Giovanni Morgese

 

Giovanni Morgese è nato a Terlizzi (Ba) nel 1951. Pittore e scultore, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bari. Dopo varie esperienze in ambienti educativi, un breve periodo come insegnante nel Liceo Artistico di Matera e presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, ha scelto di dedicarsi a tempo pieno all’arte.
Artista plastico di assoluto rigore etico e perciò anche di finissimo rigore estetico, in tutto il suo lavoro ricerca o forse ritrova sempre ogni volta un’immagine essenziale, un’immagine che rende presente l’essenziale; egli reinventa con sforzo incessante e con ferma fedeltà alla sua vocazione semplicemente un’immagine conduttrice di bellezza.
La sua ricerca e incentrata su tematiche che riguardano l’uomo. Predilige l’uso di materiali poveri e naturali che trasforma in figure fortemente drammatiche e testimoni della precaria condizione umana.
Opere di arte sacra sono state da lui realizzate per la chiesa di S. Ignazio, la chiesa della Madonna di Cesano e la chiesa della Madonna delle Grazie (Cimitero) a Terlizzi. Nella parrocchia Madonna della Rosa a Molfetta. Nella basilica dei SS. Medici a Bitonto. Nella Parrocchia S. Famiglia di Ruvo di Puglia. Nel Convento di Santa Fara e nella cappella della clinica Anthea a Bari.

 

GIOVANNI MORGESE - “miserere”
Mostra di sculture e Proiezione del video-catalogo multimediale: 'Giovanni Morgese – sculture in ferro 2009 – 2010'
A cura di: Franco De Marco, Giuseppe D’Amato e Pierre Lassismore dal 20 Aprile al 15 Maggio presso ADSUM artecontemporanea.


Inaugurazione: mercoledì 20 Aprile 2011 – ore 19,00
La mostra resterà aperta dal 20 Aprile al 15 Maggio
Orari di galleria: 10,00-12,30 /18,00 – 20,30
Festivi e giovedì pomeriggio chiuso

www.retearte.it - adsum.arte@libero.it
via Marconi, 5 (Palazzo della Meridiana) – Terlizzi(BA)
cell. 347 6502478






 

 

 

Ferro come carne dura, sorda dell’uomo nel crogiuolo del fonditore, fuoco inestinguibile che purifica e separa, che incide, buca, taglia e rende ciechi, monchi, zoppi, segni, simboli, linee sintesi di un irruente presente logos incarnato in materia ribelle.
La mostra documenta il lavoro di alcuni anni dell’artista Giovanni Morgese incentrato sulla ricerca scultorea in ferro.
L’ intensa attività artistica inizia negli anni ’80 durante i quali si mette in evidenza per la sua originale ricerca segnico-simbolica orientata verso l’analisi di realtà arcaico-religiose.
Negli anni ’90 il discorso artistico si orienta in direzione solidaristico-umanitario: legnetti di risulta diventano sculture “povere” ricche di profonda umanità e di spiritualità.
Nel 2000 rappresenta la violenza reale e tangibile attraverso l’indagine del proprio volto che perde la sua identità fisica e diventa maschera di dolore identificandosi così con l’umanità sofferente nell’attesa di un nuovo giorno.
Nel 2008 un nuovo materiale, il ferro, diventa il mezzo espressivo di Morgese. Parte dalla figura: sagome di lamiera dal contorno irregolare e frastagliato. Figure ridotte all’essenziale e prive di volume, simili ad ombre, forate, attraversate da segni e simboli: figure come microcosmi di realtà più grandi. Ma ben presto il bisogno di passare dalla figura al segno. Alla linea e al simbolo, infatti, è affidato il compito di ‘scrivere’ la realtà dell’uomo, il dramma esistenziale, il suo destino, in maniera leggera, trasparente. Le opere prodotte in questa mostra infatti sono realizzate assemblando resti di materiale ferroso o utilizzando lamiere sagomate in forma di figure umane fortemente stilizzate e simboliche. Queste si svuotano e si liberano da tutto ciò che le lega alla materia pesante. Per “dire” il dramma dell’esistenza, la dimensione verticale, la spiritualità. Si passa, così, dalle sagome umane alle linee e ai simboli dove il tutto diventa più essenziale e minimale.“Miserere” è il grido dell’ uomo provato nel crogiuolo della vita, alla ricerca di senso e di salvezza.
 

 

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