La mostra di Bari è un viaggio visivo che incrocia quattro punti
tematici: Donna, Ambiente, Pace, Cultura, stimolando riflessioni su
temi umanitari, su passaggi esistenziali, su utopie sociali, su
valori di giustizia al di sopra delle leggi.
Grazie alle
opere in mostra dell’artista americano Shepard Fairey,
nome in codice Obey, veniamo introdotti nel suo universo
cartaceo dallo stile inimitabile, basato sulle grafiche sovietiche e
futuriste di inizio Novecento, sulle pitture parietali
latinoamericane, sui muralismi italiani alla Mario Sironi.
Tra
le opere in esposizione serigrafie e litografie provenienti da
collezioni private che fanno di Obey il prototipo fluido del nuovo
artista politico, perché ha capito che i temi scottanti si
affrontano con simboli e intelligenza visiva, con l’impatto rapido
di un messaggio in cui riconoscersi senza confondersi. Tra questi,
ad esempio, Liberté, Egalité, Fraternité, una litografia del 2018 in
prestito da collezione privata, che Obey realizzò per esprimere la
propria solidarietà ai cittadini di Parigi all’indomani degli
attentati terroristici che colpirono la città nel novembre del 2015.
Raffigura la Marianne, simbolo della République, circondata dalle
parole del motto nazionale, su uno sfondo tricolore che riprende i
colori della bandiera francese. Obey donò una sua versione a stampa
a Emmanuel Macron, di cui ha sostenuto la candidatura presidenziale,
che fu esposta nel bureau del Palais de l’Elysée dopo la sua
elezione.
I riferimenti all’attualità sono continui e proficui nell’opera
dell’artista figlio di un medico e di una agente immobiliare,
cresciuto nella Carolina del Sud, dove ha seguito studi artistici e
nel 1988 si è diplomato presso l'Accademia d’Arte. «Obey produce
immaginari simbolici ad alto valore emozionale - spiega
Marziani. - La sua arte su carta attrae i nostri sensi in modo
spontaneo, ampliando il linguaggio informativo dei muri
metropolitani. Fairey ha capito che le pareti stradali rappresentano
la prima pagina della comu-nicazione virale, una nuova home page da
cui non puoi sottrarti e che ti avvolge nei rituali quotidiani».
Tra le opere esposte, sempre tra gli splendidi ritratti del mondo
femminile contemporaneo che Obey interpreta e traduce
dall’attualità, anche quello di Angela Davis, che in mostra è
protagonista di Spirit of Independence figura fondamentale per il
movimento afroamericano degli anni Settanta. Accusata di
cospirazione, rapimento e omicidio in relazione al fallito tentativo
di un gruppo di attivisti delle Black Panthers di liberare il
detenuto nero George Jackson in un’aula di tribunale, la Davis fu
arrestata e processata, diventando così popolare da mobilitare a suo
favore un gran numero di persone che si riunirono in comitati e
organizzazioni, non solo negli Stati Uniti ma anche in molti altri
paesi. Obey la ritrasse più volte, una di queste immagini è in
mostra, contribuendo a creare il mito di donna afroamericana,
simbolo sia del femminismo che dell’uguaglianza razziale.
«Dopo il grandissimo successo della mostra “Banksy.Realismo
capitalista”, MetaMorfosi è molto orgogliosa di presentare nel cuore
dell’estate l’esposizione di Shepard Fairey, in arte Obey –
sottolinea Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi Eventi
-. Si tratta di una mostra eccezionale, con oltre 70 opere, comprese
due eccezionali opere uniche, Obey marittima e Santa Margherita, che
racconta il complesso dei temi e delle battaglie civili su cui è
impegnato l’artista americano. Un’arte che si fa politica,
riempiendo il vuoto lasciato dalla vecchia politica e dal tramonto
delle ideologie del passato».
«Con questa nuova iniziativa Metamorfosi Eventi, dopo il realismo
capitalista di Banksy, propone alla città di Bari l’incontro con
l’universo artistico di un’altra figura iconica della street art
contemporanea: Shepard Fairey, universalmente noto come OBEY –
commenta il sindaco di Bari Antonio Decaro -. Parliamo di
un artista che sin dai suoi primi passi ha scelto di provocare
l’osservatore per innescare una riflessione sull’ambiente urbano e
sul contesto sociale e politico in cui ciascuno si muove, producendo
immagini divenute da tempo di culto in tutto il mondo. La mostra
negli spazi del Margherita entra perciò a gamba tesa nell’attualità
interrogandoci su alcuni dei temi più urgenti che siamo chiamati ad
affrontare, individualmente e collettivamente, primo tra tutti la
pace».
«Dopo Banksy – dichiara il presidente della Regione Puglia
Michele Emiliano – l’offerta artistico-culturale del Teatro
Margherita, a Bari, prosegue con Obey, un altro dei più popolari e
iconici autori di arte pubblica nel mondo. L’operazione si colloca
all’interno del vasto programma della Festa del Mare che, con il
sostegno di Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e
Pugliapromozione, consentirà di assicurare per tutta l’estate ai
baresi e ai tantissimi turisti già arrivati e in arrivo un’offerta
culturale diversificata e di qualità, facendo di Bari, insieme a
Taranto, le Capitali pugliesi della Cultura 2022».
«In continuità con il percorso sull’arte pubblica avviato in
città a partire dai quartieri periferici – sottolinea Ines
Pierucci, assessora alle Culture e al Turismo – con la mostra
di Obey intendiamo lanciare un altro messaggio rivoluzionario
attraverso la cultura. Le opere di Shepard Fairey ci permettono
infatti di descrivere il fenomeno politico dell’arte di strada,
capace di rivelare connessioni sorprendenti e di muovere riflessioni
radicali. Nel mese di settembre contiamo di condividere con la città
la programmazione del 2023, prospettando il futuro delle politiche
culturali cittadine con riferimento all’arte contemporanea. Dovremo
attendere che il cantiere a cura della Soprintendenza ci restituisca
l’ultimo lotto del Margherita per farne finalmente quel museo delle
arti e del contemporaneo al quale stiamo lavorando intensamente».
«La mostra Obey Peace Revolution, allestita nel teatro Margherita
fino al 28 agosto, rientra, in continuità con quella di Banksy che
si è conclusa nelle scorse settimane, nell’ambito delle attività che
stiamo realizzando con PugliaPromozione per la valorizzazione della
città di Bari – osserva la consigliera delegata alla Cultura
della Regione Puglia Grazia Di Bari-. Mostre
programmate nell’ambito della “Festa del Mare” del 2020, spostate ad
oggi a causa del Covid. È importante il lavoro in sinergia con il
Comune di Bari per dare vita a eventi di questa importanza, in grado
di attrarre turisti italiani e stranieri nell’ottica di quella
destagionalizzazione del turismo su cui stiamo lavorando da tempo.
Abbiamo tante idee per continuare a valorizzare la città di Bari e
tutte le città pugliesi che possono e devono diventare un polo di
riferimento culturale nazionale e internazionale».
«A Bari la cultura è sempre più internazionale, dopo il grande
successo della mostra di Bansky ora con la mostra di Obey, notissimo
street artist, proseguiamo nell’abbinamento fra turismo e cultura –
dice Luca Scandale, direttore generale di
Pugliapromozione. Chi sceglie la Puglia per le vacanze si
aspetta, oltre al sole e al mare, i piccoli borghi e
l’enogastronomia, un’offerta sempre più variegata di eventi
culturali. Il circuito dei teatri, di cui il Margherita di Bari fa
parte dimostra, anche con la mostra di Obey, come questi luoghi
multifunzionali possano essere il perno di attività
destagionalizzate».
«Teatro Pubblico Pugliese e Pugliapromozione continuano a
collaborare, in sinergia con la Regione Puglia, nella realizzazione
di progetti e manifestazioni nel segno di cultura e turismo e questa
mostra di Obey ne è una perfetta dimostrazione – prosegue
Marco Giannotta, vice presidente del Teatro Pubblico Pugliese.
Una sinergia che punta alla valorizzazione dell’offerta culturale in
tutta la Puglia con attività di alto profilo».
«Dopo il grandissimo successo della mostra “Banksy.Realismo
capitalista”, MetaMorfosi è molto orgogliosa di presentare nel cuore
dell’estate l’esposizione di Shepard Fairey, in arte Obey –
conclude Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi Eventi -.
Si tratta di una mostra eccezionale, con oltre 70 opere, comprese
due eccezionali opere uniche, Obey marittima e Santa Margherita, che
racconta il complesso dei temi e delle battaglie civili su cui è
impegnato l’artista americano. Un’arte che si fa politica,
riempiendo il vuoto lasciato dalla vecchia politica e dal tramonto
delle ideologie del passato».
OBEY PEACE REVOLUTION
25 giugno 28 agosto 2022
TEATRO MARGHERITA - BARI
orari di apertura:
● dalla domenica al giovedì: dalle ore 17:00 alle 22:00
● venerdì e sabato: dalle ore 17:00 alle 23:00
costo dei biglietti:
● intero: 5 euro
● ridotto (per over 65, giovani dai 6 ai 25 anni, universitari): 3
euro
● gratuito per: bambini fino ai 6 anni non compiuti; insegnanti
accompagnatori di gruppi scolastici; portatori di handicap e un loro
familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria
appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria; guide
turistiche in servizio (necessaria l’esibizione di valida licenza
rilasciata dalla competente autorità).
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Ultimo
aggiornamento:
26-06-22
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