Giovanni Latronico
raccontato da Myriam Latronico
Chi è Giovanni Latronico
??
Non chiedetelo a lui, potrebbe occupare pagine e pagine
senza darvi risposte precise. Gianni Latronico è un Artista.
No, non solo perché dipinge, scrive, compone da una vita. È
un artista perché vive nel mondo dell'arte, ai confini
lontani della realtà, sempre in bilico tra la fredda terra e
l'impalpabile mondo delle idee, l'Iperuranio, un universo
etereo e che tuttavia non consente strade di ritorno. È un
artista per quel suo modo sottile e acuto di percepire ciò
che sta al di là del visibile e di tradurlo in immagini e
parole. Ma non è un essere astratto. È una persona semplice,
nata in un paesino di provincia, sperduto tra le colline del
profondo Sud, da una famiglia di umili origini, composta da
otto figli, un cane, un gatto, un maialino e tanti conigli,
una famiglia che viveva in uno stanzone che i più piccoli
chiamavano "la casa grande". Non aveva scarpe, né cibo, ma
tanti sogni e un asino per amico. Alla zappa preferiva i
libri: sperava, un giorno, di diventare professore. Spesso
si imboscava per poter leggere e studiare, ma quando suo
padre lo scopriva volavano cinghiate su quel figlio
disgraziato, che nella testa aveva grilli che solo i figli
di papà potevano permettersi. Non è un racconto d'altri
tempi, ma la storia di un ragazzo che è andato via di casa,
che ha sudato per continuare a coltivare il suo sogno, che
l'ha inseguito, l'ha rincorso, l'ha afferrato ogni volta che
sembrava sfuggirgli tra le dita. Fino al giorno della sua
laurea, a Milano, all’Università Bocconi, quando con
orgoglio si arrogò il diritto di scrivere a suo padre un
telegramma con un'unica parola: "Laureato". Poi le prime
supplenze, il concorso e l'ambita cattedra. Piccole
soddisfazioni. Grandi gioie per un ragazzo che con tutte le
sue forze ha avuto il coraggio di seguire i propri sogni, di
non arrendersi alle difficoltà, di riuscire a sfuggire alla
condanna di una terra avara e ingrata. Oggi continua a
seguire la sua vocazione artistica, scrive e dipinge, ma
soprattutto lavora per promuovere artisti più o meno
giovani, più o meno affermati; scrive per loro, organizza
mostre, collabora con riviste d'arte e ancora... non ha
perso il gusto delle piccole grandi sfide.
L'ultima?
Tradurre la Divina Commedia nel suo dialetto, il ferrandinese, nel desiderio utopico di restituire alle sue
origini una dignità che la povertà del passato ha sempre
negato. Ecco. Questo è Gianni Latronico. Questo è mio padre.
Un uomo che, nonostante il fluire della vita, continua a
sognare un mondo perfetto, un artista che ha sposato le sue
idee e che per loro vive e si batte.
Myriam Latronico
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Caleidoscopio Cromatico 1 , Gianni Latronico
Caleidoscopio Cromatico 2 ,
Gianni Latronico
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