L'Assessorato alla Cultura-Musei Civici del Comune di Reggio Emilia ed il Circolo degli Artisti presentano la personale del giovane artista reggiano Marco Petacchi, curata da Giuseppe Berti con un testo critico di Chiara Serri, dall'11 settembre al 9 ottobre.
L'esposizione, che sarà inaugurata sabato 11 settembre alle ore 17.00 presso il complesso monumentale del Mauriziano, s'intitola Mnemosyne in riferimento ad una ricerca che ruota da anni attorno al tema della memoria, «che si esplica nella predilezione per una materia densa e stratificata, nella scelta del soggetto, ma anche nel recupero di immagini e simboli che appartengono all'inconscio personale e collettivo».
Una cinquantina di opere appartenenti a tre diversi cicli: Internati, Testamento e I guardiani della notte, tutti realizzati dal 2001 ad oggi. Se le prime tele riportano i volti straziati degli internati nei campi di concentramento, i legni, gli altari e le gabbiette della serie Testamento costituiscono, invece, un vero e proprio atlante della memoria, mentre le ultime opere su carta riabilitano I guardiani della notte -gufi, civette ed uccelli rapaci- troppo spesso associati alla malasorte e alla sventura. L'artista, infatti, è da sempre interessato ai reclusi, ai diversi e agli emarginati, insomma alle "Anime salve" cantate da Fabrizio De André.
Marco Petacchi è nato nel 1975 a Reggio Emilia, dove vive e lavora. Diplomato presso l'Istituto d'Arte Gaetano Chierici, ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Bologna, prendendo parte a diverse esposizioni personali e collettive come "I miei fogli" (Archivio Giovani, Reggio Emilia, 1999), "Marco Petacchi" (L'Ottagono, Bibbiano, 2001), "L'isolachenonc'è - Arte con la sindrome di Peter Pan" (Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia, 2003), "Voodoo" (Solaio 2C, Reggio Emilia, 2003) e "Dentro" (Galleria San Francesco, Reggio Emilia, 2009).
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