Partito giovanissimo in compagnia di
Giovanni Giacometti alla volta di Parigi e poi della
Bretagna, dove vive l’esperienza Nabis a Pont-Aven sulle tracce di
Gauguin, Amiet si farà conoscere per le sue straordinarie qualità di
colorista.
Per un ventennio, nel corso dei primi due decenni del Novecento, la
sua opera rappresenta la punta di diamante dell’avanguardia
artistica svizzera. Non solo Amiet si ritrova nel cuore delle nuove
tendenze francesi, tra simbolisti e neoimpressionisti, ma pochi anni
dopo anche tra i fondatori, con Kirchner, Heckel e
alcuni altri del gruppo Die Brücke, all’origine
dell’espressionismo tedesco.
Nei primi due decenni il suo lavoro si contraddistingue per la
continua sperimentazione, le innovative scelte compositive e
soprattutto cromatiche.
Amiet è anche noto per i suoi soggetti - i suoi paesaggi, le sue
figure, le sue nature morte – sempre improntati a un forte senso di
armonia e serenità . E sviluppa nel tempo, senza mai venirne meno,
un proprio codice di valori positivi, incentrato sul sentimento di
pienezza e di felicità che si gode in un’esistenza trascorsa in
armonia con il mondo esterno, pienamente appagata dalla bellezza
della natura, dalle sue innumerevoli manifestazioni di luci e
colori.

La rassegna del Museo d’arte di Mendrisio, la prima in Ticino e in
area italiana, è curata da Simone Soldini, direttore del
Museo, con Franz Müller, curatore del catalogo ragionato
dell’opera di Amiet dagli esordi fino al 1960, e Aurora Scotti,
tra i maggiori esperti di pittura italiana ed europea di fine
secolo, autori di importanti contributi in catalogo. La mostra
presenta circa settanta dipinti e una sessantina di opere su carta e
ricostruisce il lungo e ricchissimo percorso pittorico di Amiet.
Capolavori provenienti dalla Fondazione Amiet di Oschwand e
da svariati tra i maggiori istituti museali della Svizzera : primo
fra tutti il Kunstmuseum di Soletta, il quale vanta nelle sue
collezioni alcuni tra i più significativi dipinti del pittore,
seguito dal Kirchner Museum di Davos, il Kunstmuseum di Berna, il
Kunsthaus di Zurigo, il Musée d’art et d’histoire di Friborgo, la
Collection Pictet di Ginevra, l’Aargauer Kunsthaus, il Kunstmuseum
di Olten, tra gli altri.
Esposte opere magnifiche come Ragazza bretone sotto gli alberi
(1893), le tre versioni di Paradiso (quella, celebre, del 1894-1895,
l’olio del 1900-1901 e l’ultima del 1958), Doppio ritratto (1903),
Natura morta floreale (1904), Studio per “le ragazze gialle” (1905),
ammirato da Kirchner, La ragazza gialla (1907), La raccolta delle
mele (1907), Nudo femminile sdraiato con fiori (1912), Autoritratto
davanti a un dipinto del giardino (1919), Liette (1932).
All’interno del percorso il ruolo centrale occupato da Amiet
nella storia artistica svizzera sarà testimoniato da una decina di
confronti con artisti del panorama contemporaneo europeo da Paul
Gauguin a Henri Matisse, da Giovanni Giacometti e Ferdinand Hodler a
Ernst Ludwig Kirchner, da Alexej von Jawslensky e Marianne Werefkin
a August Macke, da Gabriele Münter a Ernst Morgenthaler, così da
poter ricreare nelle sale il clima nel quale si è mossa l’intera
carriera di Amiet.
Letizia Castiello
Ufficio Stampa MUSEO D’ARTE MENDRISIO
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