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LE BOTTIGLIE DI GIORGIO MORANDI


"[...]
Le "bottiglie" di Morandi, non sono semplici contenitori, ogni tela che le ritrae in colori tenui, spesso "gessati", illuminata da una luce impalbile, ma viva ,ha qualcosa di "magico", ipnotico. Semplici oggetti che evocano in chi li osserva, sentimenti "delicati", teneri e intrisi di una serenità avvolgente. La pittura morandiana, non ha tempo, ne è fuori e dentro, sospesa in una dimensione fruibile oggi, come ieri, come domani, perché rifiuta l'identità "codificata" delle cose. La realtà stessa, e' per l'artista "surreale": "Per me non vi è nulla di astratto: peraltro ritengo che non vi sia nulla di più surreale, e di più astratto del reale." (Giorgio Morandi). La bottiglia, quindi, da semplice oggetto "funzionale", privata della sua identità specifica, si trasforma in una sorta di "musa ispiratrice" ,da riempire ogni volta con nuovi significati,indotti da stati d'animo del momento. E' solo un "mezzo", un "segno" tramite il quale, e' possibile esprimere, un universo emotivo che solo chi tiene in mano il pennello, conosce, ma che misteriosamente e' capace di trasmettere in chi sa "vedere" oltre il visibile. L'elemento metafisico si esplicita in Morandi in maniera più intimistica e quindi poetica e sentimentale, che non ironica-intellettualistica come invece presente e distintiva nell'opera di altri grandi interpreti di questa corrente artistica (vedi De Chirico). Difatti il pittore bolognese, pur avendo vissuto momenti di condivisione con futuristi e surrealisti, non si omologa, ma individua una sua personale forma espressiva che lo rende unico e riconoscibile." - SUSANNA BENASSI  (https://www.viviversilia.it/2014/02/16/la-poetica-silenziosa-di-giorgio-morandi/)