La mostra intende indagare i tanti movimenti artistici (Realismo, Fronte Nuovo delle Arti, Forma 1, Gruppo Origine, MAC, Gruppo degli Otto, Concretismo fiorentino, Cronache) nati in Italia nell'immediato dopoguerra e attivi fino alla grande mostra di Picasso a Roma e Milano (1953), che segna uno spartiacque con la seconda parte degli anni cinquanta ormai caratterizzati da linee artistiche fondamentali come l'Informale, il realismo impegnato, le diverse declinazioni dell'astrattismo Artisti rappresentati:
Carla Accardi, Afro Basaldella, Giuseppe Ajmone, Ugo Attardi, Enrico Baj, Giacomo Balla, Mario Ballocco, Aldo Bergolli, Vinicio Berti, Gianni Bertini, Renato Birolli, Egidio Bonfante, Aldo Borgonzoni, Alberto Burri, Corrado Cagli, Massimo Campigli, Domenico Cantatore, Giuseppe Capogrossi, Carlo Carrà, Bruno Cassinari, Felice Casorati, Giovanni Ciangottini, Joe Colombo, Pietro Consagra, Antonio Corpora, Roberto Crippa, Sergio Dangelo, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Piero Dorazio, Gillo Dorfles, Gianni Dova, Lucio Fontana, Mino Guerrini, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Leoncillo Leonardi, Carlo Levi, Osvaldo Licini, Mario Mafai, Alberto Magnelli, Pompilio Mandelli, Giacomo Manzù, Marino Marini, Arturo Martini, Titina Maselli, Fausto Melotti, Mario Merz, Giuseppe Migneco, Giorgio Morandi, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Bruno Munari, Zoran Music, Gualtiero Nativi, Mario Nuti, Giovanni Paganin, Achille Perilli, Cesare Peverelli, Pablo Picasso, Armando Pizzinato, Enrico Prampolini, Antonietta Raphael, Carol Rama, Antonio Sanfilippo, Giuseppe Santomaso, Aligi Sassu, Alberto Savinio, Gino Severini, Mario Sironi, Atanasio Soldati, Ettore Sottsass, Luigi Spazzapan, Gino Tassinari, Vittorio Tavernari, Giovanni Testori, Giulio Turcato, Emilio Vedova, Luigi Veronesi, Alberto Viani, Giuseppe Zigaina. La locandina della mostra riprende un celebre dipinto di Sassu (Via Manzoni, 1952, olio su tela, Archivio Aligi Sassu, Carate Brianza). Ia location della mostra: Il Museo d'Arte della Città di Ravenna si trova all'interno del complesso monumentale della Loggetta Lombardesca, il monastero cinquecentesco dell'adiacente Abbazia di S. Maria in Porto. Dell'originaria struttura rimane solamente la facciata posteriore prospiciente ai giardini pubblici. Nell'elegante loggia a due ordini i cinque archi sono sostenuti da capitelli "lombardeschi" - secondo una tipologia che si ritrova in altri edifici ravennati del XVI secolo - opera di scalpellini e lapicidi campionesi e lombardi. Nel quadriportico del complesso monumentale si incontra ripetutamente l'insegna araldica dei Canonici di Porto, rappresentata da un castello stilizzato con tre torrette, insieme all'indicazione delle date di costruzione: 1503 - 1518. Le cancellate in ferro battuto, a chiusura della loggia inferiore, sono state realizzate nel 1907 da Vittore Sangiorgi. La porta d'ingresso originaria, smontata durante le demolizioni del 1885 e rimontata al Museo Nazionale, si trova oggi murata tra la Loggetta Lombardesca e l'abside della chiesa. Nel corso degli anni '70 vengono qui trasferite l'Accademia delle Belle Arti e la Pinacoteca comunale - entrambe sorte 150 anni prima e fino ad allora ospitate presso il soppresso monastero di Classe, ora Biblioteca Classense - ed il Museo Ornitologico e di Scienze Naturali. Con l'acquisizione, nel 1999, degli spazi al piano nobile e al piano terra, precedentemente occupati dall'Accademia di Belle Arti e dal Museo Ornitologico e di Scienze Naturali, si pongono le premesse per recuperare nuovi ambienti, riordinati per le attività espositive e per assicurare alle raccolte della pinacoteca un più ampio respiro. Da giungo 2002 il Museo d'Arte della Città è diventato Istituzione.- dal sito del MAR |