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			 "Nelle 
			Camere a Sud si entra in punta di piedi, portando rispetto per i 
			profumi, i colori, le passioni ed i ricordi che esse gelosamente 
			conservano. 
 
			Sono luoghi sacri, di una sacralità pagana, in cui i bambini di
			Angelo Barile hanno perso la loro primigenia innocenza e ci 
			guardano con occhi che affogano tra segni profondi, scavati dalla 
			violenza degli adulti nei loro volti ridotti ormai a pura merce di 
			scambio, in un "baratto" senza pietà.
 
			Nelle Camere a Sud, il colore caldo e avvolgente delle morbide 
			pennellate di Loredana Cacucciolo delimita i contorni sfumati 
			delle "Stanze di Andrea", in cui oggetti simbolici, come il cuscino 
			a pois, lo scrigno e la tenda raffiorano nella memoria, non 
			attraverso le dimensioni ma attraverso i colori, rosa, rosso e 
			giallo.
 
			E poi all'improvviso le "Rose Rosse" di Massimo Catalani, 
			quasi tridimensionali, materiche, agglomerati di polvere monocroma, 
			che il vento impetuoso della Conoscenza e dell'Arte ha rubato al 
			deserto del Sahara ma anche ai monumenti e alle cave del travertino 
			ascolano.
 
			Nelle "Camere a Sud" si nascondono anche le forme preziose e 
			raffinate delle figure femminili, dipinte con garbo e pudizia da 
			Antonella Cinelli, che avvolge di rispetto e candore i nudi 
			delle sue modelle, altrimenti soggetti a interpretazioni di corrotta 
			sensualità.
 
			I volti maschili di Stefania Fabrizi si sfaldano sullo 
			sfondo dei suoi quadri, costituendo un'unica massa atomica, simile 
			al delirio dinamico dei futuristi.
 
			E a popolare le Camere a Sud troviamo i volti femminili di 
			Marina Mancuso, che colano colori sulla tela, lasciando tracce 
			del dolore, della passione e dell'orgoglio delle donne, a qualsiasi 
			etnia appartengono e a qualsiasi Dio credano.
 
			Ma nelle Camere a Sud lo sguardo si apre anche sulla natura della 
			splendida Puglia, in cui la perizia fotografica di Maria 
			Cucinella coglie l'antica fusione panica tra elemento 
			fitomorfico e elemento antropomorfico in un luogo magico e 
			misterioso come Castel del Monte." - Testo a cura di Maria 
			Cristina Calvaresi   |