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Nelle sezioni iniziali della mostra, dedicate agli esordi della fotografia e quindi alla dagherrotipia, spiccano, tra gli altri, alcuni maestri svizzeri di quest'arte come il banchiere, diplomatico e dilettante ginevrino Jean-Gabriel Eynard e l'incisore Johann Baptist Isenring, celebre per i ritratti dagherrotipi a “grandezza naturale”. Emerge chiaro come, nei suoi primi passi, anche in Svizzera la fotografia fosse ancora fortemente intrecciata – per la scelta dei soggetti, principi compositivi e utilizzo – con le altre arti, in particolare la pittura, a cui si sostituirà come valida alternativa per ritratti economici. Ma anche con le arti grafiche, di cui si mette al servizio. Proprio Isenring diffonderà infatti in Svizzera l'utilizzo della fotografia come modello per incisioni, tecnica impiegata anche dalla prima fotografa donna, Franziska Möllinger, nelle sue vedute svizzere pubblicate come litografie dal 1844. Risale invece al 1842 uno dei rari dagherrotipi conosciuti del Ticino, il ritratto di un giovane sconosciuto ed elegantemente vestito – esempio lucente della borghesia in ascesa – realizzato a Lugano.
Grazie allo sguardo esterno, quello dei viaggiatori, comincia a
essere immortalata la grandiosità del paesaggio svizzero e delle sue
montagne. Sorprende il taglio incredibilmente moderno degli
spettacolari dagherrotipi dell'artista inglese John Ruskin,
che realizza le prime fotografie del Ticino, come quella di una
roccia vicino al Castelgrande di Bellinzona (1858) o, nel 1849, la
prima immagine mai scattata del Cervino. Di lì a breve, la
fotografia si rivelerà un veicolo potentissimo per la pubblicità
turistica, processo favorito dallo sviluppo delle infrastrutture di
trasporto svizzere, che va di pari passo con la semplificazione del
processo fotografico (grazie all'uso dei negativi in vetro e stampe
all'albumina). Nascono così motivi popolari e “mete” turistiche,
come la cascata di Staubbach nella valle di Lauterbrunnen,
immortalata nell'immagine dell'inglese Francis Frith, del
1863. È dell'anno seguente una foto mozzafiato del celebre fotografo
francese Adolphe Braun, che cattura le infinite distese del
ghiacciaio del Rodano attraversato da un gruppo di scalatori, tra
cui anche una donna.
In un'ampia sezione alla fine del percorso della mostra è
evidenziato il ruolo della fotografia, dalla fine degli anni '60
dell'Ottocento, nel documentare la scienza, la medicina, gli
sviluppi tecnici e lo sviluppo urbano ed idraulico del territorio
svizzero. Nel campo della medicina, impressionano le fotografie di
Emil Pricam di pazienti prima e dopo un'operazione, o la
documentazione sistematica di orecchie malformate di Robert
Schucht. La costruzione della ferrovia del Gottardo nel 1872-82,
documentata, tra gli altri, dallo stesso Adolphe Braun, è
considerata un primo esempio di costruzione all’avanguardia e
progressista nella Svizzera dell’Ottocento. Un progetto enorme, che
avrebbe cambiato permanentemente lo sviluppo urbano ed idraulico del
territorio svizzero.
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