la
filosofia del “mutamento” è l’unica condizione certa dell’uomo nella
ricerca continua di punti di riferimento. L’opera di Emanuele
Rubini, ispirata anch’essa alla figura femminile, rappresenta la
fragilità umana, una piccola fiamma flebile che nella durezza del
marmo vuole esprimere la forza e la tenacia dell’uomo nella volontà
di superare le debolezze delle proprie insicurezze. Gli interni dei
caffè di Jovan Vulic invitano a momenti di pausa e di riflessive
solitudini. L’apparente staticità della donna in attesa in primo
piano denota una caparbia ricerca esistenziale nella dimensione del
tempo soggettivo in questo artista che ha radici profonde nella
tradizione di certa pittura romana. Il mondo fantastico di Salvatore
Fiume evoca terre lontane tra arabeschi fluttuanti di broccati
dorati. Le forme si dileguano nel vorticoso cromatismo mentre le
atmosfere rinviano ai profumi d’Oriente tra aromi aspri e speziati
ed essenze delicate e accattivanti come le magiche atmosfere dei
suoi paesaggi. In Roberto Masia, infine, la riflessione evoca la
memoria di un passato lontano. “Nel ricordo di una Villa del ‘700”
l’artista rinvia ad atmosfere postimpressioniste rievocate anche a
livello formale nella tecnica del fusionismo che unisce i colori
sovrapponendo delicati tratti a punta di pennello a colpi di spatola
decisi e corposi, nella ricerca continua di una “fusione”tra luce e
materia." Testo a cura di Antonella Colaninno
Recensione del
noto critico e storico dell'arte Lello Spinelli
"E’indubitabile
che la realtà odierna della pittura - e non solo – pugliese abbia
una sua variegata fisionomia di ricerca d’affrancamento dalle
ingombranti sedimentazioni cristallizzatesi nell’alveo della vecchia
tradizione misoneistica. Per precisa scelta della curatrice questa
Mostra itinerante, avviata il 30 agosto u.s. ad Acquaviva delle
Fonti e intercambiabile per le presenze anche di artisti di altre
regioni, intende presentare, indagandone nel contempo valori
consolidati o addirittura ancora in efflorescenza, la produzione di
dieci artisti che non hanno mai guardato alle cosiddette avanguardie
storiche o all’informalismo. Hanno preferito e preferiscono,
piuttosto, opera dopo opera, le idee sulla storia dell’arte
figurativa impersonando l’esigenza di una riflessione su quanto è
accaduto o sta accadendo nel mondo dell’arte dopo le rivoluzioni
dell’impressionismo e dello stesso cubismo. Non mancano però,
momenti pregnanti dell’attuale situazione ( Basile, Rubini,Cassone)
anche se sulla base di punti di riferimento formale ( Vulic, Masia e
Salvatore Fiume) si avverte una angolazione poetica di largo respiro
( Nardi) che, allo stato dei risultati, pone nuovi problemi e nuove
ipotesi di forme ( Silvestri). Senza prevenzioni di estrazioni
idealistiche o correntizie vanno registrate le differenti morfologie
inserite e presentate dalla curatrice della mostra per offrire al
fruitore, nello sterminato universo dei “segni”attualmente
disponibili e reperibili, scelte formali con buon margine di
autonomia e di sviluppo morfologico (Cuber). Una enucleazione di
proprietà peculiari, per intenderci, che la forma stessa contiene da
un lato della stessa nostra soggettività coscienziale, dall’altro
nelle sue proprietà soggettive.
Una mostra, questa, da legittimare in sede critica da parte mia
senza semplicistiche contrapposizioni con effimere produzioni
“altre”sottolineando come sia ancora viva, anche in Puglia, la
cosiddetta esperienza figurale ed umana mai venuta meno nel pur
necessario e naturale gioco dialettico tra il “vecchio”e il “nuovo”(
direi meglio il “contemporaneo”)."
Lello Spinelli , storico e critico dell'arte in Bari
|