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"[...] Nato il 13 giugno del 1894 a Courbevoi, vicino a Parigi, Lartigue riceve in dono, a soli sette anni, un apparecchio fotografico su cavalletto. Suo padre, uomo d'affari, è infatti un appassionato cultore di fotografia amatoriale e ha, sull'educazione dei figli, idee moderne e progressiste. Egli sente che i suoi figli con l'inesauribile capacità di meraviglia, che caratterizza l'infanzia, con la straordinaria inclinazione alla visione e al gioco, con l'assoluta e meravigliosa mancanza di dubbi che consente di annullare limiti e difficoltà sono, in assoluto, gli esseri più creativi se la loro libertà, sempre considerata e ammirata come una dote istintiva, non viene impoverita e mortificata dalle quotidiane repressioni dell'educazione borghese. A soli sette anni, dunque, il piccolo Jacques può dedicarsi alle gioie offerte da uno svago molto apprezzato dai più raffinati rappresentanti dell'élite intellettuale e finanziaria dell'epoca. La fotografia che fino a pochi decenni prima era semplicemente una tecnica, quasi magica, di riproduzione della realtà i cui progressi venivano comunicati, in forma ufficiale, all'Accademia delle Scienze e alla Società Eliografica di Francia, si era trasformata, come il tennis, in una delle più diffuse e apprezzate fonti di svago degli ambienti più raffinati. La camera oscura con le sue meraviglie aveva progressivamente preso il posto dell'acquarello e, insieme alle lezioni di pianoforte, era entrata a far parte, nelle classi sociali più elevate, del bagaglio essenziale dell'educazione infantile. Lartigue racconta nel diario quotidiano, che inizia nel 1900 e continua a scrivere senza interruzioni per tutta la vita (va sottolineata, a questo proposito, l'incredibile difficoltà di scrivere su un uomo che, minuziosamente e quasi puntigliosamente, trascorre ogni giorno ore preziose per raccontare gli eventi e le emozioni della propria esistenza), questo periodo favoloso di un' infanzia ed un' adolescenza privilegiate.
Abbandonandosi a queste descrizioni rapide e sintetiche, che non
trascurano però nessuno degli avvenimenti significativi di ogni
giornata, il giovane Jacques annota scrupolosamente e
particolareggiatamente le caratteristiche, le gioie e gli insuccessi
della sua attività fotografica.
[...]" , così Cristian Caujolle
in una presentazione ad un catalogo del Maestro Jacques-Henri
Lartigue, nato nel 1894 e vissuto fino al 1986, fotografo tra i
più significativi del Novecento ma che amava definirsi molto più
come pittore... anche se non sono riuscito, nella mia ricerca
puranche tutte le potenzialità del web, a 'scovare' uno (1) dei
suoi dipinti... (sono graditi suggerimenti di link). Di queste immagini ho elaborato una slide pubblicata su Youtube
Inoltre ho elaborato altre due slide : Una dedicata alle fotografie realizzate da Lartigue con la tecnica dell'autocromia ( Una dedicata alle fotografie realizzate da Lartigue con la tecnica dell'autocromia ( e l'altra dedicata alle elaborazioni grafiche/pittoriche delle stesse. ) .
Quelle che vedrete
nella prima slide sono alcune delle fotografie a colori scattate da
Jacques Henri Lartigue tra il 1912 e il 1927, con la tecnica dell'autocromia
( che utilizzò sin dal 1911 per ritrarre paesaggi, oggetti, ma
soprattutto amici) , pubblicate nel volume "Les Autochromes de
J.H. Lartigue : 1912-1927" edito dalla Herscher nel 1980
Agli inizi della
sua carriera Jacques Henri Lartigue amava definirsi pittore
più che fotografo...ma mentre del suo intenso vissuto da
fotografo abbiamo ampie dimostrazioni , di quello da pittore ... |