Comunicato stampa
Lui ha quasi ottant’anni e da un quarto di secolo si è
totalmente sottratto al mondo. La sua vicenda ricorda quella della
fotografa statunitense
Vivian Maier, nei termini analoghi di scoperta tardiva e per
certi versi fortuita di una attività artistica di grande spessore
condotta lungo un’intera esistenza.
Nel caso di “Pordenone” Montanari, a scoprirlo e a restare
abbagliato dalla sua arte è stato un imprenditore indiano, nel 2007;
a proporlo all’attenzione del grande pubblico un ampio ed
entusiastico articolo in cui The Observer, annunciando la prima
esposizione delle sue opere a Londra (2010), ne ha svelato la storia
e ne ha celebrato il lavoro.
Quello dell’Observer è stato capofila di tanti successivi
pronunciamenti della grande critica internazionale, che non ha
lesinato i giudizi molto positivi su un artista che sino a pochi
mesi prima era pressoché ignoto, essendosi ormai persa memoria delle
sue mostre in alcune Gallerie milanesi negli anni ottanta.
Per Edward Lucie-Smith, il critico intervistato dal grande
quotidiano britannico a margine della mostra del pittore da lui
curata presso l’Istituto Italiano di Cultura a Londra, “Montanari
è un artista unico, che scardina la storia convenzionale dell’arte
postbellica italiana. Le nature morte fanno venire in mente
Cézanne e Braque”, mentre gli elementi picassiani e i tratti
riecheggianti Francis Bacon che emergono dalla sua pittura si
manifestano con caratteri di forte originalità, “in maniera che
ancora non avevamo visto mai”.
Molti dei dipinti, a partire da quelli ambientati nell’atelier con
il pittore al cavalletto che dipinge una modella, sono
caratterizzati da figure che contengono altre figure e riflessi
nello specchio. Lucie-Smith in proposito ha detto: “Il
messaggio è chiaro: ciò che sembra la rappresentazione oggettiva
della realtà va invece letta come specchio della dimensione mentale
dell’artista”.
Americo Montanari è nato a Pordenone (città da cui prende il
nome d'arte) nel 1937. Comincia a dipingere frequentando in giovane
età lo studio dello zio materno. All’inizio degli anni sessanta si
trasferisce a Milano e sposa Flavia Cappellari; a Milano frequenta
per un breve periodo la facoltà di Filosofia dell'Università Statale
e un corso di scultura all'Accademia di Brera. Nel 1967 si
stabilisce a Parigi, dove ha modo di frequentare lo studio del
pittore Orfeo Tamburi. Visita con quotidiana “attenzione e tensione”
il Museo del Louvre. Nell’albergo di Rue St. Placide, in cui abita
con la moglie, realizza piccole tele, una serie di autoritratti e di
nature morte. Nel gennaio 1969 parte per la Spagna del sud, dove si
ferma a dipingere per sei mesi cercando nuovi modi espressivi.
Dall'ottobre 1971 al novembre 1972 è in Germania. Già in questo
periodo i suoi quadri sono caratterizzati da un’unità compositiva
avente al centro la figura femminile, il cui mistero del resto ha
quasi sempre alimentato la sua ispirazione, anche letteraria.
Nel 1973 ritorna a Milano e vi rimane fino al
1990. Successivamente si trasferisce sulle colline biellesi, a Valle
San Nicolao, lavorando per diciotto anni in completo isolamento,
fino a ottobre 2007. Diciotto anni durante i quali l’artista ha
scelto di vivere completamente ritirato, totalmente dedito a una
costante ricerca figurativa – un vero e proprio “Assedio alla forma”
– tradotta prevalentemente in termini pittorici su centinaia di tele
e sulle pareti stesse della villa che lo ospitava, ma anche
riversata nelle tecniche della scultura, dal legno alla terracotta.
Dal 2008 Pordenone Montanari è tornato a vivere nel Nord Est, fra
Pieve di Cadore e Grado.
La scelta da parte dell’artista di un percorso così “solitario” è
solo una delle componenti di una strategia di ricerca ben altrimenti
articolata, ricca di sguardi rivolti alla storia dell’arte ma anche
di volute trasgressioni di canoni formali, che attendeva di essere
meglio valorizzata attraverso un’occasione espositiva di rilevante
ampiezza.
Il Comune di Pordenone in collaborazione con FriulAdria
Crédit Agricole rende ora omaggio con una vasta mostra a questo
suo concittadino “segreto”, che ha scelto il nome della propria
città come suo appellativo artistico.
La mostra avrà infatti una doppia sede: la Galleria “Harry
Bertoia” dell'Amministrazione comunale e la sede direzionale di
FriulAdria, che metterà a disposizione cinque grandi spazi che si
affacciano sulla Piazza XX Settembre, dove saranno esposte alcune
tele di grande formato a testimoniare la produzione più recente
dell'artista.
PORDENONE MONTANARI. Assedio alla forma
A Pordenone Montanari viene così dedicata una grande antologica
(Pordenone Montanari. Assedio alla forma) che è in assoluto la prima
organica esposizione in Italia del lavoro di Pordenone Montanari, il
quale – dopo le rare mostre milanesi negli anni ottanta – è stato
presentato al pubblico con poco più di una decina d’opere solamente
in occasione della personale dedicatagli entro la sezione regionale
della Biennale di Venezia del 2011, al Magazzino 26 del Porto
Vecchio di Trieste.
Tale esposizione si propone di indagare l’opera di Montanari nel
momento in cui – sopitosi il clamore mediatico con cui era stato
salutato pochi anni or sono l’improvviso irrompere dell’artista
sulla scena pubblica – sembrano esservi le condizioni per sottoporre
con maggiore serenità al vaglio di critica e pubblico un vasto
complesso di opere che continuano ad apparire di sicura rilevanza e
connotate da una spiccata originalità rispetto al contesto artistico
italiano degli ultimi decenni.
Nella Galleria “Harry Bertoia” la mostra (composta da oltre 110
opere) si strutturerà in una sezione ordinata cronologicamente, che
proporrà una sintesi del percorso di Pordenone Montanari da fine
anni sessanta ad oggi, e in una piccola sezione dedicata ai disegni,
entrambe punteggiate da scelte testimonianze della produzione
plastica e ad intaglio. Ampio spazio verrà inoltre specificamente
riservato al ciclo di grandi acrilici su tela che negli ultimi
quattro anni ha assorbito gran parte della vis creativa
dell’artista.
Ancora pittura, dunque, nella tarda attività di un artista che non
ha mai condiviso con la ricerca visiva della stretta contemporaneità
modalità operative slegate dalle tecniche tradizionali e il cui
percorso creativo è stato sempre condotto su strade radicalmente
alternative ai meccanismi di mercato e agli orientamenti di gusto da
esso normalmente privilegiati.
La curatela è affidata allo storico dell'arte
Fulvio Dell'Agnese.
A corredo della mostra, grazie alla collaborazione di Videe, realtà
di eccellenza nel settore della produzione audio video, sarà
realizzato un film documentario con riprese nello studio
dell’artista e un’intervista esclusiva.
L’evento è patrocinato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
e dall'Istituto di Cultura Italiana a Londra, gode del sostegno
della Provincia di Pordenone e della Fondazione CRUP.
Percorsi assistiti:
a cura dell'Associazione Amici della Cultura info 349 7908128.
Orari:
mercoledì-sabato: 15.30 – 19.30; domenica: 10.00 – 13.00 e 15.30 –
19.30.
Ingresso:
Intero € 3,00, ridotto € 1,00.
Info:
Comune di Pordenone: (+39)0434392916,attivitaculturali@comune.pordenone.it
www.comune.pordenone.it/galleriabertoia.
Ufficio stampa nazionale
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