Quando anche le donne si misero a
dipingere, o meglio venne loro riconosciuto il diritto di farlo,
Fede Galizia fu tra le prime a ottenere riconoscimento e successo
internazionali. Accanto a lei, tra Cinque e Seicento protagoniste al
femminile della pittura furono poche altre: Sofonisba Anguissola
e Artemisia Gentileschi, innanzitutto, che sono state e sono
al centro di parecchie esposizioni, anche in virtù delle loro vite
avventurose.
Apparentemente schiva e riservata, Fede
ottenne commissioni di norma affidate solo agli uomini. A Milano,
dove il padre Nunzio era arrivato dal Trentino, fino alla corte
praghese dell’imperatore Rodolfo II.
E, quasi a confermare il suo “non protagonismo”, solo ora il mondo
del’arte le riserva una mostra monografica. A curarla sono
Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa, insegnanti dell’Università
statale di Milano, e a promuoverla e proporla (dal 2 luglio al 24
ottobre 2021) è il Castello del Buonconsiglio, a Trento,
terra d’origine della famiglia di Fede.
Dopo un lungo oblio, Fede Galizia ha da
qualche decennio riconquistato il credito internazionale che l’aveva
circondata in vita. Come conferma il prezzo di quasi due milioni di
euro ottenuto a una recente asta newyorchese da una delle sue
magnifiche Nature morte.
Sono proprio queste piccole, preziose, rappresentazioni di fiori e
frutta ad essere oggi principalmente accostate al suo nome. Ma, come
evidenzierà la mostra trentina, Fede ha affrontato anche soggetti
che hanno affascinato molte artiste (ed artisti): in primis la
rappresentazione di Giuditta che, imperturbabile, esibisce, su un
vassoio, la testa decapitata di Oloferne.
Ragazza prodigio, si cimentò con questo tema
più volte. Le sue Giuditte, nelle vesti e nelle sofisticate
capigliature, ricordano come Fede abbia esordito da miniaturista e
creatrice di gioielli e abiti, nella bottega del padre Nunzio.
L’attività della Galizia è documentata a Milano, a partire almeno
dal 1587, e la sua vita si svolge lì in prevalenza fino alla morte,
avvenuta dopo la Grande Peste del 1630.
Il trasferimento da Trento a Milano deve essere avvenuto sulla
scorta del padre Nunzio, artista pure lui, impegnato nel mondo del
commercio dei ventagli e in quello della cartografia: gli spetta
infatti una, precoce e dettagliata, veduta incisa di Milano, che
risale al 1578.
Come affermano i curatori della mostra: “Fede
– un nome programmatico per l’Europa della Controriforma – ottiene
un successo straordinario tra i committenti dell’epoca, tanto che
opere sue raggiungono, prima del 1593, tramite la mediazione di
Giuseppe Arcimboldi, la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo.
Gli studi novecenteschi, prevalentemente italiani ma non solo, hanno
dato particolare risalto all’attività di Fede come autrice di nature
morte, alle origini di questo fortunato genere. Sembra giunto il
momento di ripensare nel suo complesso il profilo dell’artista, che
fu autrice di ritratti e pale d’altare, destinati a sedi tutt’altro
che locali (Napoli, per esempio). A tutt’oggi non esiste un
repertorio completo delle numerose testimonianze letterarie che
celebrano, in versi e in prosa, le doti di Fede Galizia, da
intrecciare con un completo regesto documentario, che sarà
approntato per l’occasione.
La mostra aspira a rispondere, tramite la presentazione delle opere
e adeguati confronti, alla domanda: perché Fede Galizia piaceva
tanto? Quali sono le ragioni del suo successo nell’epoca in cui
visse? Quanto ha pesato in questo il suo essere donna? Come cambia
la valutazione di un’opera d’arte tra il lungo crepuscolo del
Rinascimento e il mondo di oggi?”.
INFO
www.buonconsiglio.it
info@buonconsiglio.it
T 0461233770
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Ultimo
aggiornamento:
22-03-22
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