La regione delle madri. I paesaggi di Osvaldo Licini è
ospitata nel Centro Studi e nella Casa Museo di Monte Vidon
Corrado, per l’artista luogo della creazione, nel quale sceglie
di vivere con la moglie, la pittrice svedese Nanny Hellström,
conosciuta durante i suoi anni parigini, e indaga il rapporto tra
Licini e il paesaggio marchigiano, le vedute francesi e quelle
svedesi, le fonti pittoriche e quelle letterarie, il paesaggio
descritto nelle lettere e quello disegnato o dipinto, la sua
interiorizzazione e le proiezioni cosmiche degli ultimi anni.
Costituisce inoltre l’occasione per riflettere sulla cronologia
delle opere degli anni Venti e per pubblicare documenti inediti
importanti a comprendere il passaggio alla fase del figurativismo
fantastico.
I luoghi hanno sempre un particolare significato in relazione
all’arte: basti pensare a ciò che rappresenta Giverny per Monet o
Aix-en-Provence per Cézanne, o ancora Arles per Van Gogh. E l’arte
di Licini si sostanzia della suggestione del suo paesaggio
marchigiano, interpretato anche in chiave simbolica cosi come
descrive in una lettera del febbraio del 1941 al teosofo e filosofo
Franco Ciliberti, fondatore del movimento Valori Primordiali
«Ti scrivo dalle viscere della terra la “regione delle madri”
forse, dove sono disceso per conservare incolumi alcuni valori
immateriali, non convertibili, certo, che appartengono al dominio
dello spirito umano. In questa profondità ancora verde, la landa
dell’originario forse, io cercherò di recuperare il segreto
primitivo del nostro significato nel cosmo».
La regione delle madri raccoglie 90 oli e 30 disegni, di cui 33 del
periodo figurativo, 9 dipinti astratti degli anni Trenta e i
rimanenti degli anni Quaranta e Cinquanta, provenienti da importanti
collezioni pubbliche come il Museo Novecento di Firenze, il Museo
d’Arte Contemporanea di Ca’ Pesaro a Venezia, il Centre Pompidou di
Parigi, la Galleria d’Arte Contemporanea di Ascoli Piceno, il Museo
Palazzo Ricci di Macerata, il Museo Civico di Palazzo Chiericati di
Vicenza, il Museo Civico Città di Moncalvo e da molti collezionisti
privati. Alcune di queste opere non state mai esposte prima,
come una Marina francese dei primi anni Venti, e altre tornano ad
essere presenti in una rassegna liciniana dopo decenni di assenza
come nel caso di il Paesaggio italiano (1921) del Centre Pompidou,
Colline marchigiane (1926) del Comune di Moncalvo, Paesaggio
marchigiano (1925) di collezione privata, Personaggio (1945) e
Studio per angelo su fondo giallo (1956) della collezione di M.
Carpi.
La mostra compie un excursus attraverso tutti e tre i periodi
pittorici di Licini, con un taglio non solo cronologico ma anche
tematico. Al Centro Studi troviamo i dipinti figurativi degli anni
Venti: paesaggi, marine italiane e francesi che sono sempre
espressione dell’elaborazione interiore del dato reale. Nella Casa
Museo, che per l’artista è stata “laboratorio di arte sperimentale”,
si entra simbolicamente nella “regione delle madri”, nella “landa
dell’originario”. Qui, sulla base di quella che Birolli definisce
“temporalità circolare” nell’arte di Licini, sono allestiti dei
percorsi che, partendo ciascuno da un dipinto figurativo,
accompagnano il visitatore attraverso la fase geometrico-astratta e
quella del figurativismo fantastico, indagando la sostanza
geometrica, la cifra dell’enigma, lo sguardo sui Sibillini, i
microcosmi liciniani, i Personaggi, gli Olandesi volanti, le
Amalassunte e l’antropomorfizzazione del paesaggio fino all’epifania
degli Angeli ribelli e a quegli aquiloni che nascono dalla
visionarietà poetica che costantemente si lascia ispirare dalla
suggestione del paesaggio natìo.
In occasione della mostra sarà pubblicato un
catalogo, edito dalla
casa editrice Electa, con contributi di Daniela Simoni, Stefano
Bracalente, Mattia Patti, Bianca Lucia Maglione e Stefano Papetti.
La regione delle madri. I paesaggi di Osvaldo Licini
CENTRO STUDI OSVALDO LICINI
Piazza Osvaldo Licini, 9 63836 - Monte Vidon Corrado - Marche
dal 25/07/2020 - al 08/12/2020
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Ultimo
aggiornamento:
22-03-22
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