Artisti si nasce , pittori si diventa :
L'acquarello
L'acquarello è una
tecnica straordinaria, imprevedibile e, appunto perché tale, molto
stimolante. Due sono i tipi, entrambi idrosolubili e legati con gomma
arabica: l'acquarello puro e la gouache, il primo è trasparente e il secondo
coprente. Con l'acquarello il colore viene costruito con lavature
translucide attraverso le quali s'infiltra il bianco della carta, con la
gouache - essendo coprente- si usa per creare macchie uniformi e per
ottenere lavature leggere.
Naturalmente i due tipi di acquarello sono usati in maniera diversa: con
quello puro si lavora su carta bianca e si opera dal chiaro allo scuro
(quindi importante è decidere dall'inizio quali parti devono rimanere
completamente bianche. La gouache invece rende meglio su fondo colorato in
quanto il colore contiene un pigmento bianco e l'artista può correggere,
dipingervi sopra e creare sottili particolari.
L'uso combinato di entrambi - consigliabile ai più esperti - è molto
efficace e vi assicuro che il risultato è eccezionale.
La carta per acquarello
Oggi esiste una sbalorditiva gamma di carte per acquarello e, come per ogni
prodotto, quella di buona qualità è molto costosa, ma (un consiglio che do a
chi si cimenta per la prima volta) vi conviene usarla per non rimanere
delusi per una causa addebitabile non a voi ma al supporto scadente.
La carta
per acquerello viene classificata secondo la "grammatura": si
dirà, ad esempio, carta da 200 grammi intendendo un foglio dal peso
di 200 grammi per ogni metro quadro.
Il peso è molto importante: tenete conto che più la carta è pesante
tanto più assorbe l'acqua; quelle più leggere devono essere stirate
per evitare che, nel momento in cui vengono bagnate, si
raggrinziscano. Quelle più pesanti (parlo delle carte superiori ai
300 g) possono essere utilizzate senza stiratura, ma, se si pensa di
bagnarle molto, è meglio stirarle.
Come si stira la carta. Innanzitutto accertatevi del lato giusto
(tenetela controluce per individuare la filigrana nella parte alta),
bagnatela immergendola in una vasca o in un vassoio, muovendola
fichè s'imbeva ben bene; disponetela quindi col lato giusto verso
l'alto su un tavolo e, con quattro strisce di nastro gommato,
fissatela allo stesso avendo cura che sia ben piatta e liscia.
Staccatela solo quando sarete sicuri che essa sia asciugata
completamente.
Oltre al peso c'è un'altra caratteristica importante che dovete
tener conto quando comprate la carta per acquarello: la granitura.
Esistono tre finiture di base: pressata a caldo, pressata a freddo e
ruvida. Quella pressata a caldo è la più liscia, poi viene quella a
freddo con una granitura sottile (questa è la più comune) e infine
quella ruvida che ha una finitura dalla granitura ben precisa. La
scelta è comunque tutta soggettiva.
I colori per l'acquarello
Nell'acquarello, più che in ogni altro medium, il risultato del
lavoro è condizionato da quanto avete speso per l'acquisto. Non è un
invito a spendere..... ma se i pigmenti non sono di qualità, dopo,
non lamentatevi per le scarse brillantezza, permanenza e
saturazione.
Li trovate in diverse confezioni: in tubetti di colore umido, in
panetti asciutti o semiumidi, e pure in bottiglia in forma
concentrata..... la scelta dipende dal gusto personale e,
naturalmente, dalla convenienza (che non è solo di natura
"economica" : se ad esempio dovete riempire vaste zone, è il caso di
usare quelli in tubetti oppure quelli liquidi in bottiglia).
I pennelli per l'acquarello
Grandi pennelli piatti per applicare lavature uniformi, pennelli
rotondi per strati spessi e pennelli piccoli per i particolari.....
le dimensioni dipendono dal tipo di lavoro e dalla scala.
I migliori sono quelli di zibellino e, anche se costosissimi,
rappresentano un importante "investimento" (sappiate averne cura e
vi dureranno molto a lungo). Poi abbiamo quelli di scoiattolo (o
pelo di cammello), setole di bue e infine quelli sintetici, che,
anche se ora la loro qualità è migliorata, rimangono comunque non
alla stessa "altezza" di quelli naturali.
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Ultimo
aggiornamento:
13-02-21
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