Appello per il rilancio dei Musei locali
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I due presidenti chiedono di valorizzare e sostenere queste realtà come “patrimonio del paese” al pari dei musei statali in vista della ripartenza delle attività museali e delle mostre come previsto dalla Fase 2. Gli ultimi dati Istat risalenti al 2018 evidenziano come, dei 553 musei toscani, ben 497 non sono statali: un valore confermato dalla media nazionale pari al 90,6%. In questi musei sono stati oltre 16 milioni i visitatori a fronte di 7,5 milioni dei musei statali; e ancora a livello occupazionale gli stessi musei locali impiegano 5.300 addetti contro i 1.794 di quelli statali. I musei locali chiedono quindi di far presto nell’elaborazione da parte del Governo di norme precise per la sicurezza sanitaria in modo di garantire la loro riapertura, di essere coinvolti nelle misure statali di sostegno alla cultura e di salvaguardare le professionalità mantenendo gli attuali livelli occupazionali. Un’altra richiesta riguarda la possibilità, da parte del Ministero, di provvedere ad estendere l’esenzione dell’Iva per tutti i servizi legati al funzionamento dei musei locali fino adesso limitata alle sole visite guidate e le attività didattiche.
“I nostri musei sono
spesso etichettati come minori, rispetto ai grandi musei nazionali –
scrivono Ricceri e Lauretti nel loro appello - invece queste
realtà in tutto il Paese, ma tanto più in Toscana, rappresentano un
tessuto straordinario. Si tratta di musei che, grazie agli sforzi
degli enti locali e ai contributi regionali, hanno potuto mantenere
un ruolo attivo di presidio e diffusione della cultura nei
territori, concentrandosi sulla relazione con il pubblico piuttosto
che sul numero di biglietti venduti, lavorando a fianco di archivi e
biblioteche in logica interdisciplinare, portando avanti percorsi di
ricerca con le Università e le Soprintendenze. Una rete che, tanto
più nel caso toscano, sono una leva economica anche per quel turismo
lento che potrà, seppure in misura ridotta, riattivarsi almeno su
base nazionale nei prossimi mesi”, concludono.
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