Il labirinto della pittura | |||||||||||||
"Michele Depalma. Il labirinto della pittura" è la
mostra dedicata al noto maestro rutiglianese, a cura di Clara Gelao,
promossa dall’Assessorato per i Beni e le Attività Culturali della
Provincia di Bari, che si terrà presso la Pinacoteca Provinciale
“Corrado Giaquinto” dal 16 novembre 2013 al 30 marzo 2014. | |||||||||||||
L’esposizione si colloca nell’alveo delle iniziative espositive che la Pinacoteca Provinciale di Bari – museo che vanta il possesso di alcune fondamentali opere dell’arte italiana medievale, rinascimentale e moderna – , partendo da piccoli tasselli del proprio patrimonio, dedica ai più interessanti maestri pugliesi poco noti al di fuori dei confini regionali. È il caso del pittore Michele Depalma, nato a Rutigliano (Bari) nel 1927, e ancora ivi operoso. Formatosi nei primi anni Cinquanta presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove ebbe a maestro Emilio Notte (di cui sarebbe poi divenuto assistente), Giovanni Brancaccio, Vincenzo Ciardo e Costanza Lorenzetti, il Depalma espone in importanti manifestazioni internazionali e nazionali, tra cui la Biennale di Venezia del 1956, la Quadriennale di Roma del 1959 e il Maggio di Bari, che costituisce la più valida manifestazione espositiva pugliese assurta ai fasti nazionali.
Nel 1976 ottiene la cattedra di
Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, ma vi rinuncia
per ritrasferirsi in Puglia, dove insegna a lungo presso l’Accademia
di Belle Arti. Allo scopo di fornire alla Puglia un centro
d’informazione sugli avvenimenti culturali e artistici contemporanei
fonda, con altri cinque artisti pugliesi, La Galleria d’Arte “Centrosei”.
La pittura di Depalma ha seguito un percorso lungo e complesso:
negli anni Cinquanta egli rielabora la poetica cézanniana di solidi
volumi colorati, con una sua personale formula figurativa che guarda
contemporaneamente alle avanguardie storiche, a Mondrian e a Klee. È
proprio quest’ultimo a suggerirgli, negli anni Sessanta, una pittura
fatta non solo di colori, ma di sottili ritmi grafici, in cui la
riconoscibilità oggettuale va via via perdendosi e che approda
successivamente all’astrattismo, sorretto da una solidissima
costruzione geometrica e formale e dall’uso di campiture di colore
puro, accostato con grande libertà e originalità e “forma” esso
stesso. La mostra, a cura di Clara Gelao, direttrice della
Pinacoteca Provinciale “Corrado Giaquinto” di Bari, sarà costituita
da una selezione di un centinaio di dipinti, provenienti da
collezioni pubbliche e private italiane, che illustreranno l’intero
percorso dell’artista, e accompagnata da un catalogo interamente a
colori (Bari, Mario Adda Editore), contenente vari saggi critici
introduttivi, la riproduzione a tutta pagina dei dipinti esposti, le
schede scientifiche, la bibliografia e gli apparati. | |||||||||||||
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