Scriveva
Pietro Marino : "Tra Puglia e Milano,
Filippo Alto ha
trovato la giusta misura di rapporto umano e artistico. la
sua estate pugliese è divenuta sempre più lunga e continua,
una presenza recuperata anche di lavoro e non solo di
incontri. Questa nuova situazione non è indifferente alla
sua pittura: così bisognosa di aderire al genius loci, di
alimentarsi di cose viste a lungo, pur nella libera
rielaborazione di una cultura che ha meditato con
intelligenza prudente sulle liberazioni moderne del
linguaggio.
Così le immagini della sua terra erano negli anni Settanta
soprattutto frammenti di memoria nostalgica, impressioni
colte e conservate a volo come da un finestrino di treno.
Oggi possono distendersi in contemplazione, e costituirsi in
segni posseduti e filtrati in simboli, come in un nuovo
spazio araldico. Quarti di una nobiltà fatta di brani
architettonici, muri e balconi, tralci di vite e nodosi rami
di ulivo.
E’ come una sintesi di quella civiltà di natura e di
storia che il pittore respira dalla sua residenza di
campagna fra Locorotondo, Martina Franca e Cisternino.
Sintesi
non certo da banale illustratore. Alto ha amato immergere i
suoi stemmi pugliesi in quel colore rosso-bruno,
rosso-vinaccia, rosa-viola che è ormai la sua cifra doc.
Immagino che sia anch’essa un po’ natura, segno di terra e
luce di tramonti; un po’ pellicola mentale. Quasi un
viraggio che rende le immagini più astratte, ne fa un
collante dell’immaginazione, nel caleidoscopio di
frammenti."
E Renzo Biasion : "Filippo Alto è un
esempio tipico del pittore di memoria che porta la natura in
città. Complicato da un’altra nostalgia, ancora più fonda e
antica, quella per la terra natale, la terra solare che
tutti i meridionali portano nel cuore. Pittura di sentimento
e di memoria, si potrebbe rapidamente definire, la sua.
Attualissima, da quando è in atto il recupero dell’oggetto,
e, insieme, con esigenze particolarmente sentite dai
giovani, il ritorno ai sentimenti, o meglio la loro
riconquista.
La pittura di memoria è squisitamente mentale. Tutta la pittura, per la
verità, è mentale, perché il solo istinto non basta a
organizzare un quadro (qui il discorso porterebbe lontano)
ma è chiaro che nel “plein-air” certe operazioni, di scelta,
di taglio, di rapporti, di eliminazione del particolare
inutile, e così via, devono avvenire rapidamente, mentre
nella pittura di memoria tutto passa attraverso un filtro,
che lentamente depura, decanta. Filippo Alto, vivendo a
Milano, dipinge il Sud, la sua Puglia. Case, cieli, alberi,
che egli vede come al di là di una finestra, in un gioco
compositivo che lega l’interno all’esterno. L’interno è di
una casa, morbida, pigra, con oggetti di un’intimità
borghese d’altri tempi, lo specchio ovale, le tende a
colori, il vaso “liberty”; l’esterno è un “vero” rivissuto
liricamente, sia nell’impaginazione che nella grafia e,
soprattutto, nel colore."
Il mio video-clip su Youtube con alcuni dipinti di Filippo
Alto
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