Erminio Loy

Erminio Loy - Autoritratto

Erminio Loy nacque a Trieste il 16 giugno del 1891 ed è morto a Roma il 30 gennaio del 1955, dopo aver vissuto una esistenza tutta dedita all'arte, lasciando sparsi tra gallerie, pinacoteche e collezioni private, suoi dipinti e qualche scultura.

 

Un nudo di Loy"Avendo compiuto gli studi artistici a Firenze - quindi italianissimo - a soli diciannove anni Erminio Loy si trasferì a Roma, città ove visse tutti i suoi giorni, le sue ore fatte di trasparenza di colore, di purezza di linea, di poetici accenti, siccome il suo gran cuore gli suggeriva ed il suo estro gli dettava. Nei suoi primi anni di soggiorno romano, l'Artista si instradò per il cammino della scultura sotto la guida del Fallani, per abbandonare ben presto scalpelli e martello, conquistato dalla morbidezza dei pennelli, sedotto dalla irridescenza del colore. E, disegnatore impeccabile e padrone della linea e dell'anatomia umana proprio per essere stato in principio scultore, eccolo a prediligere la figura, per divenire successivamente maestro del nudo.
 

Dora, Nudo di Erminio LoyAnimatore di ogni iniziativa, infatti, nel dopoguerra, e precisamente negli anni che vanno dal 1944 al 1946, lo vediamo alacre iniziatore di quella ricostruzione dell' Associazione Artistica Internazionale in via Margutta di Roma, sede del novello Circolo Artistico, che lo chiamò a dirigere ivi stesso la tanto celebrata Scuola del Nudo. Fu qui che Loy passò gli ultimi anni della sua vita, spostandosi dal suo studio-abitazione aggrappato ai tetti del Babuino, per accorrere tra i giovani d'ogni età e nazionalità, onde elargire suggerimenti, incoraggiamenti, esperienze.
 

Loy avNudo in poltrona, Erminio Loyeva nel carattere proprio, insita una dolcezza pacata, la stessa che trasfondeva nelle sue opere, e che notiamo sui volti delle modelle, giammai esasperati, duri od ostili. In fondo Loy amava cantare le bellezze muliebri nella lro più spiccata femminilità, pastose e duttili, nel rincorrersi di curve e volumi. Ma non fu provocante alcun suo lavoro, chè il Nostro velava ogni nudità con quella maestria veramente pittorica, sì da non nasconder nulla, pur facendo nulla trasparire d'osceno o d'eccitante. I suoi nudi sono sempre composti, a volte ritti nel busto, altri assisi o di spalla, ma giammai una gamba è separata dall'altra, nè possiamo trovar discordanza d'accordi cromatici in questi torsi colti dall'occhio d'un esperto, tradotti dalla scioltezza d'una mano sicura." -Testo di Aurelio T. Prete

Tratto dal volumetto ERMINIO LOY della collana Artisti d'Oggi, pubblicato nel maggio del 1956 a cura della ERS, Roma.

 

 

 

Ultimo aggiornamento:  30-01-22