Oggi
in Italia tutti hanno una ricetta in tasca per avvicinare gli italiani
all'arte. Si tratta spesso di ricette a base di usurate pratiche di
marketing, che dovrebbero far digerire Botticelli, come uno zuccherino
aiuta a buttar giù la medicina amara, a cittadini considerati soltanto
orde di consumatori inconsapevoli e irredimibili. Il risultato è
desolante: ammesso (e per nulla concesso) che questa spintissima
mercificazione serva a vendere qualche biglietto in più, è certo che non
alimenta in alcun modo il nostro dialogo con l'arte. E se invece la
ricetta fosse molto più semplice e rispettosa dell'intelligenza di
ognuno di noi? Montanari traccia in queste pagine agili e appassionanti
una possibile via per un'educazione artistica che sia anche educazione
sentimentale e civica. E ci accompagna tra le strade del bello, dove
alto e basso si mescolano, dove contemporaneo e classico sono parte di
un unico grande discorso, che parte dalle mani impresse sulla roccia in
una caverna e arriva a Banksy, passando per Raffaello, Monet, Pellizza
da Volpedo e Rothko.
«I monumenti ci parlano. In ogni modo provano ad attirare la nostra
attenzione, implorano uno sguardo, una nostra sosta. Lo fanno perché,
pur eterni o quasi, non vivono se non attraverso la vita dei vivi. Se
accettiamo di far loro un po' di spazio nella mente e nel cuore, in
cambio essi rendono più intensa, più profumata, più profonda la nostra
vita. Temo che nessun produttore o responsabile di rete lo accetterebbe,
ma il programma televisivo che davvero vorrei realizzare consisterebbe
in una lentissima camminata in una qualunque chiesa storica del nostro
Paese: e invece di fermarmi a far due chiacchiere con i passanti e i
conoscenti, mi fermerei a leggere ogni lapide. Ognuno di quei brevi
testi ha il potere di convocare davanti ai nostri occhi uomini e donne,
eventi e pensieri, storie e vite di dieci secoli, e oltre. Dalla più
sperduta chiesa si stende una rete di storie che avvolge l'Europa o il
mondo interi, capace di farci sprofondare nei recessi intimi della
nostra comune umanità».
Tomaso Montanari
Professore ordinario di Storia dell'arte moderna, presidente di
Libertà e Giustizia, Tomaso Montanari (Firenze 1971) è ordinario
di storia dell’arte moderna all’Università ‘Federico II’ di
Napoli. Ha dedicato libri, saggi e mostre all’arte italiana ed
europea del Seicento.
Tra i suoi libri si trovano una riflessione sul ruolo della
storia dell’arte nell’Italia di oggi (A cosa serve
Michelangelo?, Einaudi, 2011), una riflessione sull’articolo 9
della Costituzione (Costituzione incompiuta. Arte, paesaggio,
ambiente, a cura di T. Montanari, Torino, Einaudi, 2013), una
indagine sulla privatizzazione del patrimonio culturale della
nazione (Privati del patrimonio, Einaudi 2015). |
Tomaso Montanari – La
seconda ora d’arte
Einaudi, Torino 2021
Pagg. 214, €15
ISBN 9788806247249
https://www.einaudi.it |