Mostra promossa dalla Pinacoteca
cantonale Giovanni Züst e dall’Archivio del Moderno
dell’Università della Svizzera italiana, in partenariato
con i Musei Vaticani e con il patrocinio della
Biblioteca Apostolica Vaticana e della Fondazione della
Guardia Svizzera Pontificia del Vaticano.
Nell’immaginario collettivo Domenico Fontana è
associato all’impresa del trasporto e
dell’elevazione dell’obelisco Vaticano e alle
trasformazioni apportate al tessuto urbano di Roma
attraverso l’apertura di nuovi assi viari. La mostra
Le “invenzioni di tante opere”. Domenico Fontana
(1543-1607) e i suoi cantieri, promossa dalla
Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio,
Cantone Ticino, Svizzera) e dall’Archivio del
Moderno dell’Università della Svizzera italiana, in
partenariato con i Musei Vaticani, e con il
patrocinio della Biblioteca Apostolica Vaticana e
della Fondazione della Guardia Svizzera Pontificia
del Vaticano, si propone invece di osservare l’opera
dell’architetto di Melide da un’altra angolazione,
mettendone in luce il dialogo con i numerosi artisti
e artigiani che collaborarono alla realizzazione dei
grandi cantieri da lui progettati e diretti, tra
Roma, Napoli, Amalfi e Salerno.
Curata da Nicola Navone, Letizia Tedeschi
(Università della Svizzera italiana-Archivio del
Moderno) e Patrizia Tosini (Università Roma Tre), e
aperta al pubblico dal 27 novembre 2022 al 19
febbraio 2023, la mostra intende infatti mettere in
luce le dinamiche attraverso cui, nelle opere più
prestigiose di Domenico Fontana, di committenza
papale e reale, l’opera delle botteghe artistiche di
pittori, scultori, bronzisti, stuccatori, indoratori
e incisori si sovrappone e si integra al lavoro di
muratori, vetrai, stagnai e fabbri. Si ha così modo
di vivere, in mostra, l’esperienza dei grandi
cantieri artistici della Roma papale di fine
Cinquecento e della Napoli vicereale del decennio
successivo, attraverso la presenza di rilevanti
opere d’arte di pittori quali il Cavalier D’Arpino,
Cesare Nebbia, Giovanni Guerra, Paul Bril, Andrea
Lilio, Ferraù Fenzoni, Giovanni Balducci, Belisario
Corenzio, scultori in bronzo e in marmo, come
Bastiano Torrigiani, Lodovico Del Duca e Leonardo
Sormani, medaglisti come Domenico Poggini.
Di questa straordinaria coralità che unisce le più
diverse competenze, vuole parlare la mostra,
suddivisa in tre sezioni principali, articolate al
loro interno in sottosezioni tematiche.
La prima sezione (Domenico Fontana: i luoghi, i
committenti, l’impresa) oltre a render conto
attraverso apparati multimediali dell’insieme delle
opere realizzate dall’architetto a Roma e Napoli, si
focalizza sui suoi committenti, rappresentati dal
magnifico busto di Sisto V (pontefice dal 1585 al
1590), opera congiunta di Bastiano Torrigiani e
Taddeo Landini, e da un ritratto di Filippo III
proveniente dal Rijksmuseum di Amsterdam (il sovrano
di Spagna salito al trono nel 1598, che avallò la
costruzione del nuovo palazzo Reale di Napoli).
La seconda sezione (Il cantiere fontaniano: dal
progetto all’esecuzione) indaga invece una delle
straordinarie peculiarità dei cantieri allestiti da
Domenico Fontana, vale a dire l’accordo armonioso e
continuo tra lo spazio e le decorazioni al suo
interno, siano esse affreschi, stucchi, sculture in
marmo o bronzo. Lo spazio viene modellato e scandito
da una profusione decorativa frutto di
un’organizzazione complessa e sapiente, sotto la
regìa di Fontana. La pittura (come nel caso della
decorazione della villa Peretti Montalto) si
intreccia all’architettura dipinta e allo stucco,
vero o simulato, in un rapporto di continuità con
gli ambienti e le superfici murarie.
La sezione mette in luce l’assetto di lavoro
introdotto da Domenico Fontana e le sue novità
rispetto al passato, come la molteplicità dei
capicantiere, ognuno impegnato per la sua parte. Nei
cantieri di pittura un ruolo rilevante fu svolto
dagli artisti Cesare Nebbia e Giovanni Guerra, due
specialisti già pienamente formati nel decennio
precedente a quello di papa Sisto V (1585-1590), che
si relazionano con Fontana per l’organizzazione
delle superfici da affrescare, producendo numerosi
disegni destinati ad essere messi in opera da
artisti diversi.
Un altro aspetto degno di rilievo, che la mostra
vuole illustrare, è il gusto per i materiali e le
tecniche a confronto, in una continua sfida tra le
arti intrecciate a vari livelli, dal più corsivo
intervento artigianale, sino ai più alti
raggiungimenti artistici in termini qualitativi ed
estetici. Si è pertanto voluto esemplificare,
attraverso delle opere emblematiche – ad esempio, il
busto in marmi policromi di Pio V della Galleria
Nazionale dell’Umbria, ma anche il già menzionato
busto di Sisto V – l’abilità degli artisti attivi
nei cantieri coordinati da Fontana e l’effetto di
sorprendente virtuosismo tecnico raggiunto da questi
ultimi.
La terza sezione (Saperi tecnici) è infine dedicata
alla celebre impresa del trasporto e
dell’innalzamento dell’obelisco Vaticano e degli
altri obelischi di Roma, ma anche alla meno
eclatante (ma di «non piccola difficultà», come ebbe
a scrivere lo stesso Fontana) traslazione della
medievale cappella del Presepe all’interno della
cappella Sistina in Santa Maria Maggiore. Una
speciale attenzione viene rivolta alla “officina del
trattato”, vale a dire l’articolato processo di
elaborazione e pubblicazione del volume di Domenico
Fontana, Della Trasportatione dell’obelisco
Vaticano, il cui Libro primo uscì a Roma nel 1590,
seguito da un Libro secondo dato alle stampe a
Napoli nel 1604. Particolarmente rilevanti sono due
disegni preparatori di Giovanni Guerra per le
incisioni di Natale Bonifacio (provenienti dagli
Uffizi e dalle Beaux-Arts de Paris) come pure il
fascicolo, conservato a Roma presso la Biblioteca
Angelica, che raccoglie le bozze di gran parte delle
tavole del Libro primo, corredate al margine dalle
osservazioni manoscritte dell’Agostiniano Angelo
Rocca, illustre filologo e teologo, sovrintendente
della Tipografia Apostolica Vaticana fondata da
Sisto V.
Una particolarità dell’allestimento è infine
costituita dalle riproduzioni digitali, fotografie
immersive e ricostruzioni multimediali, realizzate
da Studio Visuale, che accompagnano le opere creando
un ricco e sfaccettato apparato digitale che integra
e arricchisce il racconto, interagendo in maniera
diretta con il visitatore.
La mostra illustra i risultati del progetto di
ricerca, finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per
la ricerca scientifica (FNS), L’impresa Fontana tra
XVI e XVII secolo: modalità operative, tecniche e
ruolo delle maestranze” e si svolge nell’ambito del
progetto FNS-Agorà The «invention of many works».
Domenico Fontana (1543-1607) and his buildings works
(CRAGP1_199500, 2022-2024), volto a favorire il
dialogo tra comunità scientifica e società civile.
Domenico Fontana nacque a Melide nell’attuale
Cantone Ticino (Svizzera) nel 1543. Esordisce come
stuccatore a Roma a partire dal 1563, dove
interviene nei cantieri del cardinale Ricci (gli
attuali Palazzo Sacchetti e Villa Medici), nel
Palazzo del Campidoglio e nella Chiesa Nuova in
Santa Maria in Vallicella. È attestato anche a Villa
d’Este a Tivoli nel 1568. Nel 1584 costruisce la
Cappella Sistina in Santa Maria Maggiore per il
cardinale Felice Peretti, futuro papa Sisto V, che
diventerà il suo principale committente. La nuova
cappella incorporò la duecentesca Cappella del
Presepio di Arnolfo di Cambio: il piccolo sacello fu
trasportato all'interno della costruzione
utilizzando complesse macchine di cantiere. Per lo
stesso committente costruì la grandiosa Villa
Montalto alle Terme. Con l'accesso al soglio di San
Pietro di Felice Peretti,Fontana , ricevette
prestigiose committenze: costruì il complesso del
Laterano che sostituì l’antico Patriarchio, con il
Palazzo, la Loggia delle benedizioni e l’edificio
della Scala Santa, il Palazzo Apostolico e la
Biblioteca Apostolica Vaticana. È ancor oggi celebre
per l’innalzamento dell'obelisco in Piazza San
Pietro, impresa di cui pubblicò un resoconto nel suo
libro Della Transportatione dell'obelisco Vaticano e
delle fabriche di Sisto V, pubblicato a Roma nel
1590. Eseguì, inoltre, l'innalzamento di altri tre
obelischi antichi nell’odierna Piazza del Popolo
(Obelisco Flaminio), Piazza Santa Maria Maggiore
(Obelisco Esquilino) e Piazza San Giovanni in
Laterano (Obelisco Lateranense). Ottenne dal papa il
titolo di cavaliere dell’Ordine dello Speron d’oro.
Alla morte di Sisto V, l’architetto, accusato di
malversazioni, fu costretto a trasferirsi nel 1592 a
Napoli dove fu al servizio dei viceré spagnoli,
impegnati in grandi opere per la nuova e seconda
capitale del Regno. Fece il progetto per il porto di
Napoli e fu incaricato della progettazione del
Palazzo Reale la cui costruzione fu avviata nel
1600. Morì a Napoli nel 1607 e fu sepolto nella
chiesa di Sant'Anna dei Lombardi. A seguito del
crollo della chiesa nel 1805, la salma fu traslata
nel vestibolo della Chiesa di Monteoliveto dove
l'Arciconfraternita dei Lombardi si trasferì.
Le "invenzioni di tante opere". Domenico Fontana
(1543-1607)
e i suoi cantieri
Fino al 19 febbraio 2023
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio),
Cantone Ticino, Svizzera
6862 Rancate (Mendrisio)
Cantone Ticino - Svizzera
telefono +41 (0)91 816 4791
fax +41 (0)91 816 4799
e-mail decs-pinacoteca.zuest@ti.ch
url www.ti.ch/zuest
Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello
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