Ambizioni internazionali, forte coinvolgimento del territorio
monferrino e confronto tra le arti, rappresentano i maggiori tratti
distintivi del nuovo Festival, che manifesta una capacità di
programmazione non del tutto usuale, confermata già dalla
individuazione dei temi delle prime tre edizioni: nel ’21
l’obiettivo è puntato sulla “Fotografia, il paesaggio e le sue
architetture naturali o simboliche”, nel ‘24, il tema è quello della
“Fotografia e letteratura”, nel ’26, “Fotografia, tra teatro cinema
e danza”.
Sin dal suo debutto, MonFest può contare su “padrini” d’eccezione:
gran parte dei protagonisti della critica fotografica nazionale,
compresi diversi esponenti delle nuove generazioni. Fotografia
certo, ma in base al terzo dei pilastri del Festival, anche arte,
architettura, ambiente. Ha valore simbolico che per la sua
presentazione ufficiale sia stata scelta la sede di CAMERA – Centro
Italiano per la Fotografia, importante realtà torinese per sede e
nazionale, se non internazionale per il rilievo della sua attività.
Il sottotitolo della edizione di debutto recita “Le forme del
tempo”: “una espressione ispirata da Italo Calvino che
definiva le città la forma del tempo. Ma che noi – afferma
Mariateresa Cerretelli – estendiamo ai paesaggi, alle realtà dei
ritratti e alle creatività espresse dai fotografi che saranno qui
esposti”.
Ma prima di scorrere il programma, a saltare all’occhio è una scelta
peculiare di MonFest: quella di puntare su giovani e donne. Sono
stati i ragazzi dell’Istituto Leardi di Casale, ad esempio, a
progettare il logo del Festival. Così come i ragazzi delle superiori
casalesi saranno i protagonisti delle visite guidate e dei servizi
di accoglienza del “loro” Festival. Gli stessi studenti hanno
realizzato i ritratti fotografici dei titolari dei negozi e di altre
attività di Casale. Sullo stile di Francesco Negri, lo
storico fotografo casalese cui idealmente è dedicato il festival. Le
immagini campeggeranno nelle vetrine delle attività commerciali, in
una originale mostra che si dipana in città.
Il coinvolgimento della città e degli appassionati di fotografia si
riconosce dai più di 90 partecipanti al concorso Da Casale al Po
alle colline monferrine e le 30 immagini selezionate da una giuria
di esperti avranno un’esposizione e un video artistico esposti al
Castello.
MonFest sarà anche un Festival al femminile. Mariateresa
Cerretelli ha scelto come curatrici per alcune delle mostre di
maggior rilievo: Giovanna Calvenzi, Renata Ferri, Elena Ceratti,
Daria Carmi e Benedetta Donato. Valentina Vannicola
sarà una delle autorevoli autrici, presente con il suo progetto
Living Layers.
Le signore del Soroptimist hanno deciso di sostenere il progetto dei
giovani del Leardi e un secondo progetto rivolto alle donne
fotografe, invitate a raccontare Storie di Donne, scelto da un
parterre di esperte di fotografia di primo piano. L’Accademia
Filarmonica che ha sede a Palazzo Gozzani Treville ospiterà i due
progetti con la curatela di Benedetta Donato
Questo effervescente clima partecipativo accoglierà gli ospiti del
Festival che, com’è prassi, nelle tre giornate ufficiali “occuperà”
Casale con incontri, talk, portfoli.
Per giungere alle grandi mostre, che saranno diverse e decisamente
di livello. A cominciare da Monferrato, terra senza confini, omaggio
a questo magnifico territorio, con immagini, quasi tutte inedite, di
Gabriele Basilico. Per volontà di Andrea Elia Zanini,
curatore di Gabriele Basilico nel Monferrato, alle immagini
del territorio si aggiungono 4 immagini del Delta del Po, omaggio ad
una terra altrettanto fascinosa.
L’alessandrino Vittore Fossati proporrà Il Tanaro a Masio,
mostra a cura di Giovanna Calvenzi.
Da Piemonte a Pompei, con Fotografare il Tempo, Pompei e dintorni,
immagini di Claudio Sabatino. Questa mostra, a cura di Renata
Ferri, sarà accompagnata da un video proiettato al Castello accanto
a quello della mostra di Basilico.
Si è già citato Living Layers, lavoro di Valentina Vannicola,
progetto di rilettura di uno specifico territorio di Roma, a cura di
Maria Teresa Cerretelli. Saranno esposti oltre alle immagini
un mini plastico e gli schizzi preparatori di questo ampio progetto.
Il mondo di Silvio Canini a cura di Elena Ceratti offrirà uno
spaccato della fervida attività creativa dell’artista romagnolo. Da
Mare di silenzio, una visione poetica e insolita delle spiagge del
litorale in pieno inverno a diversi video come HipnoBici o la
proiezione di Venditori d’ombra, in un percorso articolato e
divertente, godibile sia per gli adulti che per i bambini.
Raoul Iacometti, con #homeTOhome, racconta nel Foyer del Teatro
casalese, i ballerini di tutto il mondo ritratti con il cellulare
nelle loro case in posizioni plastiche durante il lockdown. Mostra a
cura di Luciano Bobba.
Non poteva mancare un Omaggio a Francesco Negri, avvocato, Sindaco
di Casale Monferrato dal 1881 al 1888, noto soprattutto per la sua
attività instancabile di fotografo e di sperimentatore. I suoi
esperimenti nel campo della microfotografia, ad esempio, gli
consentirono di fotografare, tra gli altri, il bacillo della
tubercolosi e di entrare in contatto epistolare con Robert Koch.
Questo Omaggio è a cura di Luigi Mantovani e Elisa Costanzo.
Nel MonFest grande rilievo hanno anche le sedi: il Castello, il
Teatro, il Duomo e la Sinagoga, una delle più belle l’Europa. Le
Forme del Tempo in Sinagoga si declinano nel Tempo della Storia dove
Lisetta Carmi sarà presente con il suo lavoro Viaggio in Israele e
Palestina Fotografie 1962-1967. La mostra è a cura di Daria Carmi
e di Giovanni Battista Martini. E il Tempo dello Spirito
trova la sua espressione nel Duomo cittadino nel cui nartece
Maurizio Galimberti presenta la rilettura dell’Ultima Cena di
Leonardo da Vinci, una tela da 6,20 x 1,50 metri.
I soggetti delle fotografie di Ilenio Celoria Fotomorfosi
Infernot sono le piccole architetture ipogee scavate nella pietra
che, dal 2014, sono state iscritte nella World Heritage List
dell’UNESCO nell’ambito de “I Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte:
Langhe-Roero e Monferrato”. L’esposizione è curata da Simona
Ongarelli.
Le mostre resteranno godibili oltre le giornate del Festival fino al
12 giugno 2022. Naturalmente accompagnate da workshop, letture,
portfoli e talk.
«Con questo prestigioso progetto – sottolineano il
vicesindaco Emanuele Capra e l’assessore Gigliola Fracchia
– la Città di Casale Monferrato vuole portare a livello
nazionale la grande fotografia. Partendo da Francesco Negri, padre
di alcune delle più innovative tecniche fotografiche moderne, si
vuole arrivare, attraverso importanti nomi della fotografia
mondiale, al coinvolgimento diretto delle nuove generazioni. Un
progetto ambizioso, che il territorio del Monferrato Unesco saprà
valorizzare al meglio».
Ufficio Stampa – Comune di Casale Monferrato
Gabriele De Giovanni, ufficiostampa@comune.casale-monferrato.al.it
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Ultimo
aggiornamento:
22-03-22
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