II primi appuntamenti dei quali, fatti salvi gli imprevisti, vi
daremo a breve conferma, avranno luogo a partire da giovedì 3 marzo
2022, ore 16.00, presso il Giardino d’Inverno (sala Convegni)
del Palazzo Ducale di Urbino, con la presentazione del libro La
contessa Virginia Verasis di Castglione di Benedetta Craveri,
edito da Adelphi. Seguirà, il 24 marzo, la presentazione del volume
Porta Virtutis di Patrizia Cavazzini, edito da De Luca
Editori d’Arte e, il 29 aprile, Il racconto del Cortegiano,
di Edgarda Ferri, edito da Solferino. Si chiuderà questa
prima tornata con la presentazione del saggio Giusto di Gand e la
Comunione del Duca d'Urbino a cura di Francesca Bottacin.
A tutte le presentazioni saranno presenti autori e ospiti.
La contessa Virginia Verasis di Castglione di Benedetta
Craveri
«Io
non credo nell'amore, è una malattia che passa com'è venuta ...
prendetemi oggi, non contate di avermi domani» scrive Virgina
Verasis di Castiglione a uno dei suoi innumerevoli amanti, palesando
la sua esigenza più radicata e insopprimibile: non avere padroni.
Un'esigenza che emerge prepotentemente dal racconto che della sua
vita ci propone l'autrice di Amanti e regine. Tutti noi – grazie
agli scritti di testimoni e biografi, a film e sceneggiati
televisivi, nonché ai moltissimi ritratti fotografici che in anni
recenti sono stati pubblicati ed esposti – crediamo di sapere chi
sia stata la contessa di Castiglione: una «seduttrice seriale» di
incomparabile bellezza che, dopo aver conquistato (secondo le
istruzioni ricevute dal conte di Cavour) Napoleone III e abbagliato
la corte del Secondo Impero, si chiuse in una casa senza specchi
nascondendo ai propri occhi e a quelli del mondo la sua
inarrestabile decandenza. Ma colei che Robert de Montesquiou
consacrò per sempre come «la divine comtesse» è stata molto di più,
e Benedetta Craveri, la quale ha rintracciato negli archivi italiani
e francesi un'ingente mole di lettere totalmente inedite, ce lo fa
scoprire lasciando che sia Virginia a parlarci di sé: dei suoi
amori, delle sue ambizioni, delle sue paure, delle sue ossessioni.
Vengono così alla luce aspetti sorprendenti di una donna che seppe
usare il suo fascino, ma anche la sua intelligenza politica, la sua
audacia, la sua volontà di dominio, la sua straordinaria abilità di
commediante, e anche una buona dose di cinismo, per raggiungere un
traguardo all'epoca inimmaginabile: disporre liberamente della
propria esistenza. Una ribellione alle regole imposte dalla morale
del secolo borghese che, scrive Craveri, «ha mantenuto intatta la
sua forza incendiaria e che ancora oggi disturba, sconcerta,
scandalizza».
Porta Virtutis di Patrizia Cavazzini
Il
volume riesamina il processo a Federico Zuccari (1540 ca. - 1609),
accusato di «eccessi» per aver disegnato un cartone satirico
intitolato Porta Virtutis che illustrava il trionfo dell'artista
virtuoso sui propri detrattori ignoranti. Esposto sulla facciata
della chiesa di S. Luca nel giorno della festa dei pittori (18
ottobre 1581), il cartone scatenò l'ira del papa bolognese Gregorio
XIII, causando l'espulsione di Federico e del Passignano, suo
collaboratore, da tutto lo Stato della Chiesa, con la proibizione di
intraprendere qualsiasi lavoro di pittura. Nessun altro pittore
nella Roma di quel tempo fu processato e condannato per il contenuto
di una sua opera. Federico sostenne sempre che la sua allegoria
aveva un significato generico e non era diretta contro nessuno in
particolare: intendeva semplicemente ammonire i colleghi e il
pubblico a non esprimere giudizi negativi sulle opere altrui per
invidia e presunzione.
Il racconto del Cortegiano, di Edgarda Ferri
Edgarda
Ferri, combinando ricerca storica, curiosità e vivacità del
racconto, nel quadro di una vita dipinge un'epoca: questa
«autobiografia» ci restituisce il Rinascimento nei suoi gloriosi
dettagli e nelle sue umanissime passioni, come un grande romanzo
italiano.
«Edgarda Ferri racconta Baldassare Castiglione grazie a una mole
di documenti, lettere e ritratti giunti fino a noi» - Natalia
Aspesi, Robinson
Spendeva in abiti, libri e cavalli, era amico di artisti,
consigliere di principi e confidente di dame. Scriveva lunghe
lettere alla madre, dense di dettagli e pettegolezzi. Amava il gioco
del potere e della politica ma ne rimase più volte scottato e
deluso. Ebbe due grandi amori: Elisabetta Gonzaga, conosciuta da
bambino e andata sposa a Guidubaldo da Montefeltro, e Ippolita
Torelli, che finalmente sposò dopo una serie di fidanzamenti
concordati per interesse o calcolo. Fu un'unione singolarmente
felice ma dal tragico destino, alla quale non ne seguirono altre:
rimasto vedovo, prese i voti per entrare al servizio di papa
Clemente VII. Morì in Spagna, dove l'imperatore Carlo V in persona
pianse la scomparsa di «uno dei migliori cavalieri del mondo». È un
vero e proprio racconto d'avventure, la vita di Baldassarre Castiglione, che ci porta tra gli intrighi delle maggiori corti del
Cinquecento: dalla Mantova di Isabella d'Este alla Milano di
Ludovico il Moro e poi a Roma, dove Castiglione conobbe Michelangelo
e Raffaello alla fastosa corte di papa Leone X, il figlio di Lorenzo
il Magnifico. Ma fu a Urbino che scrisse il trattato con cui sarebbe
passato alla storia, Il Cortegiano.
Giusto di Gand e la Comunione del Duca d'Urbino a cura di
Francesca Bottacin
La
Comunione degli apostoli, eseguita a Urbino dal misterioso pittore
fiammingo Giusto di Gand per una potente confraternita tuttora
esistente, costituisce, con la predella di Paolo Uccello, la Pala
del Corpus Domini. Tra le prime tavole a olio dipinte in Italia, è
la più imponente di tutto il Quattrocento fiammingo. Solenne e
raffinata, l'opera viene descritta da Giorgio Vasari come la
"Comunione de 'l Duca d'Urbino": Federico da Montefeltro, infatti,
vi compare ritratto insieme al fratello Ottaviano Ubaldini della
Carda. Sotto la loro egida il Ducato conobbe nel Rinascimento un
capitolo artistico meraviglioso e cruciale, ancora parzialmente
avvolto nel mistero: la Pala è uno dei tasselli che ne aiutano la
comprensione. Il libro, frutto di vent'anni di studi e ricerche, si
propone dunque di ricostruirne le vicende. Un recupero della memoria
passata, attraverso la letteratura artistica, i documenti, la fitta
bibliografia e un nuovo studio esegetico. Gli approfondimenti di
specialisti internazionali, infine, danno conto della
musealizzazione, dello stato di conservazione, dei restauri e della
tecnica di questo dipinto affascinante, tuttora enigmatico e
avvincente.
Galleria Nazionale delle Marche
Palazzo Ducale di Urbino
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Ultimo
aggiornamento:
22-03-22
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