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		 “Woman in Light” è la mostra 
		dedicata a Lisa Bartleson (Seattle Washington, 1968), l’artista 
		erede del movimento californiano degli anni Sessanta/Settanta denominato
		Light and Space che accomuna gli artisti che utilizzano la luce 
		al fine di creare spazi esistenziali che esaltino la percezione 
		dell’individuo.  | 
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			 L’indagine 
			della Bartleson va ben oltre la sperimentazione su luce e 
			spazio perché ciascun’opera è composta con una sorta di 
			nuova tecnica di mosaico, come nessun altro finora si era cimentato. 
			Le centinaia di pezzetti di Mylar - un materiale plastico che 
			nasce negli USA proprio negli anni Sessanta per soddisfare gli 
			artisti del tempo nella loro costante ricerca di fornire all’arte 
			sempre più nuove soluzioni espositive – sono disposti con la 
			tecnica dell’accumulazione, più volte sperimentata durante il 
			Novecento e che nelle sue opere si trasforma in gestualità, 
			necessaria per liberarne la creatività. 
			 
			Lisa Bartleson nasce con una mentalità scientifica, derivata dagli 
			studi universitari in biologia, ma è il suo lato emotivo a 
			preponderare nella sua vita e, di conseguenza, nella sua arte: 
			un’emotività semplice, composta di piccole cose e momenti, come un 
			panorama o un tramonto, che animano di colore e luce ogni sua opera. 
			Non ha bisogno di forma perché si propone di raffigurare ciò che non 
			può essere rappresentato normalmente grazie a colori e sfumature 
			diverse, che insieme donano un senso di movimento. Bartleson non può 
			fare a meno della luce, delle infinite sfumature che offre allo 
			sguardo, determinando milioni di nuances di colore. L’espressività 
			somma di questa donna e di quest’artista sta nella forza del colore 
			potente e prepotentemente irrompente nella sua vita. 
			 
			La mostra consiste in una sorta di light show – dal punto di vista 
			musicale assimilabili alle sperimentazioni durante i concerti dei 
			Jefferson Airplane negli USA o dei Pink Floyd in 
			Inghilterra – poiché inscena un’esperienza visiva molto forte: non 
			sarà l’uso di tecnologie d’avanguardia a catturare l’attenzione del 
			pubblico bensì i giochi di luce multicolore, prodotti dal Mylar, e 
			di riflesso grazie all’utilizzo della resina in cui le opere vengono 
			“imbevute” per poterne permettere la rifrazione. La lucidità che ne 
			deriva, un’ennesima sperimentazione, permette allo spettatore di 
			percepire il senso di profondità interno alla struttura. Un 
			esperimento cinetico/visuale, di stampo tipicamente californiano, 
			che ci permette di dire che le opere della Bartleson contengono e si 
			offrono alla visione attraverso una luce interna, la composizione in 
			sé, e una luce esterna, data dalla sua stessa rifrazione. 
			Un’ulteriore dimostrazione della vastità di possibilità che l’arte 
			offre al mondo dalle sue origini ad oggi. 
			 
			 
			 
			Lisa Bartleson - Woman in Light 
			Torino - dal 29 luglio al 21 settembre 2014 
			 
			RAFFAELLA DE CHIRICO GALLERIA D'ARTE 
			Via Della Rocca 19 (10123) 
			Via Giolitti, 52 
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