Il programma prevede un ciclo di tre mostre , accompagnate da
altrettante pubblicazioni, contraddistinte dalla presenza di autori
e opere di generazioni diverse, dalle avanguardie storiche del
Novecento ai linguaggi della più stretta contemporaneità. Al primo
appuntamento, dedicato alla materia come “sostanza”, seguirà un
secondo momento aperto alla dimensione del tempo e rivolto al tema
della “materia in trasformazione”, cui farà seguito un terzo e
ultimo capitolo volto a indagare quelle forme artistiche che, in
fasi diverse, si sono confrontate con l’ideale dell’“assenza di
materia”, trascendendo il piano materiale per cogliere quello
astratto.
Se l’attenzione al medium, all’impiego dei diversi materiali, ha da
sempre costituito un aspetto importante della produzione artistica,
a partire soprattutto dal Secondo dopoguerra l'attenzione per la
materia come elemento originario è divenuta il punto focale di molte
ricerche, tanto da potere individuare una tendenza diffusa che,
trovando nel tempo ragioni sempre nuove, ha attraversato i decenni,
fino ad arrivare ai nostri giorni. Da questa consapevolezza nasce
l’idea di una “trilogia” dedicata al tema della Materia, eletta a
strumento privilegiato di analisi e critica di una contemporaneità
sempre più caratterizzata da ideali di virtualità e
smaterializzazione.
La prima delle tre mostre in programma, che inaugurerà il
prossimo 4 ottobre, rivolge lo sguardo a quelle opere nelle quali
l'attenzione per la materia sembra precedere qualsiasi altro tipo di
interesse: lavori in cui concetti tradizionali, come la forma o
l’immagine, ma anche valori più recenti, come la partecipazione o
l’interattività, sono messi in secondo piano o avversati per
lasciare spazio all’indagine dei materiali nella loro più intrinseca
valenza, laddove il concetto stesso di “materiale” si infrange per
aprirsi a un’idea più profonda di “materia” come elemento
originario, come sostanza primordiale costituente il tutto.
In particolare, l’esposizione intende raccontare questa dimensione
attraverso tre diverse restituzioni: quella di chi ha guardato
all’elemento materiale, concreto, come a un’entità originaria,
precedente o alternativa alla forma; quella di chi ha interpretato
la natura umana come parte di un più ampio discorso materiale e
quella di chi, nel processo di penetrazione della materia, si è
spinto nel profondo, ai confini della materialità stessa,
cogliendone la dimensione infinitesimale ed energetica.
Attraverso una ricca selezione di opere realizzate tra la metà
degli anni Quaranta e i giorni nostri – non necessariamente
rappresentative di interessi duraturi, anzi talvolta interpretabili
come eccezioni o momenti all’interno di percorsi artistici di
diversa natura – il percorso espositivo intende restituire,
all’interno di un’unica visione integrata, questa preziosa
dialettica, oscillante tra la materialità dell’Informe e la
materialità dell’Invisibile, poli soltanto apparentemente antitetici
e in realtà coesistenti e complementari.
Black Hole. Arte e matericità tra informe e invisibile presenterà
lavori di artisti di generazioni diverse – Alberto Burri, Piero
Manzoni, Lucio Fontana, Jean Fautrier, Jean Dubuffet, Antoni Tàpies,
Hans Josephsohn, Urs Fisher, William Tucker, Ryan Sullivan, Marcos
Grigorian, Florence Peake, Thomas Ruff, Jol Thomson , soltanto
per citarne alcuni – che hanno manifestato la necessità di penetrare
il senso della materia per definire una forma espressiva critica e
radicale insieme a documenti d’archivio, filmati d’epoca e
strumentazioni scientifiche impiegate nello studio della
composizione della materia.
La mostra si avvarrà del prezioso contributo della Fondazione
Meru/Medolago Ruggeri per la ricerca biomedica, già promotrice,
con l’Associazione BergamoScienza e la GAMeC, di Meru Art*Science
Award, il riconoscimento che tra il 2013 e il 2017 ha premiato i
lavori degli artisti Invernomuto, Renaud Jerez, Sarah Sparkes,
Jol Thomson e Laurent Grasso, chiamati a presentare un progetto
che elaborasse una riflessione sul binomio arte e scienza.
A partire dal 2018, e per il prossimo triennio, sarà attivo un nuovo
programma di ricerca con l’intento di approfondire il dialogo tra le
due discipline. Coordinato da Anna Daneri con Alessandro
Bettonagli e Lorenzo Giusti, Meru Art*Science Research
Program – questo il nuovo format – finanzierà ogni anno la ricerca
di un artista individuato dal comitato scientifico, composto dai
rappresentanti delle tre istituzioni insieme ad altri partner
internazionali, e la realizzazione di un intervento “site specific”
per lo Spazio Zero della GAMeC nell’ambito del programma pluriennale
di mostre sul tema della materia e quale parte del calendario del
festival BergamoScienza.
BLACK HOLE.
ARTE E MATERICITÀ TRA INFORME E INVISIBILE
a cura di Sara Fumagalli e Lorenzo Giusti
5 OTTOBRE 2018 – 6 GENNAIO 2019
Opening: 4 ottobre 2018
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Via San Tomaso 53 - 24121 Bergamo
Tel. +39 035 270272 / Fax + 39 035 236962
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Ultimo
aggiornamento:
13-10-22
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