Dal De Machinis

di Mariano di Iacopo,

detto il Taccola

(Siena, 1382-1458)

Mariano di Iacopo, detto il Taccola, e conosciuto anche come il nuovo Archimede, è stato un ingegnere, architetto, scultore e scrittore italiano...e ci aggiungo notaio essendo stata questa la sua prima attività professionale da adulto.
Per le informazioni biografiche vi rimando a wikipedia, mentre in questa pagina a lui dedicata su questo sito, mi interessa sintetizzare il suo percorso artistico-ingegneristico.


 Il Taccola è considerato il pioniere della rinascita della cultura tecnica a Siena : il "nuovo Archimede"  aprì la scena alla figura nuova dell'ingegnere-autore di testi tecnologici illustrati, dove le immagini vengono realizzate per comunicare il da farsi con la massima efficacia. In merito alla sua abilità nel disegno si sa che la perfezionò frequentando la bottega di Iacopo della Quercia.

 I settori d'intervento del nostro (come si evince dai disegni che sto per presentarvi) furono quello dell'approvvigionamento idrico e quello delle tecniche militari..." (...) infatti evidenziano una identità guerresca, più apparente che reale; questo del resto era il modo di rendere più apprezzabile il discorso e il progetto della macchina, sottraendolo al tanto diffuso mechanico disprezzo. L'aspetto sapientemente naif nei disegni del Taccola si rivela sia nel materiale autografo sia nelle copie, e contiene questo programma che tanto lo distacca dalle rappresentazioni più elette di Francesco di Giorgio e di Leonardo, pur rendendo esplicita una tecnica di progettazione della macchina esterna alla rappresentazione artistico-artigiana del Quattrocento italiano. Le immagini artistiche tendono alla verità prospettica, i princìpi visivi si riuniscono entro il campo di oggettiva centralità dell'immagine pittorica e la tecnica disegnativa della macchina è quindi sottoposta quasi a un sacrificio, a un difetto di colpo d'occhio.

 Taccola è uno scultore in legno e per mestiere conosce le differenti qualità della lavorazione, di ciò che si vede e si desidera vedere rispetto a quanto si vede di scorcio o non si deve vedere affatto. Rendere col disegno il funzionamento di un qualsiasi marchingegno significa deliberatamente ignorare ogni ordine prospettico, per far vedere anche dietro, aprire i piani prospettici in avanti, sconvolgere la vera fabrica della macchina per fissare la messa in moto. Il disegno taccoliano è il rovescio della prospectiva pingendi di Piero della Francesca che rappresenta la messa in quiete, la commisurazione delle virtù e della fortuna quattrocentesce.

 Diversamente, i meccanismi, i dispositivi di bloccaggio, d'innesco e di lancio devono essere dimensionalmente esagerati, rispetto alla vera misura del corpo della macchina. I riferimenti alle città e al paesaggio, che costituiscono spesso il 'campo' di applicazione, sono ideogrammati e schematizzati; mentre alberi, uomini e animali, qualora siano oggetti o soggetti del 'progetto' della macchina, sono ingranditi o rimpiccioliti secondo le varie condizioni. Questa è ancora la natura specifica di quel minuto disegno notarile di mappe e piante di città proprio di chi vorrebbe (Taccola è anche notaio) chiarire concetti controversi, rendendoli semplici e accessibili, senza possedere le cognizioni del disegno, costretto a muoversi su un terreno incerto di segni per delimitare la proprietà. (...)" - dal volume Scienza e tecnica della Storia d'Italia di Einaudi, 1980

 Di seguito quindi 24 disegni del Taccola, 'spulciati' dal suo "De machinis", conservato presso la ricca Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.
 

Le stesse immagini (ma in formato video) sono visionabili su Youtube


 

"Non rendere note a molti le tue invenzioni ma a pochi intelligenti che amano la scienza...Molti ascoltano volentieri allo scopo di disprezzare gli inventori...e dopo...affermano di essere loro gli inventori di quelle cose..." - Consiglio amichevole del Brunelleschi a Mariano di Jacopo.
 

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Ultimo aggiornamento:  13-02-22