PUBBLICIT@RTE. Segni e visioni di Maria Rosaria Dagostino
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Si inizia dal manifesto per arrivare alla Pop Art nel primo capitolo, marcando i nomi illustri dell’arte e i prodotti ai quali si sono dedicati: da Kurt Schwitters a Pablo Picasso, dai futuristi alla transavanguardia. Ma non solo: da Jacques Auriac e il suo “Gitanes avec ou sans filtre” ad Andy Warhol, con la sua eccezionale produzione. | |
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Mentre l’arte pesca negli scenari multimediali e commerciali del contemporaneo, per invocare personali visioni del mondo, cosa resta dell’antica questione tra arte nobile e pubblicità triviale? Uno spazio bianco da riempire con nuove letterature, rivalorizzazioni e iconografismi nel segno della reciprocità. Questo lavoro si pone al crocevia di pregiudizi e secolari tensioni nei confronti dell’arte e della pubblicità portando esempi di ibridazioni artistiche storiche come l’esperienza dei cartellonisti del Novecento fino alla Pop Art, ma anche sperimentazioni contemporanee di artisti che invadono lo spazio pubblicitario, spingendosi a visioni post-classificatorie come la pubblicità non convenzionale che coopta correnti artistiche quali l’Happening, la Body Art, il Graffittismo, o ancora la pubblicità concettuale come arte di una pubblicità caratterizzata dall’uso dei supporti multimediali. L’attenzione socio-semiotica alle produzioni artistiche d’avanguardia e la loro rivisitazione pubblicitaria mostrerà come la distinzione tra queste due pratiche sia una mise-en-scène di sistemi di classificazioni e non il risultato di differenti proprietà intrinseche. La sfida all’estetica elitaria dell’opera d’arte e all’ostracismo della pubblicità può far ordine nel panorama della nuova ecologia culturale e iconografica e riscrivere il rapporto tra due arti tradizionalmente «separate in casa», in una nuova pratica di scrittura socio-semiotica: la pubblicit@rte.
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L'autrice : Maria Rosaria Dagostino è dottore di ricerca in Teoria del linguaggio e scienze dei segni. Insegna Sociolinguistica nel Corso di laurea in Scienze della comunicazione, Università di Bari, sede di Taranto, e collabora con il Dipartimento di Pratiche Linguistiche e Analisi di Testi dell’Università di Bari. Ha tradotto “Il sogno di butterfly di Rey Chow” (2003), e curato, di R. Chow, “Il mondo nel mirino” (2007). Tra le sue recenti pubblicazioni “Cito dunque creo” (2006), finalista al Premio Nazionale della Comunicazione di Castiglioncello (2006) e “Il piacere del ritorno. Citazione, arti visive, comunicazione” (Progedit-2007), curato insieme a Patrizia Calefato.
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