Pierino Bonci nasce il 14 giugno 1947 a Pesaro. La sua formazione
artistica inizia all'Istituto d'Arte di Pesaro, poi corso di mosaico
diretto dalla Maestra Corradini Alessandro presso la Scuola "Lo
Scarabocchio" di Legnano.
La Tecnica adoperata è: diretta, o indiretta su materiale vetroso, (marmo,
pietra, ceramica).
Le sue Opere sono custodite in collezioni pubbliche e private.
Recenti eventi espositivi sono: mostre nelle città di Legnano, Somma
Lombardo, Stresa e altre locali.
Domicilio/Studio: Via Spluga,1
21050 Gorla Maggiore (VA)
Telefono: 0331.601891
Cell.: 335.6816269
Info e-mail: boncipierino@hotmail.it
http://www.pierinobonci.com/pierino.htm |
PIERINO BONCI: unicita’ temporale dell’arte musiva
Recensione a cura del maestro d’arte “MICHELL” (pittore, scultore, art
director)
"Se analizziamo la parola mosaico scopriamo che questo termine eredita
diverse etimologie. Mosaico deriva probabilmente da “musae”, ninfe
protettrici dell’arte secondo la mitologia greca. Successivamente,subisce
la translitterazione latina medioevale “musàicus”
che significa “creazione delle Muse” (le nove divinità greche delle arti e
delle scienze, figlie di Zeus e Mnemosine). Medesime origini vengono
attribuite al termine museo. Il termine Museo trae etimologia dalla parola
greca MUSEION (da Musa e quindi “luogo sacro alle Muse”).
Museion era l’istituzione culturale pubblica creata da Tolomeo II ad
Alessandria d’Egitto nel III sec. A. C. in stretta correlazione con la
celebre biblioteca: un luogo di riunione e di studio per letterati,
scienziati, filosofi, tra le cui funzioni, non è certo anche se probabile,
pare vi fosse anche quella di raccogliere opere d’arte.
Ma chi erano le Muse? Per i Greci erano le figlie di Zeus e della ninfa
Mnemosine, erano divinità che proteggevano le arti e risiedevano sul Monte
Elicona, in Beozia. Erano nove e spesso venivano raffigurate accanto al
dio Apollo.
L'ARTE MUSIVA, dunque "mosaico", significa «opera paziente, degna delle
Muse». Quindi andrebbe pronunciata “musaico”, da Musa, appunto, ma il
termine e’ stato poi translitterato e ci giunge come “mosaico”.
Tutto questo escursus, a rivendicare un lavoro quasi “divino” fatto di un
paziente laborio nell’accostamento ordinato di preziose tessere.
Le unità del mosaico sono appunto le tessere (dal greco tesserà (gonos, in
latino).Tessera che significa un oggetto regolare piatto con quattro lati.
Si tratta dunque di una tecnica decorativa con la quale per mezzo di
frammenti (ordinariamente piccoli cubi, detti appunto tessere musive) di
pietre naturali, di terracotte o di paste vitree, bianche o nere o
colorate, applicate sopra una superficie solida con cemento o mastice,
viene riprodotto un determinato disegno.
Scintillante vetro, lucida ceramica, pietre dure, raffinata madreperla,
pregiati lapislazzuli e gocce d’oro zecchino, questi gli ingredienti della
magica alchimia del mosaico. Secondo un’antica leggenda, infatti, il
mosaico nasce proprio dal tentativo dell’uomo di imitare la natura nel suo
aspetto più creativo, geloso di tanta bellezza e arte quasi pittorica
dell’uso dei colori. Il risultato è un arcobaleno iridescente, che ci
riporta ai colorati cunicoli delle piramidi egiziane.
Nondimeno agli antichi gioielli della Mesopotamia, testimonianza più
antica di decorazioni musive, risalente al IV millennio a.C. dove i
mosaici erano formati con coni di argilla cotti infissi nei muri con malta
e bitume. L'origine del mosaico dunque si perde nel tempo, sviluppandosi
come parte integrante dell'architettura: comunemente si fa risalire alla
pavimentazione a ciottoli in uso a Creta, che però non presentava una
superficie piana, in quanto venivano utilizzate pietre naturali.
Dall’antica Roma, Plinio (scrittore romano del I secolo d.C.) e Vitruvio
(architetto romano del I secolo a.C.) ce ne lasciarono chiare
indicazioni.” La sostruzione (lo strato su cui fissare le tessere) era
composta da più strati: lo "statume", un agglomerato di ciottoli, il "rudus",
composto da tre parti di pietre spezzate e una di calce, e il "nucleus",
fatto di coccio pesto e calce, e infine uno strato sottile d'intonaco su
cui andavano inserite le tessere”. Quando la civiltà romana cadde sotto i
colpi dei barbari invasori, l'arte traslocò presso le sicure terre
d'oriente: a Bisanzio e nel resto dell'Impero d'Oriente, si formarono
scuole di mosaicisti che produssero opere grandiose; sotto la spinta della
nuova religione, il cristianesimo, i muri delle basiliche si vestirono di
miliardi di piccole tessere colorate. Il mosaico bizantino, dunque,
pittura per l'eternità. Dopo i fasti del periodo bizantino, il mosaico
conobbe un lungo periodo di decadenza.Lo riscopriamo nel Settecento. In
virtù di un sempre più perfetto mimetismo con la pittura, che già il
mosaico superava in durata, stimoli sempre piu riscopert ipoi grazie agli
scavi che fecero riemergere le meraviglie di Ercolano e Pompei.
Passando attraverso lo studio e l’applicazione del mosaico romano,
bizantino, moderno e contemporaneo. Dai mosaici del Foro Italico in Roma a
quelli della Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, si giunge oggi alle
decorazioni pavimentali del grande Kawakyu Hotel in Giappone al mosaico
“Saetta iridescente” per la nuova stazione della metropolitana Temporary
Word Center Path Station (Ground Zero) di New York.
Senza dubbio rappresenta una delle più alte espressioni dell'arte e uno
dei più antichi e appariscenti mezzi d'ornamentazione, tramandateci fin
dai tempi antichi, come abbiamo visto..
Cio’ anteposto, traendo partito dal principio visivo primario dell’arte
musiva, cioè la proprietà di accostare le tessere formando alla fine un
disegno che noi chiamiamo comunemente FORMA, quando ne comprendiamo
l’insieme a partire da ciò che viene percepito visivamente e dagli
elementi e i processi che lo attraversano, che lo hanno prodotto,
esplorando l’operato musivo del Bonci, riscontriamo aspetti
straordinariamente contrapposti della ricerca artistica e introspettiva
dell’artista.
Antico e moderno convergono nelle tematiche che il maestro percorre e
traduce mirabilmente attraverso la sublime arte del mosaico. Abbiamo gia
visto che di per se’ l’arte del mosaico e’gia intrinsecamente“arte
decorativa arcaicistica”per eccellenza, rimandandoci alle realizzazioni
greco-romane pompeiane e imprescindibilmente all’epoca bizantina (tratti
che risaltano eccellentemente nell’opera mosaicistica del Bonci – vedasi
l’opera ERACLE E IL CACCIATORE, in stile greco romano o CROCEFISSIONE e
SOFFERENZA in stile bizantino ).
Ma rilevante e’ il tentativo del maestro nel rapportarsi anche a tematiche
moderne e concettuali attraverso una tecnica intrinsecamente decorativa e
arcaicistica, come il mosaico. Tentativo che ritroviamo nelle opere MURO
WRITER oppure IERI OGGI, tentativi di rappresentazione di tematiche
sociali. Oppure addirittura nella ricerca antropologica che ritroviamo in
MASCHERA AFRICANA, fino ai tratti di arcani geometrismi sacri presenti in
opere come EGITTO oppure L’ALBERO E LA MONTAGNA, e ENERGIA AL QUADRATO
opera quest’ultima che riecheggia finanche i geometrismi kandinskiani.
L’arte musiva del Bonci , in quanto tale, rappresenta ingrediente primario
a disposizione di architetti, artisti e designers, nutriente per la
continua ricerca e sperimentazione di soluzioni estetiche e funzionali .
Un capolavoro di minuzia e religiosa dedizione, l’arte del Bonci, così
sorprendentemente ben ispirata, dopo millenni, da un intervento quasi
“ultraterreno”, in un’era di caos digitale e arido arrivista materialismo.
Sublime tratto contraddittorio della metodica e dell’approccio artistico
del Bonci rispetto ai tempi. E’ probabile che il Bonci tenti di
reincarnare antiche reminescenze, di miti e di tratti di storia umana,
ormai irrevocabilmente inscritti nella banca dati del DNA umano e
magistralmente “proiettati” nelle forme che il maestro Bonci compone
attraverso l’accostamento delle moltitudini di preziose tessere musive.
Ricomposizione fors’ anche delle forme interiori, delle IMAGO interne. Un
percorso a ristroso nell’antico, fino al raggiungimento delle profondita’
degli Archetipi ((vedasi l’opera EGITTO), per risalire, ripercorrere,
RICOMPORRE il mosaico della propria mente-spirito, per giungere a una
nuova piu’ matura consapevolezza: la forma finale dell’immagine musiva
diviene dunque per il Bonci, simbolicamente una riformulazione del proprio
Se’, spirituale e artistico, ricco di nuova mturita’ e consapevolezza.
Tra i tasselli del mosaico del Bonci e le delicate forme dei suoi disegni,
eredita’ fin dal lontano IV secolo A.C., possiamo dunque ritrovare le
tracce della nostra storia, gli archetipi, le fondamenta della nostra
cultura.
Fulgida entita’ artistica, Pierino Bonci, con i suoi mosaici, e’
indiscutibilmente da rispettare ma soprattutto da valorizzare e custodire
con gelosia, tra le nuove identita’ artistiche dei nostri anni." -Maestro
d’arte “MICHELL”,pittore, scultore e art director-
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