"Gli artisti, per la prima volta in Svizzera, presentano una serie
di lavori , dipinti , sculture, fotografie ed installazioni, inediti
e realizzati appositamente per lo spazio Contact Zone.
A lungo, nella cultura e nella mentalità occidentali, l’arte è stata
associata alla bellezza e al senso estetico. Filosofi e
intellettuali dibattono da secoli chiedendosi se la bellezza risieda
nell’opera d’arte oppure nello sguardo dell’osservatore, o magari in
entrambi. Questa discussione presenta il difetto di muovere da un
assunto sbagliato: dal presupposto, cioè, che sia l’opera sia chi la
contempla siano entità stabili.
Abbiamo deciso di presentarci al pubblico di “Lügàn “ con una
collettiva di artisti emergenti Italiani che atraverso il loro
innovativo linguaggio si confrontano, di fatto, con un grande ed
acclamato artista Irlandese: Kevin Fancis Gray. L'artista,
restituisce l’aura alla scultura ma lo fa con accenti contemporanei.
Le sue figure poggiano su veri e propri piedistalli, quelli dalle
forme più tradizionali ma lo fanno con scarpe da tennis o tacchi a
spillo perfettamente modellati. Anche nei materiali l'incanto dei
contrari: il candore antico del marmo nero, la lucentezza del bronzo
e la leggerezza della resina si mescolano all’opulenza dell’oro .La
scultura, medium tradizionale per eccellenza, rimanda nell’opera di
Gray tutta la complessità e la decadenza del nostro tempo,
attraverso la scelta di soggetti contemporanei e “borderline";
Oramai, essere borderline, è una condizione tipica del mondo
giovanile, caduti tutti i riferimenti del passato, come in ogni
rivoluzione epocale che si rispetti, essi si trovano in un limbo che
non è ne passato e nè futuro.
Le donne di Elena Monzo non hanno patria, sono figure in
eterno movimento, cariche, addirittura stracolme, di riferimenti
culturali e la sua “Pittura” si trasforma in un media globalizzato e
senza barriere. I paesaggi, sono visioni laterali nei quadri di
Antonio Bardino, spingono la nostra attenzione verso silenzi
meditativi. Noemi Montanro e Flavio Tiberio Petricca ,
la prima con la “Tassidermia” ed il secondo attraverso nuovi
materiali industriali, creano nuovi mostri e nuove bellezze, nuovi
habitat ed esseri immaginifici, costringono chi li osserva a
raccogliere i pensieri ed indirizzarli verso l'intimità e la verità
della nostra essenza di essere vivente. Per Flavio il creare nuove
forme di percorsi artistici è diventato il mezzo per isolarsi
totalmente dal mondo. Attraverso una ricerca sul territorio di
materiali industriali bianchi, come il dacron, i polietileni, il
nylon, il poliuretano e le resine, ci mostra la sua solitudine che è
davvero un banco di prova, un periodo esclusivo di formazione
personale, di conoscenza di sé stessi, di analisi interiore. Flavio
ricrea il suo mondo di solitudine inventando forme inusuali ma di
provenienza reale, che di fatto lo rendono non più solo. Il ciclo di
sculture tassidermiche di Noemi Montanaro di animali immaginifici e
seduttivi, giocano come contraltare all’immagine della donna
contemporanea , si trasformano abbellendosi .
La cultura non è solo il prodotto del cervello, è anche un insieme
di attività che plasmano la mente. Il cervello di ognuno di noi
viene modificato da attività culturali come leggere, studiare,
ascoltare musica, imparare una lingua, recitare e sentire un opera
d'arte. Esistiamo non per diventare Telepatici, super eroi con
poteri divini, ma per progredire e migliorarci. L’artista guarda,
osserva, vede, ma quello che alla fine mette in opera è la propria
visione interna di ciò che lo circonda e sente. L’artista guarda
contemporaneamente fuori e dentro di sé. «l’artista agisce
come un essere medianico che, dal labirinto al di là del tempo e
dello spazio, cerca la sua strada verso la radura», scrisse
Marcel Duchamp. Attraverso l'arte acquisiamo anche la
conoscenza emotiva. È nell’arte, spesso, che la sofferenza diventa
bella! Ritroviamo questa sofferenza nei quattro scatti di
Francesco Padovani che ritraggono una donna occlusa e reclusa
dall'idea occidentale, che nonostante tutto le vuole così,
obbediente, silenziosa, prostrata ed immobile.
Il cervello è una fantastica macchina per generare conoscenze
attraverso i concetti, ma c’è un prezzo da pagare per una macchina
così sofisticata: le conoscenze che il cervello è in grado di
acquisire non sempre sono in grado di soddisfare le sue ambizioni o
ciò che cerca di esprimere, così esso compensa questa mancanza
attraverso la creatività artistica. L’arte ci offre una ricchezza di
elementi che noi – chi osserva – possiamo interpretare. Le ceramiche
contemporanee di Francesco Ardini fanno crollare tutti gli
steccati che la storia dell'arte ha eretto per relegare le “Arti
Applicate “ in uno spazio secondario rispetto a quello occupato
dalle sorelle maggiori ( pittura, scultura,disegno e financo
l'immagine tecnologica); sono la fotografia dell'uomo contemporaneo
che vive tra decomposizione e ricostruzione, che si dimena alla
ricerca del futuro che percepisce ma non ancora vede."
Francesco Ardini (1986), nato a Padova, vive e Lavora
tra Padova e Nove; Antonio Bardino (1973), nato ad Alghero, vive e
lavora ad Udine; Noemi Montanaro nata a Napoli dove vive e lavora;
Elena Monzo nata a Brescia, vive e lavora a Milano; Kevin Francis
Gray (1972) , Irlanda, vive e lavora a Londra; Francesco Padovani
(1952) , nato a Napoli, vive e lavora a Lugano; Flavio Tiberio
Petricca (1985), nato a Roma, vive e lavora a Rieti.
COUP DE FOUDRE # 1
dal 16 Ottobre al 7 Novembre 2014
Opening : 16 Otttobre 2014 dalle ore 18.00 alle ore 21.00
Orari di apertura: dal martedi al venerdì ore 16 / 18 o su
appuntamento
Lugano, Via G.Pessina 8
email: contactzonegallery@gmail.com
Tel: +41 (0)79 845 2266
Website: www.contactzonegallery.ch
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