La
Gioconda su un foulard o l'incisione di un concerto di Ravel diretto
dall'autore stesso e ogni giorno riascoltabile sono due esemplificazioni
di quel fenomeno che Benjamin definisce la «perdita dell'aura»
nell'epoca della riproducibilità tecnica dell'opera d'arte, ossia la
perdita del «qui e ora» magico e unico che si fonde con la creazione
artistica e la contraddistingue.
Nel chiuso di un'automobile, ad esempio, mediante un mangianastri si può
ascoltare quel concerto di Ravel al di fuori della sua unicità
spazio-temporale, oggettivandolo e spersonificandolo. Nondimeno, la
perdita del carisma insito nell'opera d'arte, «unica» eppure riprodotta,
non è deplorata da Benjamin con quell'atteggiamento aristocratico che
contraddistingue alcuni esponenti della Scuola di Francoforte. Egli
collega infatti la «perdita dell'aura» nella società
contemporanea all'irruzione delle masse sulla scena e alla loro
richiesta di beni culturali che è giocoforza diventino merce.
La riproduzione dell'opera d'arte in «sede impropria» non ne comporta
una perdita di qualità, ma piuttosto una desacralizzazione, il che
favorisce un'esperienza laica della cultura e ne sostituisce il valore
rituale con un valore espositivo antiestetizzante.
Scrive Massimo Cacciari : «L'importanza che Benjamin attribuiva a
L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica (e da ciò
l'esigenza di una edizione come questa, che finalmente permettesse di
comprendere nel loro insieme la sua genesi e tutte le sue "varianti")
risulta evidente dalla nota lettera a Kraft del dicembre del 1935: egli
afferma con enfasi di ritenere di avervi fissato la cifra dell'"ora del
destino" che è scoccata per l'arte. Non può trattarsi, quindi, di una
semplice fenomenologia delle piú recenti tendenze, né dell'apprezzamento
del loro carattere rivoluzionario rispetto alla espressione artistica
tradizionale, e neppure di una teoria delle nuove Muse: fotografia e
cinema. L'ambizione è incomparabilmente maggiore: si tratta di
comprendere la crisi del fatto artistico, dell'arte in quanto tale, di
una filosofia della crisi dell'arte, destinata, per ciò stesso, ad
assumere i toni di una vera e propria filosofia della storia».
Walter Bendix Schöenflies Benjamin conosciuto come Walter Benjamin
(Berlino, 15 luglio 1892 – Portbou, 26 settembre 1940) è stato un
filosofo, scrittore, critico letterario e traduttore tedesco. E' stato
pensatore eclettico che si è occupato di epistemologia, estetica,
sociologia, misticismo ebraico e materialismo storico. Il lavoro di
Benjamin, riconosciuto postumo, ha influenzato filosofi (quali Theodor
Adorno, Georg Lukács e Hannah Arendt ), mistici (come Gershom Scholem) e
drammaturghi del calibro di Bertolt Brecht.
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