Fra pochissimi giorni a
Villa Manin di Codroipo (Udine), si va ad inaugurare una mostra
dedicata a Emanuel Rudzitsky - figlio di immigrati russi , nato a
Filadelfia e divenuto Man Ray nel 1912 - una grande esposizione a
cura di Guido Comis e Antonio Giusa con la collaborazione
della Fondazione Marconi di Milano. In mostra le sue icone "Le
Violon d’Ingres", Cadeau, e quasi 300 lavori suddivisi tra disegni,
fotografie, dipinti e film sperimentali. |
La mostra è un excursus nella vita dell’artista: dagli anni
d’esordio fra New York e Ridgefield – New Jersey, sede di una vivace
colonia di artisti – alle prime opere dadaiste; dall’arrivo a Parigi
nel 1921, alla fuga dalla Francia occupata dopo un ventennio di
attività intensissima; dagli anni di Hollywood, dove Man Ray si
stabilisce al ritorno in America, agli ultimi due decenni di vita
trascorsi a Parigi. Non si tratta tuttavia di un iter
semplicemente cronologico, ma di un percorso articolato in una
successione di approfondimenti che hanno per tema la scoperta
della vocazione all’arte, il rapporto con gli amici artisti e il
contributo alla definizione dell’estetica dadaista e surrealista,
l’elaborazione di tecniche fotografiche come il rayograph e la
solarizzazione, l’immagine della donna, le sperimentazioni
cinematografiche e altri ancora.
Gli amici artisti
Già a partire dal periodo newyorchese, quando strinse amicizia con
Marcel Duchamp, e a maggior ragione negli anni parigini, Man Ray
frequentò molti fra i più importanti artisti del Novecento: oltre al
citato Duchamp, Francis Picabia e Pablo Picasso, poi Henri Matisse,
Giorgio De Chirico e Constantin Brancusi, solo per citare alcuni
nomi. L’esposizione mette in evidenza il sodalizio sia umano che
creativo con queste figure e molte altre attraverso gli
indimenticabili ritratti a cui Man Ray affidò il loro ricordo, ma
anche attraverso opere di Man Ray stesso o degli artisti citati che
testimoniano le curiosità e gli ambiti di ricerca condivisi.
La figura femminile
Così come dalle amicizie con i colleghi artisti, la vita e l’opera
di Man Ray furono segnate dall’incontro con donne affascinanti: Kiki
de Montparnasse, Lee Miller, Meret Oppenheim, Juliet Browner e molte
altre che non furono solo modelle e, spesso, amanti, ma vere e
proprie muse capaci di ispirare, attraverso il proprio corpo, alcune
delle sue opere più celebri: dal Violon d’Ingres, che ha per
protagonista Kiki, alla Erotique Voileé, serie fotografica nata
dalla collaborazione con Meret Oppenheim, per giungere ai magnifici
ritratti che Man Ray scattò alla moglie Juliet Browner nel corso
degli anni. Oltre a un’ampia selezione di fotografie femminili la
mostra presenta opere in cui i corpi delle donne si fondono con
architetture, oggetti geometrici, forme inanimate. L’erotismo di
queste immagini lascia trapelare anche l’interesse per il marchese
De Sade, che grande influenza esercitò sugli artisti surrealisti.
Man Ray e il cinema
La creatività di Man Ray si espresse anche nei film sperimentali
girati negli anni Venti:
Retour à la raison, Emak Bakia, Les Mystères du Chateau du dé,
Etoile de mer, testimonianze di eccezionale inventiva nell’uso della
cinepresa e oggi unanimamente considerati fra i capolavori della
cinematografia surrealista.
La sezione "Man Ray e il cinema", è stata curata da Carlo Montanaro.
MAN RAY
Villa Manin
Passariano, Codroipo (Udine)
13 settembre 2014 – 11 gennaio 2015
Informazioni
Azienda speciale Villa Manin
Piazza Manin 10, 33033 Passariano, Codroipo (Udine)
www.villamanin.it
e-mail: info@villamanin.it tel: +39 0432 821211
Orari: Da martedì a domenica: 10.00–19.00
Chiuso lunedì
Biglietti: Intero: 10€ Ridotto: 8€ Gruppi: 5€
È compresa nel costo del biglietto l’audioguida in italiano e in
inglese.
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