Bruno Munari (Milano, 1907-1998), designer, scrittore e uno
dei massimi protagonisti dell'arte programmata e cinetica, è autore
di una ricerca multiforme che, al di là di ogni categorizzazione,
definisce la figura di un intellettuale che ha interpretato le sfide
estetiche del Novecento italiano, esplorando la relazione fra le
discipline e l'interscambio fra il concetto di opera e quello di
prodotto, fra forma e funzione.
La mostra presentata al Plart analizza un aspetto in particolare e
uno specifico corpo di lavori di Munari, le Proiezioni a luce fissa
e le Proiezioni a luce polarizzata realizzate negli anni Cinquanta
del secolo scorso, con cui porta a compimento la sua ricerca volta a
conquistare una nuova spazialità oltre la realtà bidimensionale
dell’opera. L’artista, esplorando la nozione di dipingere con la
luce, arriva dapprima, nel 1950, al processo di smaterializzazione
dell’arte attraverso l’uso di proiezioni di diapositive intitolate
Proiezioni Dirette: composizioni con materiali organici, pellicole
trasparenti e colorate in plastica, pittura, retini, fili di cotone
fermati fra due vetrini. Questi piccoli collage erano proiettati al
chiuso e all’aperto, sulle facciate di edifici, dando una sensazione
di monumentalità e conquista di un'inedita spazialità,
tridimensionale e pervasiva, dell’opera. Nasce così la "pittura
proiettata" di Munari che, progredendo nelle sue indagini, giunge al
suo culmine nel 1953, quando scopre e mette a punto per la prima
volta il modo in cui scomporre lo spettro di luce attraverso una
lente Polaroid. Utilizzando, infatti, un filtro polarizzato movibile
applicato a un proiettore per diapositive, Munari ottiene le
Proiezioni Polarizzate con cui compie l'utopia futurista di una
pittura dinamica e in continuo divenire.
Le proiezioni dirette e quelle polarizzate sono presentate per la
prima volta nel 1953 a Milano nello studio di architettura B24, che
allora era uno spazio per le esposizioni del MAC-Movimento per
l'arte concreta, e poi nel 1955 al MoMA di New York con il titolo di
Munari's Slides, nell'ambito di una mostra personale.
Successivamente saranno presentate nel 1955 alla Galleria Nazionale
d'Arte Moderna di Roma ed infine a Tokyo, Stoccolma, Anversa,
Zurigo, Amsterdam.
Questa parte peculiare della complessa e variegata produzione
artistica di Bruno Munari sarà per la prima volta presentata a
Napoli, a seguito della ricerca condotta dalla Fondazione Plart, che
ha svolto un accurato lavoro scientifico di digitalizzazione dei
vetrini che saranno proiettati in specifici ambienti della mostra.
Trattandosi di opere risalenti a oltre cinquant’anni fa (Proiezioni
Dirette, 1950; Proiezioni Polarizzate, 1953), il lavoro di
digitalizzazione si è reso necessario anche per la conservazione di
queste opere, vista la loro precaria costituzione materiale.
Inoltre, la digitalizzazione consente di portare alla conoscenza del
pubblico un particolare aspetto del lavoro di Munari rimasto
sconosciuto per molto tempo, colmando, altresì, i vuoti e le
mancanze presenti nella ricostruzione non solo di alcuni aspetti
della sua ricerca ma più in generale della storia dell’arte
contemporanea, soprattutto nel rapporto arte-tecnologia. Infatti, il
lavoro di Munari che sarà presentato in mostra ha inciso in modo
determinante sui successivi sviluppi dell'Arte cinetica in Francia e
dell'Arte programmata in Italia. In più, gli ambienti realizzati per
mezzo di proiezione diretta o di proiezione polarizzata hanno
anticipato in modo assolutamente seminale soluzioni proprie delle
video-installazioni multimediali e, di conseguenza, delle più
recenti metodologie e linee di ricerca dell’arte interattiva, come
il Mapping e la Kinect-Art.
Per informazioni consultare i siti www.fondazioneplart.it e
www.madrenapoli.it
INAUGURAZIONE: 29 novembre 2018 ore 19:00
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Ultimo
aggiornamento:
13-10-22
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