L'arte abita anche qui? | |
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Santo Spirito ha una fortuna : è bella naturaliter . Dunque ha potenzialità maggiori e una sorta di predisposizione in nuce alla valorizzazione del "bello" . Questo che può dirsi un dovere peculiare , ha tuttavia bisogno di un esercizio alla crescita . Laddove sempre più necessitano il recupero del senso di appartenenza e della memoria , e quello della curiosità e dello stimolo intellettuale . Da qualche anno , su larga scala , è spesso nelle periferie che fecondano i fermenti più significativi dei fatti dell'arte e della cultura . Ad esempio , la vivacità delle attività legate alle arti visive contemporanee , si avverte oggi più in località come Rivoli , Treviso , Rovereto , che nelle capitali storiche nazionali . La stessa città di Bari , a un tempo capoluogo e periferia , sta vivendo una rinnovata attenzione all'arte . Ebbene , non può essere questa una opportunità per la bella Santo Spirito ? Che peraltro già fu culla , natale o adottiva , di artisti di chiara fama extraregionale . Si pensi a un Emanuele Lavacca e , più ancora , a un Francesco Speranza . Santo Spirito , dunque , come avamposto della ritrovata centralità dell'arte a Bari : ecco una ipotesi che si fa auspicio . Partendo dalla valorizzazione dell'esistente , si potrebbero inventare e moltiplicare occasioni , prima ancora che replicare il pianto per quello che non c'è . Insomma un pò come la storia del Teatro Petruzzelli , la cui persistente condizione di opera ferita ha oltremodo catalizzato attenzioni ed energie più su ciò che si era perso , che su ciò che si sarebbe potuto realizzare , magari altrove .
A Santo Spirito non mancano gli artisti , anche di valore . In
primis
Aldo Citelli
, sperimentatore elegante , pittore sempre sulla front line della ricerca , manipolatore di legni e metalli di cui
molteplici testimonianze sono ad impreziosire Istituzioni pubbliche
dentro e fuori la Puglia . E poi le donne , più d'una . Lucia Buono
e Alessandra Lama , impegnate da diversi anni nella elaborazione di
nuove forme/colori ; e
Francesca Ancona , artefice di una
accattivante proposta pittorica che è sintesi problematica e
profonda di introspezioni e di moti espressionisti . Ancora , Oronzo
Nuovo , con la sua ricerca divisionista , funzionale ad una
rielaborazione poetico-pittorica del nostro territorio , e al
recupero di immagini restituiteci salubri , nonché intrise di segni
simbolici . O il più giovane
Oreste Panebianco , indomito
nell'intraprendere nuovi percorsi , fra i meandri della post
avanguardia . Come pure
Leonardo Basile , già assemblatore di
fascinose modulazioni formali e cromatiche ; e , seppure con forzata
incostanza ,
Rosario Mercuri , propugnatore di stimolanti
riproposizioni neoconcettuali alternate a recuperi della figurazione
. Figurazione che è il campo mai esaurito della ricerca di
Francesco Madero , pittore costantemente sensibile a contenuti ecologisti ,
sia pure non urlati , oltre che operatore d'arte con il citato
Basile . E altri nomi si possono fare , benchè non si tratta qui di
tracciare inventari né atlanti . Peraltro finisce col risultare
limitativa e forzata l'indagine rivolta al solo territorio
santospiritese , vuoi per la contiguità con le aree limitrofe , a
cominciare dal territorio palesino , vuoi per la naturale vocazione
dell'artista ad interagire con ciò che è fuori da sé . Così come non
si dovrebbe tacere di meritorie iniziative che , fra molteplici
difficoltà ed inevitabili stop , sono state trainanti per la
crescita della sensibilità ai fatti dell'arte . Valga per tutti
l'esperienza pluriennale del Centro d'Arte 89 di Palese , con i suoi
concorsi , le sue esposizioni , le produzioni culturali ad hoc , le
iniziative estive , gli incontri , le conferenze , le presentazioni
di eventi e pubblicazioni .
Testo a cura di Emanuele Cazzolla
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Luglio 2003 - Su gentile concessione dell'autore e de "Il Tarlo" | |