L' Astrattismo
L’arte dei primi decenni del Novecento è segnata dal’attività di numerose avanguardie che richiamavano l’attenzione sul modo di rappresentare la realtà, sia attraverso il colore, sia mediante la scomposizione delle sue forme. L’Astrattismo, al contrario, trascurava del tutto l’interesse per la natura e per la figura umana. Astrarre, parola che deriva dal latino abstrahere, significa infatti separare: in questo caso significa “allontanarsi da forme e immagini note e riconoscibili”. I pittori Astrattisti coltivavano un’originale concezione del bello che non faceva alcun riferimento alla realtà. La loro pittura era fatta di luce, colori puri, di forme elementari che non erano riconducibili a figure e composizioni tradizionali. Il capostipite dei pittori astrattisti fu Kandinskij. Nel 1912 insieme con altri artisti, dette vita, a Monaco di Baviera, al gruppo denominato Der Blaue Reiter, il Cavaliere Azzurro, di cui faceva parte anche Paul Klee. Il Cavaliere costituiva la figura simbolo del controllo sulle passioni e sull’irrazionalità; l’azzurro era il colore dello spirito. Ancora una volta gli artisti cercavano di opporre una visione spirituale ad una società che appariva loro sempre più attenta agli aspetti materiali. L’artista, eliminando ogni legame con la realtà, costringeva lo spettatore a cercare nell’arte solo valori spirituali. Nel 1917 un gruppo di artisti olandesi, il più rappresentativo dei quali era Mondrian, dette vita al movimento De Stijl, Lo Stile. L’obiettivo dell'astrattismo contemporaneo era l’adozione di un linguaggio universale, al di là dell’individualismo dell’artista, applicato anche al’architettura e al design, nel quale le forme geometriche e i colori puri potessero esprimere la spiritualità dell’artista. Della realtà non resta più nulla: solo forme geometriche e zone di colore elementari.
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