Perché l'Italia non ama più l'Arte Contemporanea
Questo
libro-inchiesta di Ludovico Pratesi ( Castelvecchi
Editore ) fotografa la situazione di un paese che non
investe più sul futuro della propria arte, solo centoventi
anni dopo aver lanciato la Biennale di Venezia, la
più prestigiosa mostra d'arte contemporanea nel mondo, per
promuovere gli artisti italiani nel contesto internazionale.
Dati alla mano, cerca di spiegare il perchè. |
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Alla fine dell'Ottocento l'Italia, unita
da poco più di vent'anni, lanciò la prima Biennale d'arte contemporanea
a Venezia, diventata la più importante del mondo. Un gesto coraggioso
che non ebbe seguito: all'alba del XXI secolo, il nostro Paese non
possiede un grande museo degno di competere con la Tate Modern, il Moma
o il Pompidou; non è riuscito a sostenere la carriera dei migliori
artisti italiani delle ultime generazioni, e sembra riconoscere fama e
prestigio solo all'arte del passato.
Come mai l'Italia non ama anzi odia l'arte contemporanea ? È a causa del
peso del nostro patrimonio artistico o ci sono altre ragioni? Perché non
siamo in grado di promuovere i nostri giovani talenti sulla scena
internazionale? Come mai non abbiamo una grande collezione nazionale
dedicata all'arte di oggi? Partendo da queste domande, il libro di
Pratesi suggerisce alcune direzioni per individuare, in Italia, un nuovo
rapporto con l'arte del nostro tempo.
Ludovico Pratesi
Curatore e critico d'arte. Direttore artistico del Centro Arti Visive
Pescheria di Pesaro e Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte
contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani
Collezionisti. Professore di Management per l’arte contemporanea
all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Dal 2009 al 2011 è stato curatore
scientifico di palazzo Fabroni di Pistoia. Dal 2006 al 2010 è stato
Presidente dell’AICA. Dal 2012 al 2015 è stato Vice Presidente
dell'AMACI (Associazione Musei Arte Contemporanea Italiana). Dal 1995 al
2010 è stato Consigliere di Amministrazione per la Quadriennale d’Arte
di Roma. Critico del quotidiano La Repubblica.
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