Un autore a Palazzo

Incontri nel Giardino d’Inverno

La Galleria Nazionale delle Marche, dopo qualche incontro “sperimentale” nel corso del 2021, torna a proporre degli appuntamenti a tema letterario, aprendo le porte del Palazzo Ducale di Urbino. Già dalle prossime settimane quindi, inizierà una serie di eventi nei quali, gli autori, presenteranno le loro opere più recenti.


II primi appuntamenti dei quali, fatti salvi gli imprevisti, vi daremo a breve conferma, avranno luogo a partire da giovedì 3 marzo 2022, ore 16.00, presso il Giardino d’Inverno (sala Convegni) del Palazzo Ducale di Urbino, con la presentazione del libro La contessa Virginia Verasis di Castglione di Benedetta Craveri, edito da Adelphi. Seguirà, il 24 marzo, la presentazione del volume Porta Virtutis di Patrizia Cavazzini, edito da De Luca Editori d’Arte e, il 29 aprile, Il racconto del Cortegiano, di Edgarda Ferri, edito da Solferino. Si chiuderà questa prima tornata con la presentazione del saggio Giusto di Gand e la Comunione del Duca d'Urbino a cura di Francesca Bottacin. A tutte le presentazioni saranno presenti autori e ospiti.


La contessa Virginia Verasis di Castglione di Benedetta Craveri
«Io non credo nell'amore, è una malattia che passa com'è venuta ... prendetemi oggi, non contate di avermi domani» scrive Virgina Verasis di Castiglione a uno dei suoi innumerevoli amanti, palesando la sua esigenza più radicata e insopprimibile: non avere padroni. Un'esigenza che emerge prepotentemente dal racconto che della sua vita ci propone l'autrice di Amanti e regine. Tutti noi – grazie agli scritti di testimoni e biografi, a film e sceneggiati televisivi, nonché ai moltissimi ritratti fotografici che in anni recenti sono stati pubblicati ed esposti – crediamo di sapere chi sia stata la contessa di Castiglione: una «seduttrice seriale» di incomparabile bellezza che, dopo aver conquistato (secondo le istruzioni ricevute dal conte di Cavour) Napoleone III e abbagliato la corte del Secondo Impero, si chiuse in una casa senza specchi nascondendo ai propri occhi e a quelli del mondo la sua inarrestabile decandenza. Ma colei che Robert de Montesquiou consacrò per sempre come «la divine comtesse» è stata molto di più, e Benedetta Craveri, la quale ha rintracciato negli archivi italiani e francesi un'ingente mole di lettere totalmente inedite, ce lo fa scoprire lasciando che sia Virginia a parlarci di sé: dei suoi amori, delle sue ambizioni, delle sue paure, delle sue ossessioni. Vengono così alla luce aspetti sorprendenti di una donna che seppe usare il suo fascino, ma anche la sua intelligenza politica, la sua audacia, la sua volontà di dominio, la sua straordinaria abilità di commediante, e anche una buona dose di cinismo, per raggiungere un traguardo all'epoca inimmaginabile: disporre liberamente della propria esistenza. Una ribellione alle regole imposte dalla morale del secolo borghese che, scrive Craveri, «ha mantenuto intatta la sua forza incendiaria e che ancora oggi disturba, sconcerta, scandalizza».


Porta Virtutis di Patrizia Cavazzini
Il volume riesamina il processo a Federico Zuccari (1540 ca. - 1609), accusato di «eccessi» per aver disegnato un cartone satirico intitolato Porta Virtutis che illustrava il trionfo dell'artista virtuoso sui propri detrattori ignoranti. Esposto sulla facciata della chiesa di S. Luca nel giorno della festa dei pittori (18 ottobre 1581), il cartone scatenò l'ira del papa bolognese Gregorio XIII, causando l'espulsione di Federico e del Passignano, suo collaboratore, da tutto lo Stato della Chiesa, con la proibizione di intraprendere qualsiasi lavoro di pittura. Nessun altro pittore nella Roma di quel tempo fu processato e condannato per il contenuto di una sua opera. Federico sostenne sempre che la sua allegoria aveva un significato generico e non era diretta contro nessuno in particolare: intendeva semplicemente ammonire i colleghi e il pubblico a non esprimere giudizi negativi sulle opere altrui per invidia e presunzione.
 

Il racconto del Cortegiano, di Edgarda Ferri
Edgarda Ferri, combinando ricerca storica, curiosità e vivacità del racconto, nel quadro di una vita dipinge un'epoca: questa «autobiografia» ci restituisce il Rinascimento nei suoi gloriosi dettagli e nelle sue umanissime passioni, come un grande romanzo italiano.
«Edgarda Ferri racconta Baldassare Castiglione grazie a una mole di documenti, lettere e ritratti giunti fino a noi» - Natalia Aspesi, Robinson
Spendeva in abiti, libri e cavalli, era amico di artisti, consigliere di principi e confidente di dame. Scriveva lunghe lettere alla madre, dense di dettagli e pettegolezzi. Amava il gioco del potere e della politica ma ne rimase più volte scottato e deluso. Ebbe due grandi amori: Elisabetta Gonzaga, conosciuta da bambino e andata sposa a Guidubaldo da Montefeltro, e Ippolita Torelli, che finalmente sposò dopo una serie di fidanzamenti concordati per interesse o calcolo. Fu un'unione singolarmente felice ma dal tragico destino, alla quale non ne seguirono altre: rimasto vedovo, prese i voti per entrare al servizio di papa Clemente VII. Morì in Spagna, dove l'imperatore Carlo V in persona pianse la scomparsa di «uno dei migliori cavalieri del mondo». È un vero e proprio racconto d'avventure, la vita di Baldassarre Castiglione, che ci porta tra gli intrighi delle maggiori corti del Cinquecento: dalla Mantova di Isabella d'Este alla Milano di Ludovico il Moro e poi a Roma, dove Castiglione conobbe Michelangelo e Raffaello alla fastosa corte di papa Leone X, il figlio di Lorenzo il Magnifico. Ma fu a Urbino che scrisse il trattato con cui sarebbe passato alla storia, Il Cortegiano.


Giusto di Gand e la Comunione del Duca d'Urbino a cura di Francesca Bottacin
La Comunione degli apostoli, eseguita a Urbino dal misterioso pittore fiammingo Giusto di Gand per una potente confraternita tuttora esistente, costituisce, con la predella di Paolo Uccello, la Pala del Corpus Domini. Tra le prime tavole a olio dipinte in Italia, è la più imponente di tutto il Quattrocento fiammingo. Solenne e raffinata, l'opera viene descritta da Giorgio Vasari come la "Comunione de 'l Duca d'Urbino": Federico da Montefeltro, infatti, vi compare ritratto insieme al fratello Ottaviano Ubaldini della Carda. Sotto la loro egida il Ducato conobbe nel Rinascimento un capitolo artistico meraviglioso e cruciale, ancora parzialmente avvolto nel mistero: la Pala è uno dei tasselli che ne aiutano la comprensione. Il libro, frutto di vent'anni di studi e ricerche, si propone dunque di ricostruirne le vicende. Un recupero della memoria passata, attraverso la letteratura artistica, i documenti, la fitta bibliografia e un nuovo studio esegetico. Gli approfondimenti di specialisti internazionali, infine, danno conto della musealizzazione, dello stato di conservazione, dei restauri e della tecnica di questo dipinto affascinante, tuttora enigmatico e avvincente.


Galleria Nazionale delle Marche
Palazzo Ducale di Urbino
Piazza Rinascimento 13, 61029 Urbino (PU)
Telefono: 0722 2760 | Fax: 0722 4427
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Gli eventi rispetteranno tutte le procedure di legge per il contenimento della diffusione del Covid-19 previste dalla normativa vigente.

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Ultimo aggiornamento:  22-03-22