In esposizione, una decina di dipinti ad olio su tela e su faesite,
unitamente ad una cospicua selezione di incisioni a puntasecca e ad
una scultura in bronzo. Il percorso della mostra si completa,
inoltre, con un excursus attraverso la pittura reggiana del tardo
Ottocento (con opere di Gaetano Chierici, Giovanni Costetti e
diversi altri) ed un dipinto seicentesco di Cristoforo Munari.
«Abbiamo scelto di approfondire lo studio dell’opera di Antonio
Ligabue – spiegano i curatori Antonio e Claudio Esposito
– in quanto
colpiti dal carattere visionario del suo lavoro, dalla drammaticità
e dalla forza espressiva che caratterizza tutti i suoi dipinti,
rintracciati nel tempo all’interno di importanti collezioni
private».
«Antonio Ligabue – scrive Sergio Negri nel catalogo
della mostra “Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore”, allestita
nel 2018-19 ai Musei Civici Eremitani di Padova – non era uno
sprovveduto né tanto meno un incolto, bensì un pittore che, pur
operando completamente al di fuori di norme o schemi consueti ai
ruoli dell’artista contemporaneo, sapeva quel che voleva; un pittore
che sapeva esprimersi con tale “qualità” da risultare violenta e
irrefrenabile forza creativa; un pittore che sfuggiva ai consensi
critici dell’epoca, se non per la sregolatezza della sua vita, quasi
certamente per la distanza dalle formule culturali correnti».
Il percorso artistico di Antonio Ligabue (Zurigo, 1899 - Gualtieri,
Reggio Emilia, 1965) viene generalmente suddiviso in tre periodi: le
opere del primo periodo (1927-1939), dai colori inizialmente tenui e
diluiti e in seguito maggiormente intensi e corposi, sono dedicate a
scene di vita agreste e animali feroci in atteggiamenti non
eccessivamente aggressivi; i lavori del secondo periodo (1939-1952)
sono segnati dalla scoperta e dall’uso della materia grassa e da una
scrupolosa rifinitura della rappresentazione, che comprende i primi
autoritratti e scene di violenza in misteriose giungle equatoriali,
così come vedute agresti; le opere del terzo periodo (1952-1962), il
decennio maggiormente prolifico, sono caratterizzate da un segno di
contorno vigoroso e continuo.
«Vederlo dipingere – conclude Negri – era entusiasmante:
la sua mano andava libera e sicura sulla tela, senza pentimenti o
titubanze, istintivamente guidata da una ricca fantasia visionaria».
La mostra, che sarà inaugurata sabato 18 maggio 2019 alle ore 18.00,
sarà visitabile fino al 15 giugno 2019, da lunedì a sabato ore
10.00-13.00 e 16.00-19.30, domenica e giovedì pomeriggio solo su
appuntamento. Catalogo disponibile in galleria con un testo di
Sergio Negri.
Nel
segno di Antonio Ligabue
A cura di
Antonio e Claudio Esposito
Testo di Sergio Negri
Phidias Antiques, Reggio Emilia
18 maggio – 15 giugno 2019
Inaugurazione: sabato 18 maggio, ore 18.00
Orari: da lunedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.30, domenica e
giovedì pomeriggio solo su appuntamento.
Catalogo disponibile in galleria con un testo di Sergio Negri
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Ultimo
aggiornamento:
13-10-22
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