Una sinfonia arabescata di luci e colori. E' questa l'impressione avuta dai presenti attratti dalle tele che la pittrice umbra Angela Cacciamani ha esposto nello spazio riservato all'arte della Banca Apulia nella centralissima sede di corso Vittorio Emanuele a Bari.
La sala non riusciva a contenere i tanti collezionisti e curiosi che hanno presenziato alla vernice, amanti dell'arte provenienti anche dai centri vicini. Al vernissage, dopo il saluto di Vincenzo Chirò, presidente della Banca, e di Michele Romano, direttore responsabile del Mercato, il critico d'arte Vito Cracas, rispondendo alle provocazioni degli astanti ha illustrato le tematiche svolte dalla pittrice. La quale, tralasciando il figurativo accademico umbro, ritenuto dalla Cacciamani superato perchè "folgorata" sulla "via di Damasco" dal rivoluzionario Burri, ha presentato sulle tele le sue ricerche sulla materia manipolata per farne emergere le tensioni. Così è passata dal paesaggio alle nature morte espressioniste, al surrealismo, al cubismo, all'astrattismo materico per giungere all' informale.
Splendide le sue suggestioni creative scavate e ricavate dalla materia inerte: juta, sabbie quarzifere, vinavil, pietre, legni combusti, carte consunte, cordigli francescani per far affiorare il recupero della memoria in un caleidoscopio timbrico di colori.
Angela Cacciamani è nata a Spoleto (PG). Si è diplomata presso l’Istituto magistrale della stessa città. Comincia a dipingere da giovanissima. Dal 1987 espone paesaggi e nature morte di tipo espressionista, passando in seguito al surrealismo, al cubismo e all’astratto. Dal 2005 passa all’astratto informale materico con l’uso di materiali eterocliti e poveri come: sacchi di iuta, stracci, plastiche, legni, reti, segature, terre sintetiche e vinavil (cretti), per cui è stata paragonata al grande Maestro Alberto Burri. Materiali che suggeriscono un’idea di sfacelo della materia.
Liberamente tratto da Barisera del 11 giugno 2011 |