maestro Matteo Masiello

 

Ritratto di Matteo Masiello in una elaborazione di Leonardo Basile 

Matteo Masiello nasce nel 1933 a Palo del Colle in provincia di Bari. Autodidatta , svolge varie attività (operaio, bancario, pubblicista, dirigente generale ministeriale) . Inizia ad esporre nel 1970 a Roma presso gallerie private ed enti pubblici. Nel 1978 espone a Palermo presentato da Nello Ponente. Consegue numerosi riconoscimenti fra cui il Premio Internazionale "La Madonnina" (Milano) nel 1984 . E' invitato alla XI Quadriennale d'Arte di Roma e a manifestazioni artistiche in molte città italiane . Esegue illustrazioni di libri , riviste e giornali . Espone all'estero in strutture pubbliche (Stati Uniti, Belgio e Svizzera) , in musei statali russi (Kirov, Kisinev, Gorchi, Mosca, Kazan, Novosibirsk, Cita ed altre ), in musei statali rumeni (Bucarest, Craiova e Cluj Napoca) , in Istituti di cultura (Svizzera, Spagna, Grecia, Portogallo, Cina e Israele) e istituzioni europee (Parlamento europeo di Strasburgo). Sue opere, rappresentative del postmoderno , figurano in musei italiani e stranieri , chiese , pinacoteche , università , gallerie , collezioni private e pubbliche in Italia e all'estero. Dopo una lunga malattia, il 28 Marzo 2020 si è spento in Bitonto.


 

 "L'irruenza dell'illusorio , dell'allegorico , del magico nel quadro della realtà è la cifra dominante dell'ultimo Masiello . Sessantenne (1997 - ndr) autodidatta , pugliese di Palo del Colle , giramondo per necessità e per vocazione , Masiello convince pubblici molto diversi - dagli Usa all'Est europeo in cui è "di casa".

La sua produzione si è via via affrancata dalle ambizioni avanguardistiche anni Settanta (neofigurativismo, arte povera) , per approdare ad una semplicità ironica e ad una sapienza delle citazioni che coniugate con l'inesausta passione per il colore e il dominio della tecnica , ne fanno un buon artista , un talento visionario e limpido , onesto nel restituire tormenti e interrogativi del vivere .

Masiello rifugge da ogni ermetismo superfluo , è animato dal desiderio di comunicare (donde viene pure il suo prediligere le dimensioni grandi e i soggetti corali), ma ci ricorda una verità tanto radicale quanto desueta : la comunicazione è irriducibile all'appiattimento , all'informazione , alla banalizzazione tipici dell'abito televisivo che tutti oggi volenti o nolenti indossiamo. Si comunica autenticamente ,invece , nell'ambito di un sistema simbolico , di sogni ineffabili , di dialoghi chiaroscurali .

I suoi quadri sono perciò fecondati dall'ibrido di mito e di realtà , talvolta di sacro e di profano , che si riproduce in giochi di specchi - immagini nelle immagini , cornice nella cornice - per suggerire , ed ecco l'ironia , che siamo pur sempre di fronte a una finzione , a siparietti esistenziali , "all'inutilità del pittore".

Tuttavia questa ironia non lo scoraggia dal mettere in scena i suoi personaggi , gli affreschi di mondanità dolente , alcune fughe esotiche in mercatini arabi , le crocifissioni , le feste nuziali , un'infanzia fabulatoria , la morte e i riti di passaggio che tutte le età non smettono di imporci , persino certi incubi "virtuali che cominciano a popolare il nostro orizzonte .

Si è scritto della sua pittura che rievoca i Grandi Nordici (Bosch per la commistione di tragico e grottesco , Ensor per quella fra espressionismo e surrealismo ante litteram ) , e certo Masiello non è artista che si bei nell'aurea mediocritas mediterranea .

Eppure c'è calore nelle sue opere , c'è l'umanissima indulgenza per le maschere che la natura ci affibbia e alle quali è spesso vano ribellarsi , c'è una metafisica stemperata nella compassione , c'è De Chirico che fa l'occhietto a Fellini ."
Oscar Iarussi , giornalista e critico d'arte   
    

Il respiro del divenire . Opera del pittore Matteo Masiello

Il respiro del divenire - 130x150 - olio su tela 2003

 

 

Fra i tanti hanno scritto di Matteo Masiello: Manlio Chieppa, Marino Pagano.
 

 

Ultimo aggiornamento:  01-02-22