| 
			
			La Parigi d’inizio Novecento, capitale culturale d’Europa, contava 
			circa 10 mila artisti ma fra i tanti irrompono sette italiani: 
			Giorgio de Chirico, suo fratello Alberto Savinio, Gino Severini, 
			Mario Tozzi, Massimo Campigli, Renato Paresce e Filippo de Pisis. 
			Sono 
			
			Les Italiens de Paris, tolgono la scena ai francesi che, 
			con disprezzo, li chiamano metechi ma suscitano l'ammirazione 
			dei colleghi.
 
 
  “Parigi era viva. De Chirico, Savinio e les italiens de Paris 
			(1928-1933)”, fino al 30 gennaio 2022, al Museo di Arti 
			Decorative Accorsi-Ometto, Torino, a cura di Nicoletta 
			Colombo e Giuliana Godio, è la mostra che restituisce 
			quel clima artistico, propositivo, dialogante e provocatorio, di un 
			crocevia spazio-temporale unico e irripetibile e, attraverso una 
			settantina di opere, riesce a tirar fuori quella tensione europeista 
			maturata tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, 
			un’epoca che vide Parigi farsi scenario di una cultura cosmopolita e 
			interattiva, antitradizionale, in cui maturare il confronto con i 
			movimenti avanguardisti. 
 Il titolo dell’esposizione si ispira a “Parigi era viva”, 
			autobiografia di Gualtieri di San Lazzaro – celebre 
			scrittore, editore e critico d’arte italiano, emigrato a Parigi – in 
			cui vengono raccontate in terza persona la vita e le vicende 
			lavorative di Picasso, di Matisse e de Les Italiens.
 
 La mostra segue un percorso classico e metafisico, meccanico e 
			surrealista, inconscio e cerebrale, onirico e giocoso, e il fil 
			rouge invita all'ottimismo. Il criterio nella selezione delle opere 
			da parte delle due curatrici si orienta su tematiche che strizzano 
			l'occhio a un nuovo classicismo trasognato, in equilibrio tra reale 
			e fantastico, storia e mito, tradizione e avanguardia; per dirla 
			alla André Breton, nel Secondo manifesto del surrealismo, in modo 
			che si trovi il «punto in cui reale e immaginario cessano di 
			essere percepiti in modo contraddittorio».
 
			
			Si comincia con de Chirico, tra rimandi metafisici e richiami al 
			classico. Si prosegue con Alberto Savinio e il mescolamento di 
			antico e moderno, le ibridazioni metamorfiche, ma anche i paesaggi 
			da sogno verso l'ignoto. Viene poi la sezione di Massimo Campigli, 
			con i riferimenti a modelli etruschi e a una figura femminile sempre 
			centrale. Filippo de Pisis si può osservare nella pittura 
			frammentaria, René Paresce nell'intensità e malinconia, nonché nel 
			disorientamento e nell'inquietudine. Severini rivive invece 
			soprattutto nei temi musicali. Il percorso si conclude con Tozzi, 
			divulgatore dello “spirito italiano” che popola il suo universo di 
			figure archetipiche, architettoniche, realistiche e idealizzate. 
 
				
					
						| 
						
						 
						
						Parigi era viva. De Chirico, Savinio e 
						les italiens de Paris (1928-1933)ottobre 2021 - gennaio 2022
 Fondazione Accorsi – Ometto Museo di Arti Decorative
 Via Po, 55 – 10124 Torino
 info@fondazioneaccorsi-ometto.it
 https://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/
 |  
				
			|   |  
			| 
				  | 
						| 
					 | 
			Ultimo 
			aggiornamento:  
			22-03-22 
			
							
							
							 | 
 | 
 |  |