Il progetto espositivo è articolato in una sezione storica e in una
serie di contributi di artisti e progettisti internazionali –
Adelita Husni-Bey, Tacita Dean, Dominique Gonzalez-Foerster, Mimmo
Jodice, Dozie Kanu, Adrian Paci, Barbara Stauffacher Solomon,
Rirkrit Tiravanija, Danh Vō e Nanda Vigo, oltre a Virgil
Abloh per il progetto di merchandising – invitati a rendere
omaggio a Mari attraverso installazioni site-specific e nuovi lavori
appositamente commissionati. Un contributo particolare è quello di
Nanda Vigo che nell’opera inedita, ideata per la mostra, prima della
sua scomparsa, reinterpreta con la luce due dei lavori più celebri
di Mari, i 16 animali e i 16 pesci.
In parallelo, diciannove Piattaforme di Ricerca, ideate per la
mostra in Triennale, presentano approfondimenti su altrettanti
progetti dai quali emergono le tematiche centrali nella pratica e
nella poetica di Mari. Completa il percorso una serie di video
interviste realizzate da Hans Ulrich Obrist che testimoniano la
costante tensione etica di Mari, la sua profondità teorica e la
straordinaria capacità progettuale di dare forma all’essenziale.
Enzo Mari (Cerano, Novara, 1932 - Milano, 19 Ottobre 2020) ha frequentato l’Accademia di Brera
a Milano e, giovanissimo, ha operato nel campo dell’Arte programmata
per dedicarsi, dal 1956 in avanti, al disegno industriale
sperimentando anche nuovi materiali. Nell’arte si è fatto promotore
del
movimento internazionale Nuove Tendenze. Negli anni Sessanta ha
rivoluzionato il concetto di design attraverso oggetti utili per la
cosiddetta “gente comune”, fino ad allora esclusa da un settore
ritenuto elitario. Sono nate così creazioni che non sentono l’usura
del tempo, libere dalle mode, il cui senso risiede, oltre che nel
costante e lungo lavoro di ricerca, nella qualità delle forme.
Mari ha sempre guardato ai bisogni dell’essere umano al di fuori
dei condizionamenti del mercato. Ha articolato nel suo lavoro le
invenzioni d’artista e quelle di designer e teorico, autore di
quindici libri didattici e politici. Gli è stato assegnato il
Compasso d’Oro per cinque volte; il primo nel 1967 per le “Ricerche
individuali di design” e l’ultimo nel 2011 alla carriera.
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Ultimo
aggiornamento:
22-03-22
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