"Il
pugliese Fabio Fiorese, esprime in pittura le
testimonianze della sua terra, la quale conserva tracce di
un passato lontano di insediamenti di antiche civiltà
rupestri e paesaggi da contemplare.
Gli scorci scelti dall’autore, inducono lo spettatore ad
essere partecipe dei ritmi, delle abitudini, dei silenzi
emanati dall’antico borgo cassanese e dalla natura
circostante.
Attraverso un linguaggio pittorico semplice, quasi naif,
l’artista emula il fascino dei luoghi ove è cresciuto e
lavora.
Il bianco calcinato delle case; l’oro dei campi che
attendono la mietitura; il verde rigoglioso degl’ alberi di
ulivo che per magia, in alcuni dipinti, assumono leggiadre
sembianze antropomorfe pronte ad accogliere le carezze del
caldo sole del sud.
L’artista non si fa quindi unicamente interprete del
paesaggio, ma percepisce e contempla la bellezza dei luoghi
per trasformarla in una personalissima poetica pittorica con
la quale traccia il percorso che conduce alla sua anima.
Egli in questo modo diviene interprete di una forma
figurativa capace di integrare componenti descrittivi ad
elementi più ampiamente interpretativi.
A dispetto di una pittura a prima vista “ingenua”, essa si
rivela in realtà profonda e romantica come si evince in
“Melodie da una prigione” o in “ Sogno allo specchio”,
entrambe intrise di dechirichiana memoria.
Fabio Fiorese è dunque un artista che guarda il suo paese
per interiorizzarlo nel suo mondo che è di volta in volta
forte e fragile, terso ed ombroso così come lo è la natura
umana." - Testo critico a cura di Nello Arionte |