Mariano di Iacopo, detto il Taccola, e conosciuto
anche come il nuovo Archimede, è stato un
ingegnere, architetto, scultore e scrittore italiano...e ci
aggiungo notaio essendo stata questa la sua prima
attività professionale da adulto.
Per le informazioni biografiche vi rimando a
wikipedia, mentre in questa pagina a lui dedicata su questo
sito, mi interessa sintetizzare il suo percorso
artistico-ingegneristico.
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Il
Taccola è considerato il pioniere della rinascita della cultura
tecnica a Siena : il "nuovo Archimede" aprì la scena alla
figura nuova dell'ingegnere-autore di testi tecnologici
illustrati, dove le immagini vengono realizzate per
comunicare il da farsi con la massima efficacia. In
merito alla sua abilità nel disegno si sa che la perfezionò
frequentando la bottega di Iacopo della Quercia.
I settori d'intervento del nostro (come si evince dai disegni che sto per
presentarvi) furono quello dell'approvvigionamento idrico e
quello delle tecniche militari..." (...) infatti evidenziano una
identità guerresca, più apparente che reale; questo del resto
era il modo di rendere più apprezzabile il discorso e il
progetto della macchina, sottraendolo al tanto diffuso
mechanico disprezzo. L'aspetto sapientemente naif nei
disegni del Taccola si rivela sia nel materiale autografo sia
nelle copie, e contiene questo programma che tanto lo distacca
dalle rappresentazioni più elette di Francesco di Giorgio e di
Leonardo, pur rendendo esplicita una tecnica di progettazione
della macchina esterna alla rappresentazione artistico-artigiana
del Quattrocento italiano. Le immagini artistiche tendono alla
verità prospettica, i princìpi visivi si riuniscono entro
il campo di oggettiva centralità dell'immagine pittorica e la
tecnica disegnativa della macchina è quindi sottoposta quasi a
un sacrificio, a un difetto di colpo d'occhio.
Taccola è uno scultore in legno e per mestiere conosce le differenti
qualità della lavorazione, di ciò che si vede e si desidera
vedere rispetto a quanto si vede di scorcio o non si deve vedere
affatto. Rendere col disegno il funzionamento di un
qualsiasi marchingegno significa deliberatamente ignorare ogni
ordine prospettico, per far vedere anche dietro, aprire i
piani prospettici in avanti, sconvolgere la vera fabrica
della macchina per fissare la messa in moto. Il disegno
taccoliano è il rovescio della prospectiva pingendi di
Piero della Francesca che rappresenta la messa in quiete,
la commisurazione delle virtù e della fortuna
quattrocentesce.
Diversamente, i meccanismi, i dispositivi di bloccaggio, d'innesco e di
lancio devono essere dimensionalmente esagerati, rispetto alla
vera misura del corpo della macchina. I riferimenti alle città e
al paesaggio, che costituiscono spesso il 'campo' di
applicazione, sono ideogrammati e schematizzati; mentre alberi,
uomini e animali, qualora siano oggetti o soggetti del
'progetto' della macchina, sono ingranditi o rimpiccioliti
secondo le varie condizioni. Questa è ancora la natura specifica
di quel minuto disegno notarile di mappe e piante di città
proprio di chi vorrebbe (Taccola è anche notaio) chiarire
concetti controversi, rendendoli semplici e accessibili, senza
possedere le cognizioni del disegno, costretto a muoversi su un
terreno incerto di segni per delimitare la proprietà. (...)" -
dal volume Scienza e tecnica della Storia d'Italia
di Einaudi, 1980
Di seguito quindi 24 disegni del Taccola, 'spulciati' dal suo "De machinis",
conservato presso la ricca Biblioteca Nazionale Marciana di
Venezia.
Le stesse immagini (ma
in formato video) sono visionabili su
Youtube
"Non rendere note
a molti le tue invenzioni ma a pochi intelligenti che amano la
scienza...Molti ascoltano volentieri allo scopo di disprezzare gli
inventori...e dopo...affermano di essere loro gli inventori di
quelle cose..." - Consiglio amichevole del Brunelleschi a Mariano di
Jacopo.
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Ultimo
aggiornamento:
13-02-22
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