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Artisti si nasce , pittori si diventa : Il disegno a penna
E' bene ricordarsi che il foglio va sempre fissato, ben steso, su una tavoletta perfettamente liscia, per mezzo di puntine o di nastro adesivo; e che lo si fa correttamente passando da un angolo a quello diagonalmente opposto. Da non dimenticare inoltre - questo è molto importante - che bisogna abituarsi a disegnare senza mai girare la tavoletta, che va tenuta davanti a sé ben ferma, nella giusta inclinazione rispetto al piano del lavoro. I pennini da china sono di acciaio, più piccoli di quelli comuni, e possono essere duri o durissimi per chi ha la mano pesante, e morbidi per chi l'ha leggera. Hanno anch'essi la punta divisa in due, ma più acuminata dei pennini ordinari: una punta che può tracciare segni molto settili e delicati. La consistenza del segno è data dalla maggiore o minore inclinazione con cui si tiene il cannello porta-pennino, che tanto più segna sottile quanto più tende alla verticale, e viceversa. Può avvenire che il pennino, specie per chi è alle prime armi, tenda un pò troppo a impuntarsi durante l'uso: in tal caso è bene dare alla punta una lieve curvatura all'in sù, e lo si può fare agevolmente con le banalissime pinze per sopracciglia. Il pennino così incurvato serve anche a tracciare con disinvoltura dei segni ben marcati e anche a zig-zag.
L'inchiostro di china è di un bel
nero compatto leggermente brillante, asciuga rapidamente, e usato puro
aderisce alla carta senza penetrare troppo. Qualora perdesse, specie dopo un
certo tempo, la sua scorrevolezza, basterà aggiungere nella boccettina
qualche goccia di acqua distillata e l'inconveniente scomparirà. Ci sono
anche inchiostri di china colorati, di cui il più usato è quello color
seppia; ma non hanno le stesse caratteristiche - soprattutto per ciò che
riguarda la cristallinità - della china nera. Il buon disegno dipende
sempre, comunque, dalla mano dell'artista.
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