Chiesa rurale medievale dell' Annunziata Note storiche ed architettoniche a cura del prof. Vincenzo Colonna
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La frequentazione di questa zona era dovuta alla vicinanza della lama Balice, insolito elemento naturale che rompe la monotonia del paesaggio circostante e che già dal Neolitico era motivo di attrazione in quanto offriva riparo e protezione nelle grotte presenti lungo i suoi versanti, ed era ricca di cacciagione. Questa attrattiva era diffusa invero in tutto il territorio pugliese, ricco di lame e gravine. Infatti nell'Alto Medioevo questi luoghi furono popolati da pastori e da contadini, che si difendevano dalle frequenti incursioni dei Saraceni lungo le coste e dai monaci basiliani che fuggivano dall'Oriente per scampare alle persecuzioni iconoclaste di Costantinopoli. Nascevano in tal modo villaggi sotterranei e casali con abitazioni, stalle, basiliche, necropoli, mulini, cisterne, ecc. In questo contesto in prossimità della Lama Balice nacque il casale di
Camerata, distrutto una prima volta nel 988 dai Saraceni insieme ai
casali di Balsignano, Buterrito, Carabattola e Casalnuovo (Vito Lozito,
1994). Dell'impianto romanico originario si conserva la pianta quadrata con
l'abside rivolta ad est ed inclusa nel muro perimetrale. La chiesa fu
completamente ricostruita nell'elevazione e nelle coperture intorno al
1585, anno in cui furono realizzati i cippi (Titoli) confinari tra Bari
e Bitonto. Uno di questi, detto Titolo di Camerata, è presente verso est
a breve distanza dalla Chiesa. Esternamente il portale, con architrave è sormontato da una lunetta, in cui era collocata la lapide ora spostata nell'interno, alla quale segue in asse una monofora, con strombatura verso l'esterno, seguita da due mensole sulle quali poggiava forse una caditoia. Un agile campanile a vela, chiuso da un pignone poggiato su volute, svetta verso l'alto. Un corpo quadrangolare è addossato sulla sinistra del portale, esso è coperto da una volte a botte e aperto sugli altri tre lati con archi a sesto acuto. La sua funzione doveva essere di riparo per i viandanti ed edicola votiva. In linea con la facciata sul lato destro è annesso un piccolo vano, in origine adibito a stalla, con un accesso diretto alla chiesa. L'interno, molto semplice, è pavimentato con marmette di colore rosso
che hanno sostituito l'antico pavimento a "chianche". Le pareti,
ripulite negli anni 80 da strati di imbiancatura a calce, sono ricoperti
da affreschi e tempere di cultura popolare e di varia età a partire dal
1586 con un quadro votivo di San Giuseppe commissionato dalla nobile
Isabella de Agrestis di Bitonto. Segue l'altare con alle spalle l'affresco dell'Annunziata che racchiude
una nicchia rettangolare in cui era collocato un bassorilievo in pietra
raffigurante la Madonna con il Bambino, purtroppo asportato da ignote
mani sacrileghe. Uno stuolo di Angeli, provvede a ricomporre i corpi dei defunti, anche i morti in mare, e l'Arcangelo Gabriele sembra giudicarli. Verso l'alto una folla di Santi e Profeti fanno corona al Cristo in gloria con ai lati la Madonna e San Giuseppe, tutti sovrastanti e batuffoli di nuvole. L'affresco termina sull'architrave di una porta tompagnata con sei santi aureolati preceduti dal Battista. Tra questi desta curiosità la figura mascile, svestita con ornamenti esotici, dai lineamenti negroidi anch'essa con l'aureola sul capo. Interessante è la presenza di numerosi graffiti con antiche date che
richiamano alla mente la moltitudine dei fedeli che nei secoli hanno
visitato questo luogo sacro. Si nota la mancanza di un serio restauro
conservativo delle pitture, a tutt'oggi inoltre nessun esperto di storia
dell'arte medievale ha approfondito lo studio dei dipinti. Sorprende il visitatore, la singolarità di questo piccolo gioiello un tempo immerso nella pace della campagna ricca di ulivi e dove nel silenzio risuonava il canto degli uccelli. Ora, fragile e delicata gemma, è circondato da cantieri e strade asfaltate su cui sfrecciano senza sosta macchine di tutte le dimensioni. Invece del dovuto rispetto ed attenzione intorno ad esso mucchi di materiale di risulta si accumulano senza vergogna. Fin quando resisterà ai predatori?" - Prof. Vincenzo Colonna - Bari Santo Spirito, dicembre 2012
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