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			Per un'arte unitaria 
			applicabile 
			  
			Le macromolecole dei colloidi hanno già fatto la loro apparizione 
			nel campo dell'arte, ed anche se il poeta non è ancora stato 
			trovato, migliaia di artisti si affannano a dominarle. 
			La grande era delle resine è cominciata ed è con essa incominciato 
			l'uso della materia in movimento; la macromolecola colloidale 
			inciderà profondamente sul concetto di relatività e le costanti 
			della materia subiranno un definitivo tracollo; si sgretoleranno i 
			concetti di eternità e di immortalità e gli affanni di 
			eternizzazione della materia si ridurranno sempre più al nulla 
			lasciando agli artisti del caos la gioia infinita del sempre nuovo.
			 
			Il nuovo, concepito nell'azzardo di infinita fantasia, procurato 
			dalle energie in libertà che l'uomo userà al disfacimento del valore 
			oro, inteso questo come energia congelata dall'infame sistema 
			bancario ormai in decomposizione.  
			La società brevettata, concepita e basata sulle idee semplici, sui 
			gesti elementari degli artisti e degli scienziati ridotti in 
			captività come i pidocchi dalle formiche, sta per finire; l'uomo sta 
			esprimendo un senso collettivo ed uno strumento adeguato per 
			trasmetterlo in un sistema potlatch di doni non pagabili se non con 
			altre esperienze poetiche.  
			Può darsi che la macchina sia lo strumento atto a creare un'arte 
			industriale inflazionistica e quindi basata sull'Antibrevetto; la 
			nuova cultura industriale sarà soltanto " Made in Popolo" o non 
			sarà! Il tempo degli Scribi è finito.  
			Soltanto una creazione e distruzione continua ed implacabile 
			costituirà una ansiosa ed inutile ricerca di oggetti-cose di uso 
			momentaneo, minando le basi dell'Economia, distruggendone i valori 
			od impedendo la loro formazione; il sempre nuovo distruggerà la noia 
			e l'angoscia creata dalla schiavitù della macchina infernale, regina 
			del tutto-eguale; la nuova possibilità creerà un mondo nuovo del 
			tutto diverso.  
			La quantità e la qualità saranno fuse: sarà la civiltà del 
			lusso-standard che annullerà le tradizioni.  
			I proverbi non avranno più senso.  
			Ad esempio il proverbio "Chi lascia la via vecchia per la nuova " 
			ecc. sarà sostituito da: "I proverbi dei vecchi fanno morire i 
			giovani di fame".  
			Una nuova famelica forza di dominio spingerà gli uomini verso 
			un'epopea inimmaginabile.  
			Nemmeno l'usanza di stabilire il tempo sarà salvata.  
			D'ora in avanti il tempo sarà soltanto un valore emotivo, una nuova 
			moneta di choc, e sarà basato sui cambiamenti repentini dai momenti 
			di vita creativa e sui rarissimi momenti di noia.  
			Si creeranno in sostanza degli uomini senza memoria ; uomini in 
			continua in estasi violenta, in partenza sempre da un punto-zero : 
			sarà l'ignoranza- critica ,con lontanissime radici nella lunga 
			preistoria dell'uomo selvaggio, mago delle caverne.  
			La nuova magia avrà come alimento più recente le faville del grande 
			incendio della Biblioteca di Alessandria , che fu la sintesi della 
			rivoluzione neolitica e che brucia ancora ai nostri giorni i residui 
			delle civiltà urbane dei Sumeri e del nomadismo fenicio, alimentando 
			come un incenso inebriante le speranze dell'uomo .  
			Tanta sarà la produzione artistica che le macchine , docilmente 
			piegate ai nostri voleri, produrrano, che non avremo nemmeno il 
			tempo per fissarla nella memoria: le macchine ricorderanno per noi.
			 
			Altre macchine interverranno a distruggere determinando situazioni 
			di non-valore :non ci saranno più opere d'arte-campione ma scambi di 
			aria estatico-artistico fra i popoli.  
			Il mondo sarà la scena e la controscena di una rappresentazione 
			continua; la terra si trasformerà in un immenso Luna Park, creando 
			nuove emozioni e nuove passioni.  
			Lo spettacolo cosmico offerto dall'umanità potrà essere 
			effettivamente universale e visibile nel tutto-assieme a distanza 
			telescopica, obbligando l'uomo a salire per abbracciare l'intero 
			spettacolo: le poltronissime si prenoteranno in Paradiso.  
			L'uomo è così lanciato alla ricerca del mito.  
			In passato l'epopea si poteva creare sulla terra: la mancanza di 
			comunicazione, le guerre, le grandi paure e la confusione di lingue 
			e di costumi favorivano nel tempo le deformazioni e distorsioni 
			della realtà: trasformavano l'azione, in sintesi creavano l'epopea.
			 
			Oggi un mito si può solamente creare dove difficilmente ed in 
			condizioni speciali l'uomo può arrivare, o lanciandosi nel 
			macrocosmo coi grandi strumenti o scendendo coi piccoli nel 
			microcosmo.  
			Dovremo perciò dipingere le strade dell'avvenire nella materia 
			inconoscibile, segnare la lunga strada dei Cieli con mezzi 
			segnalatori adeguati alle grandiosità delle imprese.  
			Dove oggi si fanno segnali con razzi al sodio, domani useremo dei 
			nuovi arcobaleni, fate morgane, aurore boreali che noi ci saremmo 
			costruiti e gli spogliarelli delle costellazioni, le danze ritmiche 
			degli asteroidi e la musica ultrasonica di miliardi di suoni 
			spezzati ci renderanno momenti degni di semi dèi.  
			Per tutte queste cose o signori ancora potenti della terra, presto o 
			tardi ci darete le macchine per giocare o noi le costruiremo per 
			l'occupazione di quel tempo-libero che voi, con insana ingordigia, 
			pregustate di occupare nella banalità e nello spappolamento 
			progressivo dei cervelli. Noi useremo queste macchine per dipingere 
			le autostrade, per fabbricare i più fantastici ed unici tessuti, che 
			folle gioiose vestiranno con senso artistico per un solo minuto.  
			Chilometri di carte stampate, incise, colorate inneggeranno alle più 
			strane ed entusiasmanti follie.  
			Case di cuoio dipinto, sbalzato, laccato, di metallo o di leghe, di 
			resine, di cementi vibranti costituiranno sulla terra un diseguale e 
			continuo momento di choc.  
			Fisseremo a nostro piacere le immagini con le macchine cine- 
			fotografiche, televisive, che il genio collettivo del popolo ha 
			creato e che voi malamente avete sinora adoperato per concludervi 
			nel regno assoluto della noia.  
			Ognuno proverà la gioia del colore, della musica; le arie 
			architettoniche dei gas colorati, dei muri caldi degli infrarossi 
			che ci daranno l'eterna primavera: faremo giocare l'Uomo dalla culla 
			alla tomba, anche la Morte non sarà che un gioco.  
			Segni poetici colorati creeranno momenti emozionali e ci daranno 
			l'infinita gioia del momento magico-creativo-collettivo, piattaforma 
			di nuovi miti e di nuove passioni.  
			Coll'automazione non ci sarà più lavoro nel senso tradizionale e non 
			ci sarà più dopolavoro ma un tempo libero per libere energie 
			antieconomiche.  
			Noi vogliamo fondare il primo stabilimento della poesia industriale 
			e da questo inimmaginabile e mostruoso parto che le macchine ci 
			elargiranno noi creeremo a fianco gli stabilimenti della distruzione 
			immediata per distruggere subitamente i prodotti emozionali appena 
			creati, affinché il nostro cervello sia sempre immune da plagi per 
			potersi trovare puntuali nello stato di grazia del punto zero.  
			Soltanto un popolo di artisti può sopravvivere guidato dalle sue 
			minoranze geniali: i creatori di credenze.  
			Le antiche culture ce ne danno gli esempi con la loro inflazione; 
			tutto era unico, e questa immensa produzione non era possibile se 
			non con il concorso degli elementi popolari trascinati nelle loro 
			opere dall'immensa poesia.  
			Inariditasi la fonte poetica è breve il passo per giungere alle 
			rovine dei Maya, dei cretesi, degli etruschi, ecc.  
			Oggi l'uomo è parte della macchina che ha creato e che gli è negata 
			e ne è da essa dominato.  
			Bisogna invertire questo non senso o no si avrà più creazione; 
			bisogna dominare la macchina ed obbligarla al gesto unico, inutile, 
			anti-economico, artistico, per creare una nuova società 
			anti-economica ma poetica, magica, artistica.  
			Signori potenti e simmetrici, la dissimmetria, ormai alla base della 
			biologia moderna, dilaga nei campi artistici e scientifici minando 
			alle basi il vostro mondo simmetrico, calcolato sugli assiomi di 
			momenti poetici di un lontano passato e che ha raggiunto 
			l'immobilità assoluta, nella Noia cristallina del Vostro divismo.
			 
			Le ultime creazioni artistiche moderne attuate con senso magico- 
			profetico, vi hanno distrutto lo spazio; e lunghe tele chilometriche 
			si possono ormai tradurre e misurare a cronometro, come films, come 
			cinerama (venti minuti di pittura, trenta, un'ora).  
			Il tempo, la scatola magica con la quale gli uomini delle antiche 
			culture agricole regolarono le loro vitali e poetiche esperienze, si 
			è fermato e vi ha costretto a cambiare velocità.  
			Gli strumenti base del vostro dominio: spazio e tempo, saranno 
			giocattoli inutili nelle vostre mani di bambini adunchi e 
			paralitici.  
			Inutili le vostre costruzioni ideali del Superuomo e del genio; 
			inutili i vostri decori, le vostre immense costruzioni urbanistiche 
			che annoiarono le notti insonni di genie aristocratiche capaci solo 
			di arrancare negli immensi palazzi vuoti, come pipistrelli e gufi 
			in cerca dell'immondo pasto dei paradisi artificiali.  
			Inutile e vano fu nei secoli il vostro urbanesimo, perché soltanto a 
			voi e per voi il popolo aveva consacrato invano le sue migliori 
			libere energie creative, credendovi i rappresentanti effettivi di un 
			messaggio poetico. Oggi l'anti-materia, l'antimondo fisico è trovato 
			e tutta la vostra immensa dimora vi crolla sul dorso.  
			L'antiuomo è già apparso nel drammatico scenario della fisica. Il 
			popolo nemmeno si servirà, in futuro, dei vostri decori che a nulla 
			serviranno poiché altro non saranno che immensi cimiteri in cui voi 
			avete sepolto da secoli tutte le sofferenze e le poesie che l'uomo 
			aveva creato per se.  
			Nuovi decori mobili si richiedono, il nomadismo attuale richiede 
			scenari smontabili per i campings, per le roulotte, per i week-end.
			 
			Il ritorno alla natura con strumentazione moderna permetterà, dopo 
			migliaia di secoli all'uomo di ritornare nei luoghi ove i cacciatori 
			paleolitici dominarono la loro grande paura; gli uomini moderni 
			cercheranno di abbandonare la loro, accumulata nell'idiozia del 
			progresso, a contatto delle umili cose, che la natura nella sua 
			saggezza ha conservato come controllo al'immensa superbia del 
			cervello umano.  
			Signori ancora potenti dell'Est e dell'Ovest, avete costruito le 
			città sotterranee per difendervi dalle radiazioni che belligerantemente 
			avete scatenato: ebbene, gli ingenui artisti trasformeranno le 
			vostre fogne nei santuari e nelle cattedrali atomiche tracciando con 
			magia emozionale i segni della cultura industriale che si 
			trasformeranno velocemente nei simboli di nuovi zodiaci, di nuovi 
			calendari momentanei.  
			Energie nuove raccolte dalle sensibili minoranze che le masse 
			avranno espresso nel lungo letargo, trasformeranno i vostri termitai 
			di cemento armato in lussuosi momenti trasmissibili e scambievoli.
			 
			Gli artisti saranno i teddy-boys della vecchia cultura; quello che 
			non avrete distrutto voi lo distruggeranno loro per non ricordare 
			più nulla, poiché la vostra balordaggine è arrivata al punto di aver 
			distrutta l'ultima possibilità di rinascita che avevate: la guerra.
			 
			Questa fu sempre la vostra risorsa ché la distruzione obbligava al 
			rinnovo, oggi la vostra codardia, la vostra paura vi è scoppiata fra 
			le mani.  
			Siete imbattibili fabbricanti della Noia.  
			Il vostro progresso sterilizzerà le ultime vostre sensibilità, e 
			nulla, se non la vostra civilizzazione, vi aiuterà a boccheggiare le 
			ultime particelle di un ossigeno infetto prolungando la vostra 
			agonia negli escrementi delle macchine che voi stessi avete 
			sfruttato.  
			I decori nuovi che vanno dal tessuto alle abitazioni, dai mezzi di 
			trasporto al bicchiere al piatto, ai lampadari, alle città 
			sperimentali saranno unici, artistici, irripetibili.  
			Non saranno più detti "immobili", ma "mobili" e soltanto d'uso, 
			poiché saranno strumenti momentanei di gioia o di gioco; in una 
			parola ritorneremo poveri, poverissimi ma ricchissimi di spirito in 
			un comportamento nuovo.  
			Gli averi saranno collettivi e con velocità di autodistruzione.  
			La poesia non agirà più sui sensi che conosciamo ma su quelli che 
			ancora non conosciamo; non avrà più architettura, né pittura, né 
			parole, né immagine, ma sarà senza superficie, senza volume... Siamo 
			vicini alla quarta dimensione, alla poesia pura, alla magia che non 
			ha padrone, ma può solo essere di tutti, siamo prossimi allo stato 
			selvaggio con senso moderno, con strumenti moderni: la terra 
			promessa, il paradiso, l'eden, altro non può essere che l'aria da 
			respirare, mangiare, toccare, penetrare. Purificarsi nell'aria per 
			creare in questi decori impalpabili l'uomo passionale nuovo-libero, 
			che non ha più tempo per appagare tutti i suoi desideri e per 
			crearne dei nuovi.  
			Tutte le ideologie, tutte le religioni seguirono sempre la politica 
			dei desideri, non appagandoli se non nell'aldilà; col risultato che 
			oggi la scienza e l'arte si trovano di fronte al muro invalicabile 
			dei perché.  
			Noi vogliamo cancellare per sempre i perché.  
			I profeti nuovi hanno già attaccato alla base questo muro infinito e 
			dolce della nuova poesia.  
			L'uomo di domani attingerà, guidato da questi pionieri, al nettare 
			indistruttibile che uscirà da esso.  
			Tutto questo nuovo comportamento umano sarà un gioco e l'uomo vivrà 
			tutta la sua vita per gioco, di nulla preoccupandosi che di 
			emozionarsi giocando con i suoi desideri.  
			I primi rudimentali strumenti di questa rivoluzione sono, secondo 
			noi, quelli artistici-industriali e de-valorizzati, proprio perché 
			sono innanzitutto strumenti di gioia; ecco perché nel proporre i 
			nostri minimi risultati, come la pittura industriale, noi ci 
			sentiamo orgogliosamente sicuri che le nostre speranze sono buone, 
			giudicate dall'attuale dilagante entusiasmo con cui furono accolte.
			 
			La pittura industriale è stato il primo tentativo riuscito di 
			giocare con le macchine, ed il risultato fu la de-valorizzazione 
			dell'opera d'arte.  
			Quando migliaia di pittori che oggi lavorano al non-senso del 
			dettaglio, avranno le possibilità che offrono le macchine, non sarà 
			più il francobollo gigante, chiamato quadro a soddisfare la 
			collocazione del plus valore, ma migliaia di chilometri di tele 
			offerte nelle strade, nei mercati, a prezzo di scambio, che faranno 
			godere milioni di uomini eccitando altre esperienze di collocamento.
			 
			Sarà il trionfo dei grandi numeri mossi dalla qualità che stabilirà 
			dei valori sconosciuti e la velocità di scambio determinerà una 
			nuova identità: il Valore diverrà identico al Cambiamento.  
			Sarà la fine di ogni speculazione.  
			Il grande gioco è cominciato a Torino nel '58, continuato a Milano e 
			Venezia, riconfermato a Monaco nel '59 ove il Congresso dei 
			Situazionisti stabilì che i 10 punti di Amsterdam erano il frutto di 
			una silenziosa ma efficace premessa per un urbanesimo-unitario.  
			La successiva Mostra di Parigi, ove si poté dimostrare la 
			costruzione ambientale, emotiva di un istante, dimostrarono come 
			l'unità nella cultura sia la sola idea capace di dominare la 
			macchina.  
			Noi siamo poveri e questo non importa, la nostra povertà è la nostra 
			forza.  
			Inutilmente ci lasceranno bollire nel nostro brodo, potranno 
			escluderci dalle loro Rassegne, potranno silenziarci, insultarci, 
			umiliarci.  
			Il popolo ha già capito la nostra poesia e già l'affanno del nuovo 
			momento poetico batte ansioso al cuore delle folle annoiate dagli 
			stanchi idoli fabbricati dalla farisaica ed interessata fornicazione 
			dei fantomatici potenti della terra e dei loro scagnozzi, 
			ringhiosamente sorvegliati da tutte le ruote del macchinismo umano 
			automatico del pensiero e della tecnica e dalla razza più eunuca del 
			globo: gli intellettuali.  
			Cominciano così i lunghi giorni della creazione atomica.  
			Ora tocca a noi artisti, scienziati, poeti creare nuovamente le 
			terre, gli oceani, gli animali, il sole e le altre stelle, le arie, 
			le acque e le cose.  
			E toccherà a noi soffiare nell'argilla per creare l'uomo nuovo 
			adatto al riposo del settimo giorno .  
			 
			Dal Laboratorio Situazionista di Alba - Agosto 1959 - by Giuseppe 
			Pinot-Gallizio 
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